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www.ildialogo.org Anche il papa-re è nudo.....E La barca di Pietro in preda alla tempesta....MA "il signore mi chiama a salire sul monte...",di Carlo Castellini

Anche il papa-re è nudo.....E La barca di Pietro in preda alla tempesta....MA "il signore mi chiama a salire sul monte..."

Intervista ad Ernesto Miragoli


di Carlo Castellini

1. Possiamo evitare tutti i luoghi comuni del caso, sul timoniere della Barca, sul papato e dintorni, ma non possiamo far finta che non sia successo nulla e soprattutto esimerci dal pensare. Allora entriamo subito in argomento attingendo a dichiarazioni o scritti sia degli ammiratori che dei detrattori. “Non essendo riuscito a cambiare la curia, BENEDETTO XVI, è arrivato ad una conclusione amara: ha deciso di andare via lui”. Così MASSIMO FRANCO. Tu cosa dici?

Penso che Massimo Franco abbia centrato il problema. Aggiungo che il papa l’ha fatto per l’amore che porta alla Chiesa che ha imparato a servire come sanno fare solo i soldati tedeschi. E’ difficile giudicare questo gesto, anche se a me rimane sempre l’impressione che ho già scritto altrove: PAPA sta per PAter PAtruum , padre dei padri, e un padre non si dimette dalla paternità.

2. Dalle prime reazioni alla notizia, mi sembra di cogliere tanta sorpresa condita di ipocrisia. Se la notizia era già nell'aria da tanto tempo, come fa ANGELO SODANO, a parlare di “fulmine a ciel sereno”, mentre sta ascoltando con attenzione il testo latino dell'annuncio delle sue dimissioni?

Sodano non poteva non sapere, come non potevano non sapere Bertone, Gaswein e lo stesso ufficio che stila i discorsi in latino. Che la cosa sia stata tenuta riservatissima lo comprova anche il fatto che nel testo latino vi sono due errori grammaticali che sono imperdonabili per l’ufficio che redige sempre precisamente i testi in latino. Significa che è stato reperito all’ultimo momento un minutante della cui riservatezza si aveva certezza assoluta. Parli di ipocrisia: non scopri nulla di nuovo. L’aveva previsto Gesù un paio di millenni fa quando tuonò:”Scribi e farisei ipocriti che filtrate il moscerino ed ingoiate il cammello!”

3. “E' difficile non percepire la sua scelta come l'esito di una lunga riflessione e di una lunga stanchezza”, ancora Massimo Franco. Corriere della Sera, “Un papa e le ombre in Vaticano”, cosa pensi tu che sei bene informato sulle cose vaticane?

Sì, il papa ha certamente a lungo riflettuto e pregato: è nel suo stile. Credo che il dono dello Spirito – che dovrebbe assisterlo più di noi – gli abbia fatto discernere quello che ha ritenuto meglio. E’ stanco e anche un po’ malato (da circa tre anni percorre lunghi tratti con la pedana mobile), ma è vivace di cervello e di comprendonio. Ha voluto cedere il passo e questo gli fa onore: è un segno che non teneva al pontificato ed è anche un segno che l’ha accettato per obbedienza.Facessero tutti così!

4. Inevitabile è per tutti noi farsene una ragione, per capire; e usare alcune chiavi di lettura che ci aiutino a cucire la storia di ieri con quella di oggi. Per questo “possiamo parlare di una crisi del sistema di governo e di una forma di papato?”

Di sicuro. Certamente il papato come plurisecolarmente è stato vissuto, visto, inteso è andato in crisi. Dal 28 febbraio 2013 per i papi che verranno non sarà più come prima. Non solo potranno considerare una rinuncia al ministero petrino, ma dovranno considerare un altro aspetto che a me lascia perplesso: non saranno più papi in quanto vescovi di Roma, ma tale ministero è disgiunto: il vescovo di Roma è papa, ma può esservi anche un papa emerito.

