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www.ildialogo.org "FUGA DAL VATICANO": DIMISSIONI DI BENEDETTO XVI. Il Papa ha trasformato il suo addio in un kolossal che ricorda la «Dolce vita». Un commento di Alberto Crespi ,a c. di Federico La Sala

CINEMA E STORIA. Fra poco inizierà un altro grande film, il primo conclave moderno con l’ex pontefice ancora vivo ad assistere, sia pure a distanza. Cercasi Papa. O Cercasi Papa 2 , visto che uno ci sarebbe già..
"FUGA DAL VATICANO": DIMISSIONI DI BENEDETTO XVI. Il Papa ha trasformato il suo addio in un kolossal che ricorda la «Dolce vita». Un commento di Alberto Crespi 

L’arte della messinscena con la quale Benedetto XVI ha gestito il proprio addio è degna di Cecil B. De Mille o di Steven Spielberg. Il fatto che l’elicottero, prima di puntare sui Castelli, abbia sorvolato tutta Roma è stato un «coup de theatre» fantastico  (...)


a c. di Federico La Sala

Il kolossal dell’addio che ricorda la «Dolce vita»

di Alberto Crespi (l’Unità, 1 marzo 2013)

Il Papa ha trasformato il suo addio in un kolossal, forse perché nessuno pensi che potrebbe invece trattarsi di un thriller. Le immagini dell’elicottero che ha sorvolato Roma prima di dirigersi verso Castel Gandolfo hanno stuzzicato la memoria di qualunque cinefilo: siamo usciti da Habemus Papam , il film che sta andando in scena in Vaticano da svariati giorni, e siamo entrati in altri due film, uno sublime e l’altro orrendo. Il pensiero è volato ad Angeli edemoni , uno dei film più brutti di tutti i tempi ispirato a un romanzo demente (sì, demente: dire demenziale sarebbe fargli un complimento) di Dan Brown.

Nel finale di quel thriller religioso, un elicottero si alza in volo sopra il Vaticano per poi esplodere in una deflagrazione atomica: Tom Hanks cade nel Tevere dall’altezza di qualche chilometro e si limita a rialzarsi spolverandosi la giacca, manco fosse Wyle E. Coyote.

Sublime, invece, è il ricordo di La dolce vita, un film che all’epoca passò al vaglio delle alte sfere vaticane ottenendo finalmente il placet del cardinale Siri e, indirettamente, di Giovanni XXIII.

Lo sconvolgente affresco creato dalla fantasia di Federico Fellini si apriva con un elicottero che sorvolava gli acquedotti dell’Appia portando appesa ad un cavo l’enorme statua di un Cristo benedicente. Dai pratoni della Caffarella - proveniente, si potrebbe dire, dai Castelli e quindi da Castel Gandolfo... - l’elicottero sorvola il quartiere Don Bosco e arriva sopra San Pietro.

È una sorta di epifania sacra, subito «laicizzata» dalle ragazze in bikini che, da un terrazzo, salutano il Cristo e chiedono dove lo stiano portando. «Dal Papa», è la risposta di Mastroianni, cronista d’assalto che assieme al complice fotografo Paparazzo sta «coprendo» l’evento viaggiando su un altro elicottero al seguito. Fellini aveva già capito tutto. Ci vorrebbe davvero il suo occhio, così visionario e perspicace, per capire qualcosa dei giorni turbolenti che l’Italia sta vivendo.

Un Papa che si dimette mentre un ex Gesù condiziona la vita politica del Paese è una fantasia grottesca che anche Fellini avrebbe faticato ad immaginare; ma forse solo lui riuscirebbe a raccontarla, in un altro affresco che potrebbe non avere più nulla di dolce.

Vi state chiedendo chi sia l’ex Gesù di cui sopra? Era proprio Beppe Grillo in uno dei due film importanti che ha interpretato come attore: Cercasi Gesù di Luigi Comencini, dove alla fine faceva addirittura un miracolo (l’altro era Scemo di guerra di Dino Risi, e non faremo facili battute). Anche Cercasi Gesù sta andando ininterrottamente in scena in questi giorni, con i cronisti che inseguono vanamente Grillo e Bersani che prima lo chiama in causa come un «normale» avversario politico, e poi si accinge ad attenderlo invano in Parlamento dove magari non si farà nemmeno vedere. Farà i miracoli in contumacia.

Visto che ieri Grillo ha messo sul suo blog il manifesto di 47 morto che parla con la faccia di Bersani al posto di quella di Totò, qualcuno potrebbe «postargli» a tradimento qualche scena di quei due film: nonostante fosse diretto da due grandissimi registi, come attore il guru non era davvero granché.

