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La ferocia di una fucilazione negli USA

Bruno Gambardella

Qui tra Sparta e Atene abbiamo sempre apprezzato il modello istituzionale anglosassone, maggioritario e uninominale, dotato di pesi e contrappesi, che rendono efficiente ma non oligarchica la realtà politica di un Paese. Tra le cose che non ci piacciono (e non sono poche) la persistenza della pena di morte in alcuni stati americani è certamente quella più odiosa.

Nello Utah,  stato USA ultraconservatore a maggioranza mormone,  Ronnie Lee Gardner,  49enne detenuto nel braccio della morte, è morto con quattro proiettili nel cuore. Egli stesso   ha scelto di morire fucilato da un plotone di esecuzione:  una morte violentissima e brutale che colpisce e stupisce visto che la fucilazione non veniva praticata negli Stati Uniti da 14 anni. Anche se lo Utah ha abolito questa modalità nel 2004, i condannati alla pena capitale con una sentenza precedente a tale data hanno conservato il diritto a scegliere il mezzo con il quale saranno uccisi.

Ronnie Lee Gardner era stato condannato a morte nel 1985 per duplice omicidio: aveva ucciso, durante un litigio, il barista Melvyn Otterstrom e al processo, tentando di scappare dal tribunale, ha colpito a morte uno dei giudici, Michael Burdell. La famiglia di questi, contraria alla pena di morte, aveva appoggiato la richiesta di clemenza presentata dai legali (e respinta dalla Corte Suprema), ma la famiglia del barista si è opposta. Condannato a morte per duplice omicidio, nonostante una serie di tentativi per trasformare la condanna in ergastolo o di ottenere la grazia, Gardner si è avvalso del "privilegio" di poter scegliere come morire: iniezione letale o fucilazione.

La fucilazione è scandita da un macabro rito: il condannato viene legato ad una sedia e di fronte a lui, a una distanza di 8 metri, si posizionano cinque tiratori scelti volontari, rappresentanti delle forze dell'ordine, armati di fucili Winchester caricati con una cartuccia calibro 30 di cui solo uno ha l'arma caricata a salve (non sapranno così chi ne causerà la morte). Sul cuore del condannato viene appuntato un obiettivo in tessuto bianco e ai suoi piedi, un recipiente per raccogliere il sangue. Dopo aver pronunciato le ultime parole, un cappuccio ne oscura per sempre la visuale, in attesa del fuoco del plotone.

Una morte che ricorda troppo da vicino le bestialità delle guerre più lontane e che ha dell'assurdo se praticata da un paese civile e democratico come gli Stati Uniti che si ergono a modello da imitare nel rispetto dei diritti umani e della vita.

Con quella di Gardner, sono 1.216 le esecuzioni negli Usa del 1976 ad oggi: 1.042 per iniezione letale, 157 con la sedia elettrica, 11 con camera a gas, 3 per impiccagione, 3 per fucilazione.

 



Luned́ 05 Luglio,2010 Ore: 19:44
 
 
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