5. Mi piace anche pensare alla “ribellione” di un Santo Padre, di fronte alla deriva di una chiesa-istituzione, passata in pochi anni da “Maestra di vita” a “Peccatrice”; in questo senso l'appoggio esplicito dato al Governo di destra di Berlusconi e Lega, ha dovuto pagarlo a caro prezzo. Con simili alleati in politica e nella società, la coerenza ecclesiale ed evangelica resta fortemente alterata. Come NON prevederlo prima?

I Padri della chiesa l’hanno definita “casta meretrix”. La chiesa gerarchica ha sempre fornicato con il potere e per questo agli occhi di molti si è resa sempre più incredibile. Si assiste da tempo ad un fenomeno che molti osservatori delle realtà ecclesiali non colgono: il credente si allontana dalla chiesa, ma contemporaneamente cerca autenticità in una Chiesa mistica, in un Chiesa quasi sua personale. Quanto al fatto che la Segreteria di Stato ed anche l’episcopato italiano (non in toto) abbiano dato appoggio alla Lega e a Berlusconi, va detto che poi hanno appoggiato Monti. Non credo che vi sia stato un presidente del consiglio italiano che in pochi mesi abbia visto il papa come è successo a Mario Monti.

6. E' un fatto però innegabile: le sue dimissioni lasciano un vuoto che stordisce. Le parole di commento e di stupore aumentano e fanno riflettere con maggiore chiarezza sugli avvenimenti che le hanno precedute. Cosa pensi tu che amavi la semplicità di questo papa? Sei rimasto sorpreso?

Sì, quando ho saputo delle dimissioni sono rimasto di stucco. Non avrei mai pensato che papa Benedetto XVI decidesse di passare la mano. Ho pensato subito che non ce la facesse più a reggere il peso della Curia. Mi ricordo quando lo frequentavo alla Congregazione della Dottrina della Fede: era un cardinale semplice, sempre con la talare nera, la croce, l’anello e lo zucchetto. Una persona che ti metteva a tuo agio e che non ti riceveva da dietro la scrivania, ma su scomode poltroncine attorno ad un tavolino. Non era uomo di potere e forse non ha mai cercato il potere, ma solo l’autocompiacimento per i suoi studi.

7. Ma nello stesso tempo pensieri doverosi sono rivolti anche al papa del futuro che sarà eletto nel prossimo Conclave, e che erediterà tutto il peso di questa istituzione millenaria con tutte le sue bardature. E ' umano pensare in questi termini?

Beh…è umano, ma anche divino. E’ umano pensare a chi potrà essere l’uomo che governerà un’istituzione che è ANCHE terrena (a volte appare SOLO terrena) ed è normale pensare ai cardinali che si telefonano fra loro e cercano appoggi o dirottano voti. Ma è anche divino pensare all’Istituzione che Gesù volle e pregare perché i giochi dei cardinali siano il meno sporchi possibile e lo Spirito aleggi sul Conclave. I credenti debbono pregare per questo ed avere fede che lo Spirito può agire.

8. Non mi piacciono le dietrologie e la caccia ai segni premonitori, o all'“Io l'avevo detto”. Così si vuole ricordare l'accenno fatto da Mons. Luigi BETTAZZI, o quello del Card. PAOLO ROMEO, arcivescovo di Palermo,oppure il ricordo della sostituzione del suo pace maker al suo cuore affaticato, oppure al suo pallio-mantello pontificio lasciato sulla tomba di CelestinoV, durante la sua visita all'Aquila dopo il terremoto del 28 APRILE DEL 2009. E' la ricerca continua di segni di una papolatria fuori dal tempo che stona ormai con i problemi che la chiesa deve affrontare. Non sei d'accordo?

Sì, concordo, ma va detto che questi segni ci furono. Perché negarli o nasconderli? Piuttosto possiamo interpretarli come momenti di passaggio di una tormentata riflessione che il papa ha portato avanti da tempo. Io non credo che il gesto della rinuncia sia nato come un fungo o come un moto di stizza.

