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www.ildialogo.org I bambini e "Bella ciao",Bruno Gambardella

I bambini e "Bella ciao"

Bruno Gambardella

Sappiamo bene che la possibilità di essere ripetitivi (se non addirittura banali) è sempre in agguato. Sappiamo bene che in Italia e in Europa democrazia, solidarietà e tolleranza sono termini sempre meno di moda. Per usare frasi fatte, sappiamo bene che spesso la realtà supera la fantasia e che al peggio non c’è mai fine.  Perdonateci, se potete. Lo sconcerto e l’amarezza provati apprendendo quanto accaduto nei giorni scorsi in una scuola della capitale ci spinge a rischiare gli inconvenienti di cui sopra e a tentare qualche riga di commento.
 
Ecco i fatti. Roma: istituto “Giuseppe Gioacchino Belli. Gli studenti che compongono l'orchestra della scuola il 27 maggio sono stati invitati ad esibirsi alla presenza del sottosegretario all'Istruzione Giuseppe Pizza, del capo della segreteria del ministro, Pasquale Capo, e di due direttori generali del ministero. Al termine del concerto, i ragazzi hanno deciso di concedersi un fuori programma e hanno accennato le note di "Bella ciao". L'iniziativa non è piaciuta alla preside dell'istituto,  che ha inviato una lettera a tutti i docenti, agli alunni e alle famiglie, esprimendo  la sua amarezza per quello che definisce "un atto deplorevole, di certo non una semplice ragazzata".
 
Nella sua missiva la dirigente ha rimproverato gli alunni sottolineando che "non vanno mai dimenticati i doveri verso chi ospita, a cui ci si deve rapportare con rispetto". Parole che hanno sorpreso a loro volta genitori e alunni. La preside però è convinta che il suo richiamo sia stato doveroso. "Sollecito gli adulti a scusarsi  e far capire agli studenti che, se è giusto e importante esprimere le proprie convinzioni, è altrettanto giusto e importante non assumere iniziative che travalicano i limiti del rispetto delle persone, della correttezza e del buon gusto".
 
La vicenda non poteva passare inosservata. In Parlamento, sui giornali, tra la gente questa iniziativa così discutibile è stata generalmente criticata. Possibile che una dirigente di una scuola, un’educatrice che deve coordinare degli educatori, non comprenda che ""Bella ciao" è un simbolo dei valori che stanno alla base della nostra convivenza civile, della nostra costituzione, della nostra Repubblica nata dalla Resistenza? E’ vero che in Italia governa indisturbata una destra spesso xenofoba e razzista, ma è possibile che il governo, che la ministra Gelmini non sentano il dovere di intervenire? E il sottosegretario presente, il democristiano Pizza, perché non dichiara pubblicamente che ascoltare un canto della Resistenza per lui non è stata per niente un’offesa?
 
I nostalgici del fascismo ci sono sempre stati e, forse cambiando camaleonticamente la loro pelle in base alle mutate circostanze storiche, ci saranno sempre. I segnali, sempre più preoccupanti, però non arrivano più soltanto dai comizi di Forza Nuova o dalle esibizioni di Borghezio e Gentilini, ma ora anche da un’istituzione come la scuola. Sbaglia chi dà per scontata e ormai acquisita la libertà conquistata ai tempi di “Bella ciao”: insegniamolo ai nostri bambini, ai nostri ragazzi, nonostante certe presidi che dovrebbero avere almeno il pudore di vergognarsi!





Venerd́ 04 Giugno,2010 Ore: 00:21
 
 
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