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www.ildialogo.org TROPPO AUTONOMA. GIRO DI VITE VATICANO SULLA CARITAS INTERNATIONALIS,da Adista Notizie n. 19 del 19/05/2012

TROPPO AUTONOMA. GIRO DI VITE VATICANO SULLA CARITAS INTERNATIONALIS

da Adista Notizie n. 19 del 19/05/2012

36686. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Sono arrivati il 2 maggio i nuovi statuti della Caritas Internationalis, che risulta ora totalmente assoggettata al Pontificio Consiglio Cor Unum, l’organismo vaticano creato da Paolo VI nel 1971 per la promozione umana integrale rivolta ai bisognosi. Si legge nelle norme appena approvate (in discussione da ben oltre un anno) che Cor Unum «è il Dicastero competente nei confronti di Caritas Internationalis, per l’intero ambito della sua attività istituzionale», dalla vigilanza «sulla puntuale e trasparente amministrazione patrimoniale e finanziaria» all’approvazione della «stipula di contratti, per servizi di revisione e certificazione dei bilanci, di gestione della contabilità, di consulenza lavorativa e di gestione della retribuzione del personale, dei contributi previdenziali e degli altri aspetti inerenti alla sicurezza sociale, e di gestione finanziaria e patrimoniale». Per quanto riguarda riflessioni e elaborazioni, «qualunque testo di contenuto o orientamento dottrinale o morale, emanato da Caritas Internationalis, deve sempre essere sottoposto alla preventiva approvazione del Pontificio Consiglio». Relativamente alle nomine dei responsabili Caritas, Cor Unum, «di intesa con la Prima Sezione della Segreteria di Stato, sottoporrà al Sommo Pontefice, per l’approvazione preventiva, la lista dei candidati per le funzioni di Presidente, Segretario Generale e Tesoriere di Caritas Internationalis». E come se tutto ciò non bastasse, «almeno tre membri del Consiglio Esecutivo (Executive Board) sono sempre di nomina Pontificia» su proposta Cor Unum e ancora «d’intesa con la Segreteria di Stato». Se ne può concludere che – leggiamo negli statuti – «soprattutto, la normativa odierna mette in piena luce l’identità distintiva di Caritas Internationalis», cattolica ovviamente. E vaticana sicuramente.

L’organismo caritativo, pur così strettamente recintato, non ha fatto una piega, quasi a non voler mettere in evidenza la stretta subìta. Il segretario generale, il francese Michel Roy, nella e-mail di accompagnamento del nuovo testo statutario inviata in francese, inglese e spagnolo alle Caritas nazionali, fa in poche righe il punto della situazione attuale: «La nostra missione è confermata in una quadro istituzionale più ecclesiale, che incarna la nostra doppia natura di confederazione di 164 organizzazioni nazionali e di entità della Santa Sede. Questo si traduce in particolare con l’entrata nel nuovo Consiglio Esecutivo di tre persone nominate dal Santo Padre» (mons. Paul Ouedraogo, presidente di Ocades Caritas Burkina Faso, mons. Youssef Soueif, presidente di Caritas Cipro e mons. Bernard Hebda, vescovo di Gaylord, Michigan, Usa). Tra l’altro Roy informa che il Consiglio esecutivo si riunirà a Roma dal 15 al 17 di questo mese sia per «studiare i cambiamenti apportati», che per «studiarne e misurarne insieme le conseguenze per la confederazione, con i rappresentanti della Santa Sede».

L’accentramento che subisce con i nuovi statuti la Caritas Internationalis (pare che presto toccheranno alle Caritas nazionali) è stato per lungo tempo il disegno del card. Paul Josef Cordes, quando guidava Cor Unum (fino al 2010), che non ha apprezzato alcune scelte operative dell’organismo: per esempio, la co-sponsorizzazione, nel 2009, da parte di Caritas Internationalis e ambasciata Usa presso la Santa Sede, di una conferenza sulla collaborazione tra Stato e Chiesa nella lotta contro l’Aids. Momenti di tensione si sono verificati anche quando, nel febbraio 2011, il Vaticano ha negato il proprio nihil obstat alla rielezione per il secondo mandato quadriennale della segretaria generale Lesley-Ann Knight, giudicata, a quanto si dice, troppo “autonoma” nelle scelte rispetto al magistero. A nulla sono valse le rimostranze della leadership dell’organismo e un appello al segretario di Stato vaticano card. Tarcisio Bertone affinché riconsiderasse la questione. (v. Adista n. 39/11). Cosa che non mandò giù il presidente di Caritas Internationalis, card. Oscar Rodriguez Maradiaga, che, qualche mese dopo, nel discorso di avvio della XIX Assemblea generale dell’organismo (22-25/5/11), elogiò il lavoro di Knight – «la cui professionalità, fede profonda e impegno nella Caritas», affermò, «è conosciuto e apprezzato all’interno della Chiesa e fuori nella comunità degli aiuti umanitari e dello sviluppo» – e manifestò apertamente il suo dissenso dalla decisione di Bertone: «Il modo in cui non le è stato permesso di essere candidata ha causato il reclamo nella nostra confederazione, soprattutto tra le molte donne che lavorano nella Caritas nel mondo. Hanno visto molte speranze nella sua elezione e nei suoi successi» (v. Adista n. 44/11). (eletta cucuzza)

Articolo tratto da
ADISTA
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Mercoledì 16 Maggio,2012 Ore: 17:57
 
 
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Dottrina della fede secondo Ratzinger

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