Ci sono dei politici che, puntuali come la coda sull’autostrada ad agosto o la rata del mutuo, tutti i giorni dispensano attraverso i telegiornali le loro profonde riflessioni e le loro indispensabile saggezza. Alcuni tra questi sono statisti ormai noti al grande pubblico: Maurizio Gasparri, Roberto Calderoli, Fabrizio Cicchitto, Anna Finocchiaro. Altri abbiamo imparato a conoscerli da poco: Daniele Capezzone, Lorenzo Cesa, Roberto Cota, Felice Bellisario, Gaetano Quagliariello.

Quest’ultimo, un cinquantenne napoletano di nascita e romano d’adozione, ha un percorso politico molto particolare. Negli anni 80 fu giovanissimo vicesegretario nazionale del Partito Radicale, impegnatissimo nelle battaglie per il diritto all’aborto, contro la caccia e per il testamento biologico, contro il nucleare. E proprio durante una marcia contro la centrale di Avetrana  fu arrestato con Francesco Rutelli per essere entrato in una zona off limits…

Oggi Gaetano Quagliariello è il vice di Maurizio Gasparri (post fascista ed ex AN) alla guida del gruppo parlamentare al Senato del Popolo della Libertà e uno dei più strenui sostenitori delle scelte della maggioranza di governo. Così come il portavoce Daniele Capezzone, è stato folgorato sulla via di Arcore e, abbandonati i radicali, è diventato apostolo del verbo berlusconiano. Niente di strano: il parlamento e i partiti sono zeppi di ex compagni di Pannella e Bonino che hanno fatto altre scelte.

Qualche tempo fa Silvio Berlusconi, intervenendo al congresso di un’associazione professionale e parlando di tutt’altro per non parlare di crisi e di pesante manovra economica, aveva  attaccato gli sceneggiatori de La piovra, gli autori di libri sulla criminalità organizzata e soprattutto Roberto Saviano, rei di esportare una pessima immagine dell’Italia. Nei giorni scorsi, riprendendo queste discutibili e persino imbarazzanti prese di posizione, il nostro Quagliariello ha dichiarato: “Contro la voce di  Roberto Saviano si alzerà forte il grido del Popolo della Libertà”.

Come abbiamo più volte affermato, per l’immagine del premier più dannose delle sue gaffes sono le affermazioni dei pappagalli di turno, troppo impegnati nel servo encomio per cogliere l’assurdità e  la pericolosità di certe frasi.

Non siamo tra quelli che cercano di trasformare, contro la sua stessa volontà, Roberto Saviano in un guru da seguire e venerare. Riconosciamo però al giovane scrittore una grande capacità di analisi, lontana dal giustizialismo e dai facili sensazionalismi, e il merito di aver tolto qualsiasi alibi a chi faceva finta di ignorare o provava a far sottovalutare il problema della criminalità organizzata in Italia. Attaccare un uomo che considera la parola uno strumento pedagogico e di libertà, un uomo che “vive” sotto scorta e che ha rifiutato il facile successo elettorale per continuare a fare con credibilità lo scrittore è operazione sciagurata e malvista persino dagli elettori  di centrodestra. Non è un caso che i quotidiani più schierati a favore del governo (Il Giornale e Libero) non hanno suonato come di consueto la grancassa e un furbone come Giuliano Ferrara non ha pubblicato una sola riga su Il Foglio.

Stia attento Quagliariello: sarebbe paradossale se, per il suo eccesso di zelo, un antico avversario della caccia finisse  impallinato…

 

 

Giovedì 24 Giugno,2010 Ore: 19:15