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www.ildialogo.org In Campania si può morire di "sanità",Bruno Gambardella

In Campania si può morire di "sanità"

Bruno Gambardella

La  Campania è la regione che ha maturato il più alto deficit gestionale e che dovrà aumentare la tassazione per mantenere il debito sotto controllo; è la regione che ha visto il trionfo e poi la decadenza di un sistema di gestione del potere definita “bassolinismo”; è la regione con la classe politica più inquisita d’Italia. I cittadini campani, così come tutti gli altri italiani, hanno appreso qualche giorno fa che dalle loro parti si può anche morire di “sanità”.

“Tutti devono sapere che c'è chi lotta dal basso, non solo per se stesso, ma anche per gli altri, per la giustizia, per ciò che è dovuto ma non sempre è dato. Io ricordo Mariarca!". Questo è un messaggio scritto sulla bacheca del gruppo su Facebook creato per ricordare Mariarca Terracciano, infermiera napoletana di 45 anni della Asl Napoli 1 dell'ospedale San Paolo, morta ieri mattina dopo tre giorni di coma. 

Una morte assurda scaturita da un gesto coraggioso quanto disperato. Per protesta contro il mancato pagamento degli stipendi, bloccati da un pignoramento per i debiti dell'Asl, Mariarca aveva deciso di togliersi 150 millilitri di sangue al giorno, finché non fosse stato accreditato lo stipendio a lei e a tutti i suoi colleghi. Il tutto era stato mostrato in presa diretta dalle telecamere di Julie Tv, un'emittente privata napoletana.

La donna aveva interrotto la sua estrema protesta (che prevedeva anche lo sciopero della fame)  il 3 maggio scorso, quando il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, riuscì a sbloccare gli stipendi. Troppo tardi. Lunedì scorso, infatti, Mariarca Terracciano è stata colta da malore mentre lavorava nel reparto maternità del San Paolo e dopo tre giorni di coma, è morta, lasciando due figli di 10 e 4 anni. Una tragedia, una protesta estrema finita su YouTube e che sta facendo il giro del mondo.

Mariarca Terracciano, sempre in prima linea nelle rivendicazioni della sua categoria, aveva contratto di recente un mutuo per l'acquisto di una casa e a causa del ritardo nel pagamento degli stipendi, per far fronte alla rata, era stata costretta a chiedere un prestito. "Lo stipendio è un diritto, ho lavorato e pretendo i miei soldi. Può sembrare un atto folle - aveva detto a Julie Tv il primo giorno di protesta - ma voglio dimostrare che stanno giocando sulla pelle e sul sangue di tutti. Vedere il sangue rende evidenti le difficoltà nostre e degli altri ammalati". Aveva espresso la volontà di donare gli organi se le fosse successo qualcosa: un ultimo gesto generoso che ha dato un cuore, rene e organi a chi ne aveva bisogno.

Il decesso è stato attribuito ad un arresto cardiocircolatorio e non ai 150 ml di sangue tolti per quattro giorni. Una donazione di sangue, infatti, è pari a 500 ml e a meno che la donna non avesse condizioni cliniche già compromesse, la tragedia non dovrebbe essere stata provocata dai prelievi forzati. Subito disposta l'autopsia, non ci sarà l'apertura di una inchiesta da parte della magistratura. Forse non ci sono colpevoli per reati penali, ma molti dovrebbero vergognarsi per una tragedia che ha mortificato un’intera comunità regionale.

 



Domenica 16 Maggio,2010 Ore: 23:02
 
 
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