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www.ildialogo.org Aspettando la Corte Costituzionale italiana, un plauso e un po' di "invidia" per il Portogallo,Bruno Gambardella

Aspettando la Corte Costituzionale italiana, un plauso e un po' di "invidia" per il Portogallo

Bruno Gambardella

Sarà capitato anche a voi e, come noi, non ancora del tutto cinici rispetto ai destini del mondo e del nostro Paese in particolare, ve ne sarete anche un po’ vergognati: un vostro caro amico, una persona che ha molte caratteristiche in comune con voi (lingua, tradizioni, persino cultura politica) vince una battaglia importante per tutta la sua comunità. Siete orgogliosi di lui, ma un po’ lo invidiate…

Già qualche mese fa avevamo trattato l’argomento qui su Sparta e Atene. Come cittadini dell’Italianistan, neolatini come i cugini portoghesi, abbiamo accolto con gioia e un po’ di invidia la notizia che tutti gli europei impegnati nella lotta per lo stato laico e per i diritti di tutti aspettavano da mesi. La Corte Costituzionale del paese lusitano ha detto sì: il Portogallo diventerà dunque il sesto paese europeo a consentire i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Il via libera alla legge, peraltro già approvata in parlamento lo scorso febbraio, è giunto con la quasi unanimità (undici rappresentati della corte su tredici) e rappresenta una vittoria per il premier socialista Jose Socrates che aveva fatto di questa proposta uno dei punti di forza della sua campagna elettorale.

A chiedere un parere sulla costituzionalità della legge proposta dal governo portoghese e approvata in parlamento era stato il Presidente della Repubblica Anibal Cavaco Silva, membro del principale partito d'opposizione nonché fervente cattolico. Secondo Rui Moura Ramos, Presidente della Corte Costituzionale, "all'epoca in cui il legislatore scrisse la Costituzione il concetto di matrimonio veniva da una certa tradizione, ben diverso da quello di oggi, aperto e in evoluzione".

Adesso Silva, secondo quanto riferito dalla stampa portoghese, avrà venti giorni di tempo per ratificare o apporre il suo veto alla legge, cosa che comunque non ne ritarderebbe l'entrata in vigore prevista per quest'estate. In Italia la sentenza della Corte Costituzionale sui matrimoni gay è attesa dopo il 12 aprile: la decisione che viene da Lisbona lascia l'Italia tra gli ultimi stati europei a non prevedere alcuna forma di riconoscimento delle relazioni tra persone dello stesso sesso, né attraverso il matrimonio, né attraverso una legge sulle unioni civili.

Non resta che attendere, dunque, non senza qualche timore, la prossima settimana per capire se l'Italia saprà adeguarsi ai suoi moderni cugini europei facendo un passettino in avanti o dovrà limitarsi, chissà per quanto tempo ancora, a plaudire e un po’ “invidiare” altri Paesi.  

 



Domenica 11 Aprile,2010 Ore: 11:54
 
 
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