ROMA-ADISTA. Per molti, ma non per tutti. Spezzò il pane e versò il vino; «Questo è il mio sangue», «versato per voi e per tutti in remissione dei peccati». Parole e gesti noti, che ricordano l’ultima cena, atto di nascita per la Chiesa cattolica della consacrazione eucaristica, celebrata ad ogni messa con le parole riferite dai Vangeli. Ma c’è un nodo – la fedeltà della liturgia alla traduzione corretta di quanto avrebbe detto Gesù nel versare il vino agli apostoli – che il papa avrebbe voluto sciogliere, in questo fine aprile, con una lettera alla Conferenza dei vescovi tedeschi. Più precisamente, Benedetto XVI chiede di ritornare alla formula greca dei Vangeli di Marco e Matteo, a quel vino «versato per molti», utilizzato già nel messale latino («pro multis»), e “superato” Dal Vaticano II che aveva introdotto la locuzione «per tutti». Una questione di correttezza, afferma il papa. Un pericoloso passo indietro che sembra escludere “qualcuno” dalla salvezza, sembrano pensare i vescovi tedeschi, che hanno storto la bocca di fronte alla sollecitazione pontificia. Presto la nuova traduzione sarà imposta anche in Italia e sarà destinata a sollevare non poche polemiche. Per chi è la salvezza, nel “vangelo secondo Ratzinger”? Per tutti o solo per molti?

Mercoledì 02 Maggio,2012 Ore: 16:42