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www.ildialogo.org Ancora brutte notizie dal pianeta carcere,Bruno Gambardella

Ancora brutte notizie dal pianeta carcere

Bruno Gambardella

Il carcere continua a fare vittime. Ben lungi dagli obiettivi di rieducazione e reinserimento sociale previsti dalla Costituzione italiana, le nostre istituzioni penitenziarie sono sempre più una vera e propria discarica sociale, dove perfino la speranza non ha diritto di cittadinanza.    

Il carcere di Padova viene considerato uno dei migliori in Italia, un luogo dove i detenuti riescono a fare qualche attività lavorativa e addirittura a pubblicare un periodico. Eppure questo carcere ha contato nei giorni scorsi il suo tredicesimo suicidio.

"Avevamo fatto numerose istanze di sospensione della pena, chiesto il ricovero in ospedale, il trasferimento ad un carcere più vicino alla famiglia, ma nessuno ci ha ascoltato". Per questo motivo per Bianca De Concilio quella del suo assistito Giuseppe Sorrentino, detenuto nella città veneta, è stata una "morte annunciata".

 L'uomo, un trentacinquenne campano condannato a venticinque anni per omicidio volontario, si è  impiccato alle sbarre della finestra del bagno della sua cella mentre i suoi compagni erano in cortile per l'ora d'aria. Quando gli agenti, avvertiti dagli altri detenuti, sono entrati in cella per soccorrerlo purtroppo non c'era più niente da fare.

Sorrentino, secondo quanto dichiarato dalla sua legale, manifestava da diverso tempo i sintomi di una profonda depressione. Più volte aveva protestato con uno sciopero della fame contro la poca attenzione riservata alle sue condizioni da parte degli operatori penitenziari e, nel tempo, il suo fisico ne aveva risentito.

"Era stato ricoverato più volte in ospedali psichiatrici giudiziari - ha spiegato De Concilio - Gli psichiatri avevano parlato anche di schizofrenia ma ciò non aveva impedito che Sorrentino ogni volta tornasse in prigione" e, anzi, ha aggiunto l'avvocato, "un mese e mezzo fa il direttore sanitario del carcere di Padova in una relazione su Sorrentino scrisse 'il detenuto non è malato, finge'".

La legale ha poi concluso spiegando che presenterà denuncia contro l'istituto di pena perché "per la sua grave forma di depressione" Sorrentino si trovava nella sezione protetti "dove avrebbe dovuto essere sorvegliato, invece è riuscito ad impiccarsi senza che nessuno se ne accorgesse".

Più volte ci siamo interessati ai diritti dei detenuti e dei loro familiari, convinti che anche le vittime dei reati non debbano trovare giovamento nella vendetta, ma nella giusta applicazione di una pena volta alla rieducazione. Ma in Italia è più facile aizzare la folla per ottenere il linciaggio almeno morale di chi sbaglia piuttosto che organizzare un sistema penitenziario degno di un Paese civile. Noi, nel nostro piccolo, continueremo a segnalare e a denunciare questa barbarie.

 

 



Luned́ 08 Marzo,2010 Ore: 22:08
 
 
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