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www.ildialogo.org Il governo Berlusconi e le raccomandazioni dell'ONU sulla tortura,Bruno Gambardella

Il governo Berlusconi e le raccomandazioni dell'ONU sulla tortura

Bruno Gambardella

Non che avessimo creduto ad una distrazione o a una piccola dimenticanza del governo italiano… I sempre più frequenti atti di prevaricazione e di violenza compiuti da operatori delle forze dell’ordine, di solito minimizzati o giustificati da ministri o da autorevoli esponenti della maggioranza di destra, ci hanno fatto capire che per  lo stato di diritto nel nostro Paese non tira una buona aria.

Da sempre i giuristi più avveduti e sensibili hanno evidenziato che la mancanza di uno specifico reato nel Codice penale italiano lascia spazi ad incertezze o addirittura a minimizzazioni (si pensi alle due opposte sentenze sui fatti avvenuti nella Scuola Diaz durante il G8 di Genova). Purtroppo non ci sarà alcuna definizione esplicita del termine "tortura". E' quanto il nostro Paese ha deciso, contrariamente a quanto raccomandato invece dal Consiglio diritti umani dell'Onu, rimasto basito dalla scelta del governo italiano. Lo scorso febbraio, infatti, era stata analizzata la nostra situazione nei confronti della tortura ed erano state formulate una serie di raccomandazioni, tra cui proprio quella che prevedeva la definizione del termine nel Codice penale.

La risposta negativa al riguardo da parte dell'Italia è stata consegnata a Ginevra dal nostro ambasciatore presso le Nazioni Unite Laura Mirachian, insieme con la notizia dei 12 rifiuti italiani su 92 raccomandazioni dell'Onu.  Oggetto di preoccupazione dell'Onu nei confronti del nostro Paese sono l'efficienza e l'indipendenza della magistratura, le dichiarazioni e gli atteggiamenti "xenofobi e intolleranti" da parte di alcuni politici, la discriminazione razziale, (particolarmente ai danni dei nomadi), la politica dei respingimenti dei migranti, il sovraffollamento delle prigioni, la rappresentanza femminile in Parlamento e nei posti decisionali e, non ultima, l'indipendenza dei media.    

L’Italia non è più una potenza politica-culturale almeno dai tempi del Rinascimento, ma negli anni passati un certo ruolo nell’ambito della diplomazia internazionale eravamo riusciti a conquistarlo proprio su tematiche riguardanti i diritti umani e la legislazione internazionale (moratoria sulla pena di morte, tribunali speciali sui crimini di guerra, sostegno alle lotte dei popoli oppressi). Evidentemente le cattive frequentazioni del nostro premier hanno influito negativamente sulla nostra politica estera: essere amico di Putin (e dei dittatori degli Stati ex sovietici) mal si concilia con la nostra tradizionale politica estera. Non erano molti i motivi per essere fieri all’estero del nostro Paese: Silvio Berlusconi ci sta togliendo anche quelli!

 

 



Giovedì 10 Giugno,2010 Ore: 23:10
 
 
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