9. Ma il gesto del papa bavarese va ricercato oltre lo stato della sua salute. “Non è vero che sia malato, stava preparando una nuova enciclica”, fanno sapere i suoi collaboratori. E infine la confessione alla gande folla del 24 febbraio 2013, convenuta in San Pietro a dargli l'ultimo saluto. “.....In questo momento della mia vita il Signore mi chiama a salire sul monte per la preghiera e la meditazione.,.....”, cito a senso. E ad abitare, aggiungiamo noi, dentro il piccolo convento restaurato di suore di clausura, dove si radunavano ROBERTO TUCCI e gli operatori della Radio Vaticana del tempo, all'interno dei giardini vaticani: ha fatto una scelta contemplativa. Stupisce?

Non stupisce che abbia fatto una scelta contemplativa. Papa Ratzinger ha sempre avuto un debole per il monastero ed il monachesimo. Del resto ha scelto un nome di un monaco che più monaco non si può. Mi stupisce la scelta di abitare dentro le mura vaticane e di mantenere il segretario che è anche prefetto della Casa Pontificia. Questo è un gesto un po’ decadente. Avrei preferito che scegliesse un monastero in Baviera. Adesso si favoleggia che sia rimasto nelle mura vaticane per essere protetto dall’extraterritorialità in quanto chiamato a processi per la pedofilia. Sono solo favole. Se avesse scelto di uscire dalla Città del Vaticano, avrebbe potuto diplomaticamente concordare un’extraterritorialità del luogo prescelto.

10.Tra i commenti più netti, dei cosidetti detrattori, spicca per chiarezza e taglio chirurgico, quello di DON PAOLO FARINELLA, prete in Genova, che nel suo romanzo storico e teologico, aveva già ipotizzato l'avvento di una chiesa Povera, servita da un Papa povero, certo FRANCESCO I, che dà un calcio al trono pontificio e segna l'inizio di una nuova epoca. Così in HABEMUS PAPAM, dei Gabrielli Editori. Ora dalla fiction letteraria siamo passati alla realtà che ci sconvolge e sorprende?

Don Paolo è un prete-prete, che ama la chiesa vera. Il suo romanzo è una provocazione che non credo coglierà il prossimo pontefice. Non saremo sconvolti da un papa Francesco I (a me non piacerebbe perché mi ricorda tanto il Francesco I di “Parigi val bene una messa”) e non saremo sconvolti da una chiesa improvvisamente povera e detronizzata.

11.Ma non è il solo PAOLO FARINELLA, a ipotizzare, sempre nella fiction letteraria di un romanzo, la fine di un'epoca sacrale della religione, del papato e della curia romana; ma si trova in buona compagnia. Poichè situazioni simili sono ipotizzate e immaginate, con ottimo grado di approssimazione alla realtà da LUIGI SANDRI, altro vaticanista e scrittore. Egli infatti nel suo romanzo “CRONACHE DAL FUTURO”: “in tempi tristi anche per la chiesa romana, si porta con la macchina del tempo all'alba del 2100, per seguire la vicenda singolare di ZEFFIRINO II, un papa mite, coraggioso, ed evangelico, che dirà parole di consolazione e di speranza da sempre attese dalla gente, ma che mettono in crisi l'establishment e il Sacro Potere”. Anche qui una grande empatia e sintonia con quanto stiamo vivendo, non credi?

Sono scritti, questi che citi, che vengono in coda ad una serie di libri ed articoli sull’argomento che fiorirono in copiosa messe già nell’immediato postconcilio. Ricordo riviste come Communio, Concilium, il Regno, Com Nuovi Tempi e libri come quello di Raniero la Valle e Giancarlo Zizola – tanto per citarne alcuni – che ipotizzavano un papa povero, un papa che si poteva dimettere e via dicendo. Furono libri profetici che a quei tempi costarono amari ed ingenerosi commenti verso gli autori. Eppure testi come questi hanno contribuito a fare mentalità e a creare una sensibilità ecclesiale verso il papato che ha potuto consentire la maturazione di scelte come quella compiuta da papa Benedetto.

12.Ora però dalla “fiction” storica e letteraria, dobbiamo avere il coraggio di passare alla cruda realtà. Si parla di qualcosa di sconvolgente nel rapporto segreto che i tre cardinali anziani (chi sono? I loro nomi e cognomi?) hanno consegnato nei mesi scorsi a proposito di Vatileaks; la fuga di notizie riservate per la quale è stato incriminato e condannato solo il maggiordomo della casa pontificia PAOLO GABRIELE. Cosa pensare correttamente? Per non fare di ogni erba un fascio?