Il Papa ha tutta un’altra classe. Per essere eletti a quel soglio, bisogna essere attori consumati. L’arte della messinscena con la quale Benedetto XVI ha gestito il proprio addio è degna di Cecil B. De Mille o di Steven Spielberg. Il fatto che l’elicottero, prima di puntare sui Castelli, abbia sorvolato tutta Roma è stato un «coup de theatre» fantastico e, al tempo stesso, un gesto toccante. È come se il Papa avesse voluto riempirsi per un’ultima volta gli occhi con tutta quella bellezza che stava lasciando.

Naturalmente Roma - come ogni città - ha anche angoli molto brutti, ma da un elicottero si percepisce solo la sua conformazione scenografica, i colli e i monumenti, i tentacoli di case che si allungano fra i giardini e i pratoni che arrivano quasi fino in centro. Anche chi non è credente, e considera il Papa solo un uomo di potere, non può cancellare un brivido di fronte a questo gran finale.

Fra poco inizierà un altro grande film, il primo conclave moderno con l’ex pontefice ancora vivo ad assistere, sia pure a distanza. Cercasi Papa . O Cercasi Papa 2 , visto che uno ci sarebbe già..



Venerdì 01 Marzo,2013 Ore: 16:11
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 01/3/2013 22.24
Titolo:Benedetto XVI non ha lasciato nulla al caso....
Gli ultimi istanti del pontificato di Benedetto XVI

di Stéphanie Le Bars

in “Le Monde” del 2 marzo 2013 (traduzione: www.finesettimana.org)

Il 28 febbraio resterà nella storia della Chiesa cattolica come una giornata sobria di gesti, ma ricca di simboli e forte quanto a emozioni. Per la prima volta, un papa ha lasciato la sua carica, in diretta, alla televisione. Alle 17h38, dal balcone della residenza estiva di Castel Gandolfo, a 25 km da Roma, il papa, ormai “emerito” ha salutato i fedeli riuniti sulla piazza.

“Come sapete, questa giornata è diversa dalle altre. A partire dalle 20h, ha ricordato, sarò semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo viaggio su questa terra.” Poi, senza soffermarsi oltre, è rientrato negli appartamenti, dove passerà i prossimi due mesi.

Alcuni minuti prima, l’elicottero dell’esercito italiano che assicurava il suo trasferimento era partito dai giardini del Vaticano al suono delle campane della basilica di San Pietro e delle chiese di Roma. Il papa si era appena congedato dai suoi collaboratori. I suoi appartamenti sono ormai sigillati, in attesa dell’arrivo del successore.

Nonostante il carattere senza precedenti di questa giornata dal protocollo sconosciuto, Benedetto XVI non ha lasciato nulla al caso. Alle 17, il suo accout Twitter,@pontifex, aveva fatto partire il suo ultimo messaggio: “Grazie per il vostro amore e il vostro sostegno. Possiate sempre sperimentare la gioia di mettere Cristo al centro della vostra vita!”.

Durante un incontro altrettanto inedito, alla fine della mattinata, Benedetto XVI aveva salutato personalmente i 140 cardinali già presenti a Roma per partecipare ai dibattiti precedenti al conclave.

In una breve allocuzione aveva, come il giorno prima davanti ai fedeli, riespresso “la sua gioia” di aver condiviso questi otto anni di pontificato con i credenti. Ricordando ancora una volta “i momenti di luce e i momenti in cui c’era qualche nuvola in cielo”, il papa aveva invitato i cardinali ad agire “come un’orchestra in cui le diversità concorrono nel realizzare l’armonia”. Mentre nel corso del suo pontificato aveva spesso denunciato “le divisioni e le rivalità” in seno alla Chiesa e tra i suoi più alti responsabili, Benedetto XVI li ha ora incoraggiati a “restare uniti nella preghiera al fine di servire la Chiesa e tutta l’umanità”.

coabitazione inedita

Poi, di fronte alle preoccupazioni suscitate dalla coabitazione inedita tra un papa in carica ed un papa emerito, ha assicurato ai cardinali presenti: “Tra voi, c’è il futuro papa a cui prometto rispetto ed obbedienza incondizionate.”

I cardinali cominceranno le loro riunioni informali lunedì per “far conoscenza” e per parlare delle sfide che la Chiesa deve affrontare. In particolare dovrebbero occuparsi delle conclusioni, fino ad ora segrete, dell’inchiesta condotta da tre cardinali in seguito alle disfunzioni rivelate dalla pubblicazione di documenti confidenziali (Vatileaks). La data di apertura del conclave dovrebbe essere annunciata lunedì.
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 01/3/2013 23.06
Titolo:TERMINA L'ERA RATZINGER. L’addio di Ratzinger in volo su San Pietro
L’addio di Ratzinger in volo su San Pietro

di Luca Kocci (il manifesto, 1 marzo 2013)

Papa Ratzinger lascia la Città del Vaticano, le guardie svizzere chiudono le porte, il cardinale segretario di Stato Bertone mette i sigilli all’appartamento e la casa resta vuota, in attesa del nuovo inquilino, che arriverà prima di Pasqua.

