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Un brindisi in Islanda

Bruno Gambardella

Qualcuno ricorda ancora  i PACS o i DICO? Qualcuno ricorda ancora le promesse dei due schieramenti politici principali? L’impegno ad affrontare senza inutili guerre di religione la questione delle unioni di fatto?

Mentre in Italia ormai non si sussurra nemmeno più su questi ed altri temi eticamente sensibili e sui diritti civili delle persone, in Europa (nazioni “cattoliche” comprese) ci si adegua ai tempi  e gli ordinamenti recepiscono e regolano i cambiamenti intervenuti nella società.

Non ha perso tempo la premier islandese Johanna Sigurdardottir: il 12 giugno scorso il parlamento ha approvato all'unanimità la legalizzazione delle nozze omosessuali e per prima ha inaugurato la nuova legge, sposando la sua compagna storica, Jonina Leosdottir con la quale si era già unita civilmente nel 2002.

Molto amata dal suo popolo e primo ministro dallo scorso febbraio, Sigurdardottir e consorte hanno semplicemente firmato un documento che chiede e automaticamente ottiene la conversione dell'unione civile a matrimonio. Divorziata e con due figli ormai adulti avuti dal precedente marito, la ex hostess, ex sindacalista ed ex ministro degli Affari sociali classe '42, si è innamorata di Jonina, autrice e sceneggiatrice più giovane di lei di dodici anni.

In Islanda, le unioni civili omosessuali erano già previste e accettate da anni: la legalizzazione del matrimonio è stato, quindi, il passo successivo più spontaneo. Si allunga così la lista dei paesi in cui i matrimoni gay sono accettati: Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Portogallo, Svezia, Norvegia, Finlandia, sei stati Usa, Messico e Argentina e, dallo scorso 12 giugno, Islanda.

Qui in Italia, provincia della Città del Vaticano, tutto ciò è ancora  impossibile. Vuol dire che per brindare all’unione civile di una coppia omosessuale dovremo andare in Islanda...



Mercoledì 30 Giugno,2010 Ore: 21:54
 
 
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