I cardinali Herranz, De Giorgi e Tomko hanno steso un rapporto che hanno consegnato al papa e che rimarrà a disposizione del papa futuro. Dei tre l’unico non curiale è De Giorgi che ebbi la fortuna di conoscere quando era vescovo di Foggia e che poi rividi a Palermo un po’ di anni fa. Gli altri due sono cardinali di curia e Herranz si dice che sia membro dell’Opus Dei (non è una colpa, ma per me non è neppure un merito). Penso che il rapporto scotti e che Bertone sia dentro fino al collo. E penso che anche per questo il papa abbia mollato. Forse non aveva voglia di sostituire il Segretario di Stato, di cercarsene un altro. Forse non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo a far pulizia della sporcizia che lui stesso denunciò.

13.Mi sembra che le critiche maggiori ricadano sugli uomini dello IOR (Istituto Opere Religiose), ed alla gestione disinvolta del denaro in esso contenuto; ci ricordiamo la storia di PAUL MARCINKUS? E il suo reality show? Lo IOR per otto mesi è rimasto senza presidente, dopo la sfiducia votata a ETTORE GOTTI TEDESCHI. Perchè attorno a tanto denaro, prevale sempre la cultura del segreto e dell'ambiguità andreottiana? La scelta del direttore tedesco, dà maggiori garanzia per il futuro? Quali sono i segni di una discontinuità positiva? Basta essere tedeschi per essere credibili?

Non dimenticherò mai che lo IOR lo volle Paolo VI e volle che si chiamasse Istituto per le Opere di Religione. Doveva amministrare il denaro che confluiva da tutto il mondo nelle casse della Santa Sede per le Opere di Religione. Ma il denaro corrompe ed è corruttore, soprattutto se è tanto. Marcinkus fece giochi sporchi con Sindona e Calvi, ma anche quelli che vennero dopo non furono proprio dei santi benefattori.

14.Ma tanti altri punti interrogativi si sono fissati sulla testa del card. TARCISIO BERTONE, anche se ha ricevuto pubblicamente la conferma della stima da parte di Benedetto XVI. Gesto dovuto da parte del papa o gesto reso obbligatorio dalla realtà di una diplomazia curiale ricattatoria? Tu hai detto ancora che “Il papa regna” e il “Segretario governa”; ma se queste sono le conseguenze, c'è qualcosa che non quadra?

A mio avviso c’è molto che non quadra. Non quadra che Bertone abbia preso cantonate clamorose come quella della gestione dello IOR, della gestione del Governatorato e della promozione intesa come rimozione di un po’ di persone della Segreteria di Stato. Non quadra che da quando è Segretario di Stato ci sia stata un’infornata di salesiani promossi sia in zona Vaticano che a vescovi di varie diocesi. Non quadra che ci sia stata la fuga di notizie riservate che ha provocato il libro di Nuzzi. Francamente speravo che il papa rimuovesse la fiducia a Bertone quando era arrivato all’età canonica dei 75 anni. Così non è stato e Bertone ha capito che poteva ancora agire come gli pareva,contando, cioè, sull’assoluta fiducia di Benedetto XVI che,a mio avviso, stanco da quasi subito del pontificato, si è dedicato a cose che riteneva più importanti dando disposizioni rigorose, ma di massima, su temi che non gli sono congeniali.

16.Ha trovato resistenze e difficoltà più grandi di quelle che crediamo e non ha avuto più la forza di contrastarle e portare il peso del suo ministero. Bisogna chiedersi perchè. Io lo chiedo a te.

Non saprei risponderti. Bisognerebbe chiederlo a lui e forse un giorno potremo saperlo. Sta di fatto che la Curia ha vinto sul papa e questo non va bene. La chiesa cattolica gerarchicamente strutturata è rimasta l’unica monarchia assoluta che, proprio per come è stata impostata, dura da secoli. Anche il modo con cui avviene l’elezione del papa – al di là del fascino misterioso che solo i dipinti della Sistina potrebbero svelare – è un sistema che consente che ogni volta si cambi persona non per ereditarietà, non per investitura del monarca precedente, ma semplicemente per designazione. Ogni Conclave è nuovo perché ci sono nuovi cardinali creati dal papa precedente.

