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L'uomo dei sogni (e degli incubi)

Bruno Gambardella

Da qualche tempo gli esperti di comunicazione e marketing che curano l’immagine pubblica di Silvio Berlusconi hanno dovuto fronteggiare un evidente calo di popolarità dovuto ai vari pettegolezzi sulla sua vita privata, alla separazione dalla seconda moglie e, soprattutto, alla pesante manovra economica imposta agli italiani. A corto di argomentazioni politiche (onestamente le rassicurazioni di Gasparri e Cicchitto non convincono più nemmeno la casalinga di mezza età innamorata del premier), la propaganda si sta spostando su di un altro piano.

Chi ha avuto modo di seguire i telegiornali di lunedì 14 giugno ha scoperto il Berlusconi pacificatore, risolutore di controversie internazionali e amorevole tutore del suo popolo: un uomo della Provvidenza con il cerone, i capelli trapiantati e il rialzo nei tacchi, ma pur sempre l’Unto del Signore.

Secondo i tg Mediaset e il fantastico bollettino di regime guidato da Minzolini da Mazara del Vallo alla Svizzera alto si è alzato l’inno "Meno male che Silvio c'è". Hanno guardato riconoscenti al premier le famiglie dei pescatori siciliani appena rilasciati con i loro pescherecci (straordinarie alcune interviste a due persone praticamente scodinzolanti davanti alla telecamera); anche gli elvetici, più sobriamente, dovrebbero inchinarsi dinanzi ad un Berlusconi si è precipitato da Gheddafi ottenendo il rilascio dell'imprenditore Max Goeldi, cittadino della confederazione bloccato dalle autorità di Tripoli con un altro uomo di affari, Rachid Hamdani, con l'accusa di avere violato le leggi sull'immigrazione.

Il nostro premier ha avuto un ruolo di primo piano nel convincere quel campione di democrazia e di rispetto dei diritti umani che è il leader libico al nobile gesto di clemenza al fine di ricucire i rapporti con il paese neutrale per antonomasia, diventati molto complicati dopo la vicenda dell'arresto a Ginevra nel 2008 di uno dei figli del colonnello, Hannibal Gheddafi.

Ad ammetterlo è stato lo stesso capo del governo libico, Bagdad Ali al Maahmoudi, che ha riconosciuto l'azione "determinate del premier Silvio Berlusconi per risolvere il contenzioso tra Libia e la Svizzera".

Quale sarà il prezzo da pagare per questo piccolo teatrino della politica estera? Il dittatore nordafricano non fa sconti e non cede senza avere ottenuto qualcosa in cambio, utilizzando abilmente l'arma del ricatto. Insomma, quanto e cosa avrà "pagato" Silvio Berlusconi - mettendolo magari sul conto nazionale - per comprarsi il merito di una decisione probabilmente già presa in altra sede e ottenere un po' di effimera gloria internazionale in tempi di vacche magre sul fronte interno?

A sentire persone ben più esperte di noi Berlusconi sta giocando una partita al rialzo, scommettendo su di un rilancio che potrebbe esserci grazie al controllo dei media, ma che, come ogni giocata d’azzardo, comporta gravi rischi. L’uomo della Provvidenza e i suoi apostoli (Guido Bertolaso in primis) rischiano seriamente l’effetto boomerang sulla questione rifiuti, sulla possibile Tangentopoli 2010 e, soprattutto, sulla situazione della ricostruzione in Abruzzo. Quando a Palermo la spazzatura raggiungerà i primi piani dei palazzi, quando le discariche aperte in Campania e presidiate dall’esercito non riusciranno a più a nascondere la realtà di un’emergenza niente affatto risolta, quando gli albergatori abruzzesi (che non vedono da mesi un solo quattrino di rimborso) perderanno la pazienza e metteranno gli aquilani fuori dalla porta non basteranno le immagini da Istituto Luce durante il fascismo per salvare la faccia a chi ha tanto promesso e poco realizzato. Silvio Berlusconi si è sempre vantato di essere l’uomo dei sogni. Temiamo che, nonostante Fede e Minzolini., ben presto ci si renderà conto che il Grande Leader è colui che farà materializzare i nostri più grandi incubi.

 

 



Marted́ 15 Giugno,2010 Ore: 08:22
 
 
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