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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org QUALE BATTESIMO? QUELLO DEL FIGLIO DI "ADAMO ED EVA" O DI "MARIA E GIUSEPPE"? Una nota di don Giuseppe Dossetti - con alcuni appunti,a c. di Federico La Sala

AL DI LA' DELL'ORDINE SIMBOLICO DI "MAMMONA" E DI "MAMMASANTISSIMA"!  LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE "GIUSEPPE" E DELLO STESSO "PADRE NOSTRO" ... E CONTINUA A "GIRARE" IL SUO FILM PRE-ISTORICO PREFERITO, "IL PADRINO"!!!
QUALE BATTESIMO? QUELLO DEL FIGLIO DI "ADAMO ED EVA" O DI "MARIA E GIUSEPPE"? Una nota di don Giuseppe Dossetti - con alcuni appunti

(...) come il primo mondo uscito all’inizio dalle mani di Dio e violato poi dal peccato, aveva un capo e delle membra, Adamo e i suoi discendenti, così il nuovo mondo, la nuova creazione scaturita da questa notte pasquale, ha un nuovo capo e nuove membra: il capo, il Cristo risorto (...)


a c. di Federico La Sala

Materiali sul tema:

COSTANTINO, SANT’ELENA, E NAPOLEONE. L’immaginario del cattolicesimo romano.

FEDE E CARITA’ ("CHARITAS"): CREDERE "ALL’AMORE" ("CHARITATI"). Enzo Bianchi si domanda "come si può credere in Dio se non si crede nell’altro?", ma non si rende conto che è il quadro teologico costantiniano e mammonico che va abbandonato! 

PIRANDELLO E LA BUONA-NOVELLA. DALL’ITALIA, DALLA SICILIA, DA AGRIGENTO, DA BONN, DA ROMA, DA MILANO, DA NAPOLI, DA SAN GIOVANNI IN FIORE, E DA GERUSALEMME: UN "URLO" MAGISTRALE PER BENEDETTO XV ... E BENEDETTO XVI. Basta con la vecchia, zoppa e cieca, famiglia cattolico-romana, camuffata da "sacra famiglia"!!!

L’ITALIA E L’ANNO DELLA VERGOGNA (1994): L’ALLARME DI DON GIUSEPPE DOSSETTI E IL SILENZIO GENERALE SULL’INVESTITURA ATEO-DEVOTA DEL "NUOVO" PRESIDENTE DELLA "REPUBBLICA" ("FORZA ITALIA"). 

VIVA L’ITALIA!!! LA QUESTIONE "CATTOLICA" E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. (fls)

_______________________________________________________________________________________

Il battesimo

di G.Dossetti (dalla Omelia del sabato di Pasqua - 1970)

“Una sola cosa diciamo: un ulteriore commento lo faremo in un atto di potenza, tra pochi istanti, con la celebrazione del rito del battesimo che è rito di potenza, con il quale nel nome del Signore, in Cristo risorto, per la potenza dello Spirito, la comunità della Chiesa che siamo tutti noi genera alla vita divina un nuovo figlio.

Battezzeremo adesso un piccolo con la nuova acqua battesimale fecondata dalla potenza dello Spirito del Signore risorto. E’ questa, per eccellenza, l’ora messianica, nella quale viene compiuta veramente la nuova creazione. Come l’antica creazione, come il primo mondo uscito all’inizio dalle mani di Dio e violato poi dal peccato, aveva un capo e delle membra, Adamo e i suoi discendenti, così il nuovo mondo, la nuova creazione scaturita da questa notte pasquale, ha un nuovo capo e nuove membra: il capo, il Cristo risorto; le membra, i figli rigenerati dall’acqua del battesimo fecondata dalla potenza del suo Spirito effuso attraverso la sua passione e la sua risurrezione.

E noi ci dobbiamo sempre più abituare - ed ecco il commento nel rito di potenza che compiremo adesso - a vedere questa notte pasquale non solo come la notte in cui Cristo è risorto, ma la notte in cui viene al mondo un uomo nuovo, un uomo diverso da quello che viene generato secondo la carne e il sangue.