17.In questi ambienti le sue dimissioni erano viste come un tabù plurisecolare quindi non previste. Invece la realtà ci mostra che nessuno è insostituibile nemmeno sulla cattedra di Pietro. E' prevedibile, secondo il tuo parere, presagire una ondata di dimissioni cosidette eccellenti? Con l'elezione del nuovo papa tutte le cariche vengono azzerate. Cosa vuol dire? Facci capire.

Auspico veramente che il gesto di Benedetto XVI sia paradigmatico per molte persone della Curia e fuori. Sarebbe una ventata di rinnovamento ecclesiale che renderebbe la Curia e non solo più dinamica e più giovane. Azzerare le cariche significa una cosa sola: il principio giuridico di fondo è che tutti i capi dei dicasteri agiscono in nome del papa regnante. Mancando il papa regnante (o per decesso o per rinuncia) tali capi di dicasteri non sono più tali. Rimangono in carica il Camerlengo, il Decano del sacro collegio e il cerimoniere pontificio. Il Camerlengo è designato dal papa e con Giovanni Paolo II è assimilato alla figura del Segretario di Stato (non so per quale motivo, non concordo, ma è così). Il Decano del Sacro Collegio è il cardinale vescovo (i cardinali sono divisi in tre ordini: vescovi, presbiteri e diaconi) che è il più anziano in quanto a cooptazione nel collegio cardinalizio. Queste persone gestiscono gli affari ordinari fino all’elezione del nuovo papa.

18.In certo qual modo, in maniera indiretta, questo gesto e clima crea una sintonia con quelle minoranze di cattolici critici e pensanti che hanno sempre guardato a Roma ed al Papato, in maniera umana, ma anche moderatamente critica. Possiamo dire così?

Sì, concordo, ma non vorrei che diventasse un’abitudine. Il papa per tradizione rimane il capo della chiesa cattolica. Sicuramente i papi nei secoli hanno esagerato in questo ruolo, ma questo non significa che debba mancare il coordinamento centrale. Vi sono tante cose che potrebbero essere riformate, ma ritengo che il ruolo del papa debba rimanere.

19.Tra le riflessioni dei critici, anche se non detrattori ad oltranza, mi ha colpito la riflessione articolata di GILBERTO SQUIZZATO, giornalista, scrittore, regista, a motivo della sua coerenza di uomo e di cristiano, che si sporca le mani; il quale paragona il venir meno anche della forza spirituale di BENEDETTO XVI, “alla sua lotta col suo Dio”; e per farsi capire ricorda la lotta biblica di GIACOBBE con l'Angelo; passo di non facile interpretazione; che però fa intravedere il tormento interiore di questo papa davanti al clima che si respira nella sua e nostra chiesa. Cosa dici?

Ho letto Squizzato e mi piace quel che scrive. Ritorniamo a quanto detto sopra: Benedetto XVI è stato sicuramente travagliato nella gestione del pontificato e nella scelta di dimettersi. Forse ha lottato con l’angelo di Dio, come Giacobbe, forse ha lottato con se stesso…non lo possiamo sapere.

20.Ma poi aggiunge:”.......viene messa in crisi quell'aura sociale assoluta e definitiva che per 17 secoli ha accompagnato la figura papale” e l'immagine tradizionale del Dio onnipotente e onnipresente che accompagna la Chiesa e va incontro ad una inevitabile metamorfosi.....”. Qui siamo di fronte a laici che masticano la parola delle Sacre Scritture, conoscono la storia della Chiesa e sanno di teologia. Sono degli appassionati: cosa dire?

Meno male che la teologia e la storia della chiesa, la spiritualità e il sentire ecclesiale non sono appannaggio del solo clero! Il problema è che il clero guarda con sufficienza a queste persone, ritenendosi depositario della verità assoluta!

