La rinuncia annunciata di un Papa è un avvenimento talmente straordinario che non ci sono ancora strumenti di comunicazione per raccontarlo. Chi ha un pezzo di potere, una poltrona non vi rinuncia più. A fatica si riesce a far desistere o a mettere in galera qualcheduno di loro delinquente, ladro e immorale. Nessuno ha l'umiltà di sentirsi “inadatto” al compito che si è assunto. Il Papa lo ha fatto perché, dice lui, non se la sente più di reggere la grande responsabilità della Chiesa. Ha avuto il coraggio o forse l'umiltà che non ha avuto il suo predecessore. Il suo gesto esemplare lo riscatta da una sua certa rigidità dottrinale che gli derivava dalla sua esperienza di 'defensor fidei'.

Giuseppe Ratzinger è intelligente, grande studioso, un uomo di fede. La chiesa è una organizzazione complessa: in tutti i periodi storici ha trovato sempre grandi difficoltà legate alla sua struttura ibrida: religiosa, sociale, economica e politica. Questo Papa ha fatto tutto il possibile. La 'mancanza di carisma' in certo modo lo ha aiutato a comprendere meglio le grave crisi della chiesa.

La scelta del nuovo Papa non verrà fatta dai cristiani e neppure dai vescovi di tutto il mondo ma dai 117cardinali elettori tutti scelti dai due ultimi papi Wojtyla e Ratzinger. E' facile prevedere che il governo della chiesa tenga la rotta tracciata dai suoi predecessori con qualche aggiustamento.

Il nuovo Papa dovrà fare i conti oltre che con gli scandali morali e con i grossi problemi del Vaticano che tutti ormai conoscono, anche con un risveglio insospettato di cristiani adulti (comunità, chiese, laici preti, vescovi e donne...) che affermeranno sempre più il diritto di dire la loro parola dal basso. Le nuove istanze sono emerse anche dai numerosi incontri e approfondimenti che in questo anno anche a Modena sono stati organizzati in occasione dei 50 anni dalla chiusura del Vaticano II. O il nuovo Papa si metterà in ascolto del mondo e delle chiesa...altrimenti.

Un nuovo scisma? Purtroppo i grandi cambiamenti non avvengono mai per volere dei vertici ma per la pressione della base.

Beppe Manni

20 febbraio 2013

(pubblicato in Gazzetta sabato 2 febbraio 2013)

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Giovedì 07 Marzo,2013 Ore: 16:03