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www.ildialogo.org Le "controindicazioni" venete per i malati di mente,Bruno Gambardella

Le "controindicazioni" venete per i malati di mente

Bruno Gambardella

In più occasioni abbiamo scritto che ci sembra più che fondato il timore che in Italia siano a rischio le più elementari regole di civiltà umana e giuridica. La Costituzione quotidianamente ignorata o calpestata, la situazione di estremo degrado delle carceri, lo smantellamento dello Stato sociale e dello Stato di diritto ci fa pensare che nel nostro Paese tiri davvero una brutta aria. Nonostante tutto questo siamo rimasti basiti quando abbiamo appreso dell’esistenza di una delibera della Regione Veneto,  la 851 del 31 marzo 2009, che rivela una mentalità violenta, una ideologia aberrante , una pratica razzista che sono in contrasto con i più elementari sentimenti umani.

 

La denuncia, ripresa in un’interrogazione parlamentare urgente al Governo presentata dalle deputate radicali elette nel PD Rita Bernardini e Maria Antonietta Farina Coscioni, viene addirittura dagli Stati Uniti d’America. Tre professori universitari (Nicola Panocchia, Maurizio Bossola e Giacomo Vivanti) segnalano l’esistenza di questa delibera, adottata da oltre un anno, che parla di “controindicazioni assolute al trapianto d’organo” in caso di danni cerebrali irreversibili, e riardo mentale con quoziente intellettivo inferiore al 50 per cento”, e di “controindicazioni relative”, nel caso in cui questo ritardo mentale registri un quoziente intellettivo inferiore a 70.

 

Riportiamo integralmente il testo dell’interrogazione parlamentare che, ovviamente, contiene tutti i particolari in modo tale che i nostri lettori possano maturare una loro opinione. Personalmente pensiamo che sia indecente che la classe dirigente del “cattolicissimo” Veneto abbia adottato un provvedimento che avrebbe trovato il consenso del partito nazista. Per essere precisi dobbiamo ricordare che quando il governo hitleriano tentò di privare dell’assistenza sanitaria i malati di mente il popolo tedesco ebbe l’unico sussulto di dignità durante quel buio periodo ed ebbe la forza per costringerlo a recedere dall’intento. Purtroppo non ci risulta che il mondo della politica, dell’associazionismo, del volontariato, la società civile insomma, abbia protestato.

 

Giusto per fare un esempio: dove erano quelli che hanno accusato i sostenitori del referendum per l’abrogazione della legge 40 sulla procreazione assistita di essere degli spietati assassini di embrioni? Noi siamo tra quelli che si sono opposti ad una legge retrograda e medioevale, che è stata in buona parte smantellata dalla magistratura per i suoi aspetti più punitivi ed è stata ridicolizzata da centinaia di scienziati ed esperti. Sono delibere come questa della Regione Veneto a meritare le accuse che strumentalmente mondo cattolico, atei devoti e partiti di centrodestra avevano rivolto al mondo laico e progressista.

 

Ci auguriamo che la chiesa cattolica faccia sentire “la sua autorevole voce” e che altre organizzazioni si battano perché i diritti dei disabili non siano così brutalmente e volgarmente calpestati. Il Governo ha il dovere di intervenire perché, al di là di ogni considerazione morale e convinzione religiosa, escludere le persone che vengono qualificate come ritardati mentali dalla possibilità di trapianti, sostenendo che non si può migliorare la qualità della loro vita, contraddice il più elementare senso di “pietas” umana, rivelatrice di una mentalità violenta con cui non vogliamo aver nulla a che spartire e che deve essere contrastata con ogni mezzo a disposizione. 