21.Per questo il nostro GILBERTO SQUIZZATO, coglie nell'affermazione del PADRE FEDERICO LOMBARDI, una piacevole “gaffe”, rivelatrice però di una mentalità sacrale persistente “.....fino alle ore 20 del 28 febbraio 2013 lo Spirito Santo sicuramente assisterà Benedetto XVI, garantendo una bontà delle sue scelte....”. E SQUIZZATO commenta:”....Come si può affermare che lo Spirito Santo segua la scansione dei minuti dell'orologio, che è tenuto a garantire Benedetto XVI finchè sederà sulla cattedra di Pietro? per poi mettersi in aspettativa in attesa della nomina del prossimo papa? Se questa non è teologia di palazzo? Che cosa è?

Padre Lombardi ha esagerato e ha fatto della teologia di palazzo, come dici tu. Ma possiamo, onestamente, affermare il contrario? Da credenti possiamo davvero affermare che non sia così? Che ne sappiamo? Chi di noi, papa compreso, può capire come agisce lo Spirito di Dio? Chi di noi può dire che non sia vero che lo Spirito agisca in forza “durante munere pontificati”? Non dimentichiamo che lo Spirito non agisce dall’esterno, ma collaborando con la persona che l’invoca.

22.Ed a suffragio delle idee di SQUIZZATO, si inserisce la testimonianza del teologo spagnolo madrileno JOSE' MARIA CASTILLO, che commenta come “.......non si può pensare con ingenuità che su tutto vi sia la mano dello Spirito Santo e la sua ispirazione costante nella presa di decisioni! No! Questo presunto intervento dello Spirito Santo, non è dimostrato da nessuna parte. Come neanche è dimostrato, né ci sono argomenti per provare che il vescovo di Roma, per quanto successore di Pietro, che sia, debba accumulare per questo tutto il potere direttamente conferitogli dalla volontà di Dio. Dove viene detto ciò? Su quali argomenti si basa?

Se un teologo pretende una dimostrazione razionale di qualcosa di spirituale, è un teologo fideista. Che va bene, ma non risponde alla figura teologica di cui abbiamo bisogno. Non vorrei ripetermi, ma credo che pretendere che ogni gesto del papa sia vivisezionato per capire se vi sia o meno l’azione dello Spirito, mi pare roba da accademia di teologi razionalisti. Anche qui ricorro a Joseph Ratzinger: leggiamo il suo libro Introduzione al Cristianesimo e ci accorgeremo come c’è il teologo, ma c’è anche l’uomo di fede.

24.Piuttosto, continua il regista di Busto Arsizio, è utile questa occasione, per riflettere, in questi momenti, su alcuni aspetti che la mentalità distorta del “totopapa” che accompagna sempre ogni nuova elezione, e che relega sempre in seconda posizione emarginata: 1. Restituire alla Chiesa di Roma il diritto di scegliere il proprio vescovo; 2. Riconoscere a tutte le diocesi del mondo il diritto/dovere di scegliersi il proprio vescovo; invece oggi è la curia romana che assegna questo o quel vescovo di suo gradimento, con atto papale di investitura; 3. Infine riconoscere al Sinodo dei vescovi, il compito di guidare la chiesa universale pur riconoscendo il primato del vescovo di Roma. Cosa dici e pensi? Ma i Concilio di papa Giovanni non aveva detto qualcosa di simile? Infine una urgenza molto avvertita, di una necessaria profonda revisione della figura del papa. Cosa dire?

Sul fatto che debba essere la chiesa di Roma a scegliere il proprio vescovo direi che solo formalmente ci siamo: i cardinali sono tutti titolari di chiesa di Roma. Sul secondo punto sono assolutamente d’accordo, come sono d’accordo sul discorso del Sinodo. Queste idee erano emerse già nel concilio, ma poi fu la curia romana ad opporre forte resistenza e Paolo VI seppe mediare da par suo. Starei attento, per ragioni soprattutto storiche, a rivedere in toto la figura del papa.

