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www.ildialogo.org Non dimenticare Rosarno,Bruno Gambardella

Non dimenticare Rosarno

Bruno Gambardella

Ricordate la rivolta di Rosarno del 7, 8 e 9 gennaio, quando ci fu la  cacciata dei neri, la protesta e la collera degli extracomunitari contro tutto e tutti? Finalmente dalla Procura di Palmi arrivano i primi provvedimenti giudiziari in seguito all’inchiesta “Migrantes”. Scrive il gip della cittadina calabra: “In virtù di dettagliati racconti resi da costoro (una quindicina di extracomunitari, ndr) sulla loro triste esperienza di lavoratori sfruttati e sottopagati, è stato possibile accertare modalità e condizioni dei loro lavoro, e dei protagonisti del loro sfruttamento”.  Quella che è stata definita una rivolta civile ha comportato l’arresto di  una decina di caporali (marocchini, algerini, bulgari e sudanesi), veri e propri padroni senza legge, che sono finiti in carcere; una ventina di proprietari terrieri, di titolari di aziende agricole di Rosarno, della Piana di Gioia Tauro, sono agli arresti domiciliari. La Guardia di Finanza ha sequestrato una ventina di aziende e duecento terreni (valore 10 milioni). Colpisce un dato:
L’inchiesta documenta uno spaccato di vita reale: lo sfruttamento bestiale di lavoratori extracomunitari è un fatto assolutamente normale che è proseguito dopo la rivolta come se nulla fosse accaduto.

Uno dei testimoni eccellenti dell’inchiesta è un marocchino, Ramli Abedelaziz: “Dal mio arrivo a Rosarno ho sempre lavorato nelle campagne a raccogliere prima olive e poi agrumi. Prima della rivolta riuscivo a lavorare circa quattro giorni su sette alla settimana, mentre dopo la rivolta non sono più riuscito a trovare una giornata di lavoro. Io riuscivo a lavorare perché altre persone di varie etnie ovvero algerini, tunisini e marocchini mi portavano a lavorare con loro nei vari fondi agricoli di persone di nazionalità italiana che io non conosco e che a volte ho visto girare per i terreni ma che non sono in grado di riconoscere. Era l’intermediario straniero che mi pagava: ciò avveniva alla fine della giornata ovvero delle giornate per le quali lavoravo. L’orario di lavoro era il seguente: dalle prime luce dell’alba al tramonto, praticamente si smetteva di lavorare quando non si vedeva più. L’intermediario che la mattina passava a prendere sia a me che ad altri extracomunitari la sera ci riaccompagnava in Rosarno. La paga era varia in base agli accordi che si raggiungevano con l’intermediario, ovvero 25 oppure 1 euro a cassetta. Dalla cifra complessiva di 25 euro bisognava detrarre 3 euro per l’intermediario, così anche se si lavorava a cassetta, bisognava dare tre euro sempre all’intermediario sulla cifra complessiva. Debbo comunque precisare che mi è capitato dì lavorare anche direttamente per qualche italiano”.

Qualche anno fa una straordinaria inchiesta de L’Espresso (un giornalista si era “infiltrato” tra i lavoratori al nero nella Capitanata foggiana) aveva denunciato e documentato situazioni molto simili a quelle viste a Rosarno. Tutti sanno che anche nell’edilizia, nel commercio, nella fornitura di servizi l’illegalità è diffusa, soprattutto nel Mezzogiorno. Tutti sanno e tanti fanno finta di niente, quasi come se fosse inevitabile (se non “naturale”) che nel XXI secolo uomini possano impunemente sfruttare e schiavizzare altri uomini. E’ vero che il primo capitalismo, quello nato attorno alle miniere di carbone e alle baracche erette vicino alle prime fabbriche inglesi, prevedeva un regime di sfruttamento simile, ma parliamo di quasi quattro secoli fa! Nel frattempo la società si è evoluta e i lavoratori hanno conquistato nuovi e sacrosanti diritti, ma di tutto questo in alcune zone d’Italia sembra non essere arrivata l’eco.

Troppo facile scandalizzarsi o commuoversi dinanzi alle immagini dei reportage e poi continuare a fingere di non sapere niente. Il fascismo dolce che stiamo sperimentando prevede la  lenta ma progressiva messa in discussione dei principi costituzionali: nulla di strano se, magari accogliendo qualche piccolo emendamento leghista, anche i diritti fondamentali dell’uomo straniero (magari non cristiano o persino non padano) possano finire nel dimenticatoio…

 

 

 



Marted́ 27 Aprile,2010 Ore: 16:33
 
 
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