Il bimbo che fra poco battezzeremo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, generato dai suoi genitori è carne e soffio vitale, ma generato dall’acqua scaturita dal costato di Cristo, nella potenza del battesimo della sua morte e della sua risurrezione, è carne e Spirito Santo. Il suo destino umano sarebbe la morte, il destino divino che viene suggellato su di lui dal risorto presente tra noi e tra noi operante è la vita e la vita divina. Ecco allora quello che non noi, ma il Signore presente tra di noi opererà tra poco.”



Venerdì 11 Gennaio,2013 Ore: 19:49
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 12/1/2013 12.57
Titolo:GENITORIALITA' SECONDO LO SPIRITO, NON SECONDO NATURA
"I bambini crescono bene anche nelle famiglie gay"

la svolta della Cassazione

di Elsa Vinci (la Repubblica, 12 gennaio 2013)

Basta pregiudizi. «Un bambino può crescere in modo sano ed equilibrato anche con una coppia omosex, non vi sono certezze scientifiche o dati di esperienza che provino il contrario». La sentenza, definita «storica» dall’Arcigay, è quella con cui la Corte di Cassazione ha legittimato l ’affido di un bimbo a una coppia formata da due donne. La presidente della prima sezione civile, Maria Gabriella Luccioli, aveva aperto il solco della giurisprudenza nel marzo dell’anno scorso, quando sancì che «i gay hanno diritto a una vita familiare». Adesso afferma quanto «il mero pregiudizio possa essere dannoso per lo sviluppo di un minore».

Così è stato respinto il ricorso di un padre musulmano. L’uomo, un egiziano che vive a Brescia, si era rivolto alla Suprema Corte per contestare la sentenza d’appello che nel luglio 2011 aveva affidato la figlia alla ex compagna. Il padre lamentava che la donna fosse andata a vivere con una assistente sociale della comunità per tossicodipendenti in cui, anni prima, era andata a disintossicarsi. «Non è idoneo per mia figlia essere educata in un contesto formato da due donne legate da una relazione omosessuale», contestava. Proprio lui che si era allontanato dalla bimba quando aveva solo 10 mesi, si è messo a invocare l’articolo 29 della Costituzione e, sottolineando di essere musulmano, il diritto del minore ad essere educato secondo i principi religiosi di entrambi i genitori.

La Corte gli ha ricordato che con la sua condotta violenta - aggrediva l’ex compagna - è stato lui piuttosto a turbare la figlia. Poi si è sottratto agli incontri protetti con la piccola e ha assunto «un comportamento non improntato a volontà di recupero e poco coerente con la richiesta di affidamento condiviso». Sulla relazione omosessuale dell’ex convivente, la Cassazione ha sottolineato come «alla base delle doglianze del ricorrente non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, ma solo mero pregiudizio». Insomma «si è dato per scontato ciò che invece è da dimostrare». Maria Gabriella Luccioli, prima donna a essere nominata presidente di sezione della Suprema Corte, è nota per importanti innovazioni nel diritto di famiglia.

Esultano le associazioni omosex, ma restano divisi i politici. E c’è lo sconcerto della Conferenza episcopale: «Non si può costruire una civiltà sui tribunali», dice monsignor Domenico Sigalini, presidente della commissione Cei per il Laicato. Scontate le critiche di Carlo Giovanardi e Maurizio Gasparri del Pdl, ma da un altro esponente del Popolo della libertà, Giancarlo Galan, arriva un giudizio opposto. «Questa sentenza è un passo avanti - dice - Perché lo Stato laico deve ascoltare i cittadini e nessun altro».