25.Secondo ALBERTO MELLONI, assisteremo ad un conclave lunghissimo di cui GIOVANNA CIRRI, dell'ANSA, ha segnato l'inizio. Per ora ci si è interessati alla destinazione fisica di papa Benedetto XVI, ma potrebbe essere una scelta provvisoria. Non è detto che sarà per sempre nel piccolo monastero di clausura delle suore. Potrebbe anche scegliere di vivere fuori dai sacri palazzi, per non condizionare il nuovo papa. Si vedranno'> Concelebreranno? Si parleranno? Domande legittime.

Io non penso che il conclave sarà lunghissimo, anzi…Per il resto, si vedrà. Se fossi Benedetto XVI non mi fare più né vedere, né sentire. Questo è un momento molto delicato e non va bene creare confusione. Di certo, come ho già scritto, non avrei scelto di vivere in Vaticano.

26.Tra i vari detrattori spicca quasi solitario quello del segretario del papa polacco DZIWIZ, che lo ha quasi rimproverato per non avere continuato a portare la sua croce fino al martirio, come ha invece fatto il papa di Wadowice; questa idea la dice lunga su tante cose. Non è vero?

Ognuno ha il diritto di esprimere la propria opinione e quella di don Stanislao è importante solo per la veste che porta, non per la portata intellettuale della cosa. A me questa persona non è mai piaciuta e rimprovero al papa di averlo creato vescovo e a Benedetto XVI di avergli dato la porpora. Era un semplice prete che faceva il segretario del vescovo di Cracovia che è diventato papa. Non mi pare una mente eccelsa né il teologia, né in altri campi. La sua opinione in merito, per me, lascia il tempo che trova.

27.A questo proposito invece altri riflettono e si auspicano che il papa dovrebbe rinunciare a quel fuorviante titolo di “sommo pontefice”: ereditato dalle forme di sacerdozio “politico-religioso” dell'antica Roma pagana. C'è ancora tanto lavoro da fare. Ma questo gesto epocale potrebbe essere un buon inizio, non credi?

Sì, è vero. Il papato è incrostato da molte farraginosità che è andato accumulando nei secoli. Ecco perché ritengo che i cardinali debbano scegliere un papa spiritualmente umano o umanamente spirituale. Solo un papa di grande spessore spirituale ed umano saprà gestire oculatamente una progressiva riforma del pontificato che si rende assolutamente necessaria.

28.Allo stesso modo dobbiamo riferire come un monsignore della curia di fronte a queste dimissioni inattese, accolte come un lutto non ancora elaborato,ripeteva quasi tra se':”Queste dimissioni di Benedetto XVI sono un vulnus, una ferita istituzionale, giuridica, di immagine”. Una concezione agli antipodi della precedente.....?

Sono opinioni…solo opinioni. Il gesto è stato inatteso e ha spiazzato quasi tutti. Dico quasi tutti perché ho saputo che è dall’ottobre scorso che il monastero dove andrà a vivere Benedetto XVI è in fase di ristrutturazione. Qualcuno sapeva e ha tenuto tutto sotto silenzio. Non voglio fare della dietrologia, ma mi chiedo come mai proprio in quel periodo sia uscito il libro di Nuzzi, come mai da quel tempo la chiesa sia stata al centro di cronache non sempre commendevoli. Non so. Il nuovo papa saprà qualcosa perché leggerà il rapporto dei tre cardinali in merito. Chi ha visto quel rapporto? Chi, oltre a loro tre ed a chi ha steso materialmente il rapporto, sa quel che c’è scritto?

29.Infine e concludo, ma tu che cosa hai scritto di personale sul tuo sito? Quali sono state le domande che più ti hanno rivolto? E quali sono le tue riflessioni in merito a tutta la vicenda?

Beh…per quanto riguarda quel che ho scritto, basta andare a mio sito. Fra le tante domande ricevute ce n’è una alla quale non ho ancora risposto e che mi ha colpito: un sacerdote mi chiede se il papa si è consultato con qualcuno per prendere questa decisione. Non so rispondere. E continuo a riflettere.

(CARLO CASTELLINI)

(GRAZIE ERNESTO PERLA TUA DISPONIBILITA' PER IL NOSTRO SITO

WWW.ILDIALOGO.ORG).




Lunedì 04 Marzo,2013 Ore: 12:01
 
 
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Dottrina della fede secondo Ratzinger

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