Finisce così il pontificato di Joseph Ratzinger, che ieri ha trascorso il suo ultimo giorno da papa, trasmesso in diretta dal Centro televisivo vaticano (che ha i diritti esclusivi delle immagini del papa e le vende alle emittenti di tutto il mondo).

Le telecamere del Ctv hanno ripreso i 45 minuti terminali del "regno" di Ratzinger, compreso il breve viaggio in elicottero da Roma a Castel Gandolfo, seguito da una camera volante, in un’operazione mediatica da Grande fratello che inevitabilmente - si tratta comunque del primo papa dimissionario dell’età moderna - entrerà di diritto nella storia della comunicazione, come l’allunaggio del 1969 o l’inizio dei bombardamenti su Baghdad nella prima guerra del Golfo nel gennaio 1991, anch’essi raccontati in diretta tv.

L’udienza dell’ultimo giorno

L’ultimo giorno del papa è cominciato alle 11, nella sala Clementina del Vaticano, dove Ratzinger ha salutato tutti i cardinali presenti a Roma, già arrivati a quota 144 (ma fra loro c’erano molti dei 90 ultraottantenni non elettori, il 91mo, il francese Jean Honoré è morto proprio ieri mattina).

Conclave quindi quasi al completo: gli elettori under 80 sono 117, ma due hanno già fatto sapere che non parteciperanno, l’indonesiano Darmaatmadja per motivi di salute e lo scozzese O’Brien, ritiratosi perché recentemente accusato di molestie sessuali nei confronti di 4 preti, uno dei quali ha poi lasciato il ministero.

Nella sala Clementina c’era anche il contestato ex arcivescovo di Los Angeles, Mahony, accusato di aver coperto oltre 120 casi di abusi sessuali sui minori compiuti dai preti della sua diocesi e per questo sospeso da ogni incarico pubblico.

Ratzinger ha ribadito quanto aveva detto già mercoledì, durante l’ultima udienza generale, come bilancio del pontificato: in questi otto anni ci sono stati «momenti bellissimi» ma anche «momenti in cui qualche nube si è addensata nel cielo», con implicito riferimento agli scandali dei preti pedofili, del Vatilileaks, dei "corvi" e dei movimenti finanziari sospetti dello Ior.

«Fra voi c’è il futuro papa», ha detto, e dal momento che diversi cardinali ancora non sono a Roma - sebbene la maggior parte dei papabili siano già in Vaticano -, la frase potrebbe essere interpretata, con un eccesso di dietrologia, come un’indicazione al Conclave.

Poi, in una sorta di ultimo appello prima del voto, ha richiamato tutti all’unità: «Il collegio dei cardinali sia come un’orchestra, dove le diversità, espressione della Chiesa universale, concorrano sempre alla superiore e concorde armonia». Quasi a scongiurare i rischi di un Conclave lungo: vista la necessità di una maggioranza dei due terzi (77 voti, se fossero confermati i due assenti) non è detto che il nuovo papa venga eletto in tempi rapidissimi - come fu per Ratzinger, nel secondo giorno, al quarto scrutinio -, tanto più che manca un candidato forte e che i fronti interni - curiali e residenziali, conservatori e riformatori moderati - sono piuttosto sfilacciati e alla ricerca di possibili convergenze.

Alle 17 l’addio al Vaticano, seguito passo dopo passo - passi mossi ancora con le "scarpe rosse", che ora verranno messe nel ripostiglio, insieme alle altre insegne papali: la mantellina e l’anello «del pescatore», che verrà distrutto - dall’appartamento al cortile di san Damaso (dove ha salutato per l’ultima volta Bertone e tutta la Segreteria di Stato), fino all’eliporto interno alla Città del Vaticano, da dove è decollato a bordo di un elicottero dell’aeronautica militare targato Repubblica italiana alla volta di Castel Gandolfo.

Lì trascorrerà i prossimi due mesi, prima di far ritorno Oltretevere, in una singolare e ambigua coabitazione, sebbene non sotto lo stesso tetto, con il suo successore.

Un pontefice ombra

«Sarà un "papa ombra", ci potranno essere delle ingerenze pericolose e incontrollabili», dice all’Huffington post il teologo tedesco disobbediente Hans Kung, ex collega di Ratzinger all’università di Tubinga nel post Concilio. Dalla loggia del palazzo di Castel Gandolfo, poche parole, le ultime parole alla piccola folla in piazza: «Questo giorno è diverso da quelli precedenti.

Non sono più sommo pontefice della Chiesa cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo cammino su questa terra».

Le finestre si chiudono e con loro termina "l’era Ratzinger". La sede petrina è "vacante", la Chiesa cattolica è senza capo. Questa mattina i cardinali si incontreranno informalmente per la prima volta. Lunedì prenderanno il via le congregazioni generali (le consultazioni) e inizieranno ufficialmente le grandi manovre per eleggere il nuovo papa.

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Dottrina della fede secondo Ratzinger

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