Per Ignazio Marino, del Pd, la Corte ha sancito un principio di civiltà: «La capacità di crescere un figlio non è prerogativa esclusiva della coppia eterosessuale ma riguarda anche gli omosessuali e i single. L ’importante è che l’adozione venga disposta nell’interesse del minore». Non è favorevole il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, che auspica però «maggiore tutela per le coppie di fatto». Contrario anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che nello specifico tuttavia giudica la sentenza «sacrosanta». Medici e specialisti invitano a valutare di volta in volta ma il Movimento italiano genitori invoca «i principi di natura». Mentre la polemica si infiamma, le associazioni omosessuali chiedono alla futura maggioranza di legiferare in merito.

In Europa l’adozione per gli omosessuali è legale in diversi paesi: Gran Bretagna, Spagna, Svezia, Belgio, Olanda. Nel 2008 la Corte di Strasburgo ha stabilito infatti che anche i gay hanno diritto alla genitorialità, lasciando ai paesi dell’Unione la libertà di decidere. Le legislazioni restano molto diverse.
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 12/1/2013 13.56
Titolo:L'INTERESSE DEL BAMBINO ....
L’interesse del bambino

di Carlo Rimini (La Stampa, 12 gennaio 2013)

Leggendo in controluce la sentenza della Cassazione depositata ieri, si vedono immagini di profonda sofferenza. Sono frammenti interrotti: non un racconto dettagliato, perché la Cassazione non ha il compito di ricostruire i fatti, ma solo quello di interpretare il diritto e applicarlo ai fatti già accertati nei precedenti gradi del giudizio.

Le parti sono i genitori non sposati di un bambino. La madre è stata tossicodipendente ma ha superato il suo problema con l’aiuto di un’altra donna alla quale si è legata fino ad iniziare con lei una convivenza, scoprendo una nuova dimensione della propria sessualità.

In un altro fotogramma la Cassazione descrive la sofferenza e la rabbia del bambino che ha assistito alla violenta aggressione del padre verso la compagna e convivente della madre: l’uomo non poteva accettare, anche per ragioni culturali e religiose, che suo figlio crescesse con due donne e non ha trattenuto le mani.

Il tribunale ha cercato di raccogliere i cocci: ha previsto che il padre e il bambino potessero incontrarsi solo alla presenza degli operatori dei servizi sociali fino a che il bambino non avesse riacquistato fiducia nel papà e quest’ultimo non avesse dato prova di saper controlla la sua ira.

Ma il padre non si è adeguato al progetto e si è rivolto alla corte d’appello: due donne, ha affermato, non possono crescere suo figlio. E perché no? Il giudice valuta solo l’interesse del bambino sulla base dei fatti e cerca di proteggerlo da ciò che può compromettere la sua serenità.

L’unica cosa che è apparsa sicura al giudice è che un padre rabbioso che alza le mani contro una donna di fronte a suo figlio non è un genitore idoneo. La convivenza omosessuale della madre non è in sé rilevante, sino a che non si traduce in comportamenti dannosi per il bambino. Lo stesso principio era già stato affermato dal tribunale di Napoli nel 2006 e dal tribunale di Bologna nel 2008. La corte d’appello ha quindi confermato la sentenza del tribunale e ha affidato il bambino alla mamma.

Il padre, non convinto, si è rivolto alla Cassazione. Ma nel nostro ordinamento, l’accertamento dell’interesse del minore è una valutazione dei fatti riservata ai giudici di primo e di secondo grado, la cui valutazione non può essere modificata dalla Cassazione. L’esito era quindi scontato: il ricorso è inammissibile. La madre non si è neppure curata di difendersi.

È tuttavia interessante la motivazione della sentenza della Cassazione: non si limita a dire - come generalmente avviene in questi casi - che il padre ha chiesto una nuova valutazione dei fatti, improponibile dopo la sentenza d’Appello, ma sottolinea che la tesi per cui la crescita di un bambino in una famiglia composta da due donne legate da una relazione omosessuale non garantisce lo sviluppo di un bambino non è sorretta da certezze scientifiche o dati di esperienza, ma si basa sul mero pregiudizio.

