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www.ildialogo.org Polverini pop - Polverini flop,Bruno Gambardella

Polverini pop - Polverini flop

Bruno Gambardella

Qui, tra Sparta e Atene, non abbiamo mai nascosto le nostre simpatie per Emma Bonino: una donna impegnata da sempre nella lotta per i diritti civili, per l’emancipazione delle donne di tutto il mondo, per un’Italia più moderna onesta e più rispettosa delle regole. Oggi però parleremo solo incidentalmente della leader radicale in quanto ci occuperemo della sua principale concorrente alla carica di presidente della regione Lazio, la ex sindacalista di rito finiano Renata Polverini.

Per qualcuno somiglia alla Ferilli, ma è meno colta e bella della Sabrina nazionale. Altri, più cinicamente, l’hanno definita un “Gasparri con la parrucca”. Confessiamo che a noi piace. Certo, non siamo cittadini del Lazio ed essendo stati politicamente conquistati da Emma, non corriamo il rischio di cadere nella tentazione di votarla e di favorire così i viceré romani del Popolo della Libertà, uomini capaci di tutto ma anche buoni a nulla, aspiranti gestori della “macchina pubblica” che non sanno nemmeno presentare nei tempi e nei modi dovuti le liste elettorali. Ci piace però quell’aria da romanaccia sfrontata che ha fatto carriera, quell’accento popolare che troneggia tra la citazione di una statistica e uno slogan elettorale, quel tono da vicina di pianerottolo in quartiere medio borghese della periferia capitolina.

I maldicenti dicono che sia un’invenzione di Giovanni Floris, il conduttore di Ballarò, il quale, da buon comunista e con il consenso della CGIL, ha letteralmente “inventato” il personaggio dando spazio ad un sindacato assolutamente minoritario, l’UGL, per poter meglio silenziare i due sindacati “riformisti”, la CISL e la UIL. Altri le riconoscono il merito di aver “sdoganato” il sindacato post-fascista consentendogli l’ingresso nel salotto buono della politica e dell’economia, magari gonfiando un po’ i dati del tesseramento e quindi la rappresentatività necessaria all’organizzazione per sedersi ai tavoli di trattativa.

Non sappiamo come andrà a finire la competizione elettorale, ma di certo negli ultimi giorni la stella di Renata Polverini sembra aver perso un bel po’ di splendore. Lo stratega della sua campagna elettorale, l’ex dalemiano e ad assessore ad turismo della Regione Campania Claudio Velardi, ha impostato tutto sulla “Polverini pop” contrapposta alla “Bonino snob”.

Seguendo le indicazioni del presunto guru della comunicazione politica la candidata, tifosa romanista, di domenica ha cominciato a frequentare le curve dello stadio della capitale. Quando in casa gioca la squadra giallorossa Renata grida forza Roma! La settimana successiva, quando all’Olimpico scendono in campo i biancoazzurri Polverini grida forza Lazio! Entrambe le tifoserie sono ben schierate a destra, ma qualcuno non ha gradito questo “ecumenismo pallonaro”, fulgido esempio del cerchiobottismo all’italiana.

I problemi veri sono iniziati quando i più maliziosi (o di sinistra) hanno fatto notare che nel corso della prima partita alla quale ha assistito la candidata governatrice il capitano giallorosso Francesco Totti ha subito un infortunio piuttosto serio; nella seconda partita la Lazio, dopo aver mostrato nelle ultime partite un qualche segnale di ripresa, è stata sonoramente bastonata dal Bari, una squadra che sta facendo un buon campionato, ma non certo una corazzata. Pronta la contestazione dei tifosi: via la Polverini perché porta sfiga…

Un infortunio ad un giocatore può capitare. La Lazio quest’anno è assolutamente deludente: una sconfitta in casa con la squadra rivelazione del campionato può starci. Chi potrebbe mai, in tutta coscienza, imputare qualcosa a Renata Polverini? Si sa come sono i tifosi: accesi, passionali, superstiziosi… Tutti a Roma commentano che non sta bene prendersela con lei, ma sotto sotto qualcuno minaccia di impedirle fisicamente l’ingresso nello stadio dove gioca la squadra del cuore. La “Bonino snob”, da brava sabauda, non ci tiene proprio ad occupare per qualche ora un posto in tribuna all’Olimpico e continua tranquillamente a parlare di politica.

Povera Renata! Consigliamo a lei e a Velardi di ripensare al celebre motto di Eduardo De Filippo a proposito dei riti scaramantici: Non è vero, ma ci credo! Gli italiani, anche quelli che sinceramente credono di essersi liberati da antichi condizionamenti e di essere “moderni”, considerano il calcio come una sorta di nuova religione laica, popolare, irrazionale. Se la bestemmia rivolta ad un santo può essere perdonata, un affronto al capitano della squadra del cuore deve essere considerata un’infamia da vendicare. Nessuno, anche il più snob, riesce a sfuggire all’onda emotiva che un campionato del mondo o la vittoria della squadra della propria città in una competizione europea o nazionale sanno suscitare…  Possibile che nessuno abbia sconsigliato di cadere in un populismo così pericoloso?

 Noi, qui tra Sparta e Atene, non crediamo alla superstizione e, da “illuministi all’amatriciana” quali siamo, crediamo che Roma e Lazio calcistici c’entrino poco se la simpatica candidata da “Polverini pop”  si rivelerà una “Polverini flop”…

A proposito: forza Napoli!

 



Mercoledì 17 Marzo,2010 Ore: 08:52
 
 
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Sparta e Atene

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