www.ildialogo.org CASO BEATTIE: SPUNTA LA LONGA MANUS DI UN CARDINALE DI CURIA,da Adista Notizie n. 41 del 17/11/2012

36930. SAN DIEGO-ADISTA. C’è un personaggio di altissimo rilievo della gerarchia vaticana, il card. Raymond Leo Burke, prefetto della Segnatura apostolica vaticana, la corte suprema vaticana, dietro alla revoca, all’ultimo momento, da parte dell’Università di San Diego, dell’incarico di professore invitato attribuito alla teologa inglese Tina Beattie (esperta di questioni di etica e di femminismo, membro della direzione del settimanale cattolico britannico The Tablet), in programma dal 6 novembre presso il Frances G. Harpst Center for Catholic Thought and Culture dell’Università californiana (v. Adista Notizie n. 40/12). È quanto riferisce il settimanale cattolico statunitense National Catholic Reporter (6/11), spiegando che la teologa dell’Università inglese di Roehampton – che qualche mese fa aveva aderito ad una petizione a favore del matrimonio omosessuale – si è attirata gli strali del presidente del gruppo cattolico di San Diego Catholic Action for Faith and Family Thomas McKenna. Il gruppo in questione è supportato proprio dal card. Burke, che ne è consigliere episcopale insieme a mons. Salvatore Cordileone, presidente della sottocommissione della Conferenza episcopale per la promozione e la difesa del matrimonio.

Se la presidente dell’Università di San Diego Mary Lyons ha negato l’incidenza di pressioni esterne nella scelta di “disimpegnare” la teologa, McKenna ha ammesso, in un’intervista al Ncr, di aver ampiamente espresso il proprio disappunto per la sua nomina accademica, contattando diversi esponenti del mondo cattolico locale, tra cui il vescovo ausiliare mons. Cirilo Flores, direttore del giornale diocesano, e la società Cardinal Newman. Anche un avvocato locale, Charles Limandri, presidente dell’associazione degli ex studenti dell’Università di San Diego, ha contestato l’incarico attribuito alla teologa Beattie, definendo le sue posizione sul matrimonio omosessuale «blasfeme». Limandri ha creato addirittura un sito internet in cui ha criticato aspramente una serie di eventi organizzati dagli studenti, centrati sul tema dell’identità di genere. «Ho la convinzione – ha detto – che il contributo dell’Università di San Diego al mondo accademico in generale e alla Chiesa cattolica in particolare sia la fedeltà al magistero della Chiesa, affinché gli studenti si formino in ciò che la Chiesa insegna realmente e non in ciò che qualche teologo vorrebbe che la Chiesa insegnasse».

Se diversi membri del consiglio dell’amministrazione dell’Università si sono rifiutati di commentare la vicenda, due hanno svelato al Ncr di esserne venuti a conoscenza tramite i reportage della stampa: «I membri del consiglio di amministrazione – ha detto uno dei suoi componenti, che ha voluto restare anonimo – non sono stati informati ufficialmente». (ludovica eugenio)

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Sabato 17 Novembre,2012 Ore: 16:44