 

Il testo dell’interrogazione

 

Al Presidente del Consiglio dei Ministri,

al Ministro della Salute,

al Ministro della Giustizia,

al Ministro dell’Interno,

Al Ministro delle Pari Opportunità,

Al Ministro per i Rapporti con le Regioni,

per sapere se siano a conoscenza di quanto pubblicato dalla giornalista Margherita De Bac sul “Corriere della Sera” nella sua edizione del 29 maggio 2010 a pagina 33;

in particolare, se siano a conoscenza della gravissima accusa mossa da tre docenti universitari, i professori Nicola Panocchia e Maurizio Bossola, del servizio emodialisi del Policlinico Gemelli, e il professor Giacomo Vivanti, psicologo californiano, che in un articolo pubblicato sulla rivista “American Journal of trasplantation”, passano in rassegna la “letteratura giuridica e costituzionale”, e analizzando una delibera della Regione Veneto, denunciano come detta delibera preveda l’esclusione delle persone con ritardo mentale dalle liste dei trapianti di organo”;

i tre professori concludono che non “esiste un motivo razionale per negare un organo a pazienti non in grado di intendere e volere”, e che “l’incapacità di migliorare la qualità di vita e la presunta scarsa aderenza alla terapia sono le giustificazioni avanzate da chi è favorevole alla selezione”, ma opportunamente e doverosamente fanno presente che queste tesi – che l’interrogante non esita a definire aberrante – non è sorretta da alcun dato scientifico”;

il professor Bossola, interpellato successivamente dall’agenzia di informazioni “ANSA” ha ulteriormente chiarito che “tutte le regioni prevedono come unici criteri di esclusione la malattia psichiatrica grave, la psicosi; invece in Veneto c’è una contro-indicazione assoluta che riguarda tutte le malattie mentali”;

che nonostante la blanda smentita dell’assessore alla Sanità Luca Coletto (“Le nostre linee guida non indicano priorità ma raccomandano anzi la valutazione caso per caso. Questi pazienti sono semplicemente definiti come persone cui porre speciale attenzione. Il nostro è un sistema di avanguardia. E’ bene riflettere su questi interrogativi per non utilizzare in modo improprio le risorse”), nella delibera in questione, la 851 del 31 marzo 2009 si legge di “controindicazioni assolute al trapianto d’organo”, in caso di – tra l’altro – “danni cerebrali irreversibili”, e “ritardo con quoziente intellettivo inferiore a 50”, mentre tra le “controindicazioni relative” figura invece “il ritardo mentale con quoziente intellettivo inferiore a 70”;

che opportunamente il direttore del Centro Nazionale Trapianti, professor Alessandro Nanni Costa ha osservato come “nessuno in Italia sia mai stato penalizzato a priori”;

che la Costituzione fissa come principio inderogabile, indiscutibile, irrevocabile, che tutti le persone sono egualmente titolari di diritti e doveri, e senza discriminazione;

che opportunamente il direttore del centro di bioetica, professor Adriano Pessina sostiene il principio dell’universalità dei trattamenti, e che non devono e non possono essere ignorati i diritti dei disabili;

per sapere:

- quale sia l’opinione e l’orientamento del governo in relazione a quanto sopra esposto;

- quali urgentissimi provvedimenti si intendono sollecitare, adottare, promuovere, in relazione a quanto sopra esposto;

- se non ritengano necessario, doveroso, urgente inviare ispettori nella regione Veneto, o comunque promuovere una inchiesta di carattere amministrativo per accertare – dal momento che la delibera risale al 31 marzo del 2009 – quanti e quali casi di “controindicazioni assolute” al trapianto d’organo e quante “controindicazioni relative” al trapianto d’organo hanno avuto luogo nella regione Veneto;

- se non ritengano che detta delibera sia in clamoroso, evidente, solare contraddizione con i dettati costituzionali e tutte le Carte dei diritti della persona, del malato e del disabile;

- in caso affermativo, quali urgenti e concreti provvedimenti si intendono adottare, promuovere e sollecitare;

- in caso negativo, le ragioni di questo loro orientamento;

- se non si ritenga necessario e opportuno verificare se anche altre regioni italiane hanno adottato analoghe delibere come quella della regione Veneto.

 



Luned́ 31 Maggio,2010 Ore: 19:31
 
 
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