Sono parole che hanno un peso, soprattutto considerando che il dibattito sui diritti degli omosessuali e sul loro rapporto con i figli è di grande attualità e non solo in Italia.
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 12/1/2013 18.55
Titolo:GUARDARE AVANTI ...
Il battesimo, la confermazione della fede e la chiamata universale al sacerdozio (LG I, 11a)


“Quando trovo la forza di seppellire il passato e di guardare avanti, lo posso fare solo radicandomi nel mio battesimo: è questo Sacramento che mi dà la forza. E voglio citare un bel testo di Roger Schutz, fratel Roger, fondatore delle Comunità di Taizè, un uomo di 77 anni, che lascia trasparire dalle parole, dagli occhi, dalla preghiera la vita nuova battesimale.

Egli scrive: «Mi chiedi talvolta dove sia la sorgente, dove sia la gioia della speranza. Ti risponderò: tutto il tuo passato, perfino l’istante appena trascorso, è già sepolto, sommerso con Cristo nell’acqua del tuo Battesimo. Non volgere lo sguardo indietro; in ciò consiste una parte della libertà del cristiano che è la libertà di correre avanti. Rinuncia a guardare indietro. Se la tua immaginazione ti presenta l’immagine distruttrice del passato, sappi che Dio non ne tiene più conto, e questo anzitutto in grazia del Battesimo e poi in grazia del sacramento della Penitenza, che rinnova in noi la prima grazia di purificazione».

Quindi, ogni volta che trovo la forza di seppellire il mio passato e di guardare avanti, attualizzo il mio Battesimo.”

(C.M.Martini)
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 12/1/2013 22.38
Titolo:Qual è il bene che va tutelato ...
- Qual è il bene che va tutelato
- Giusta la decisione della Cassazione se tutela il bene del bambino

- di Silvia Vegetti Finzi Corriere della Sera, 12 gennaio 2013)

Per un bambino è meglio crescere con un papà e una mamma. Ma ciò non autorizza, in situazioni diverse, a intervenire nella sua vita con provvedimenti violenti.

La questione dell’omosessualità, a lungo considerata una colpa o una malattia, sta subendo una radicale trasformazione. Riconosciuta coma un’inclinazione sessuale, né immorale né patologica, si sta ridefinendo come una modalità relazionale, come uno scambio di sentimenti e comportamenti che coinvolgono altri, che non necessariamente condividono la medesima inclinazione.

Questa prospettiva rende il problema più complesso ma al tempo stesso impedisce di appellarsi a principi astratti e impersonali, lontani dalla realtà, che è sempre particolare e contingente. Fermo restando che per un bambino è meglio crescere con un papà e una mamma, ciò non autorizza, in situazioni diverse, a intervenire nella sua vita con provvedimenti violenti, che frantumano il fragile tessuto dei legami affettivi.

Non sempre una relazione di coppia prosegue così com’era iniziata, capita che, per motivi non sempre comprensibili, si interrompa e che il figlio sia posto di fronte a un bivio esistenziale.

In questo caso le posizioni dei genitori sono molto diverse: l’uomo che si è rivelato violento e incapace di mantenere relazioni paterne, mentre la madre ha sempre tenuto accanto a sé il figlio, convivendo con l’assistente sociale conosciuta nella comunità in cui si era precedentemente disintossicata. Per questo le era stato concesso l’affidamento esclusivo del bambino.

Affidamento contestato dal padre soprattutto in nome della religione musulmana che non ammette figli educati da coppie omosessuali.

Ma i giudici della Cassazione hanno preso in considerazione il bene del minore. Un bene, che non consiste nei diritti dei genitori, e neppure in una situazione familiare formalmente «normale», ma nella possibilità di crescere e di realizzare le sue potenzialità.

È sempre accaduto che, in determinate circostanze, i bambini siano stati accuditi e amati da due donne. E di solito se la sono cavata piuttosto bene. Su questa constatazione si basa la decisione dei giudici di salvaguardare, anche in condizioni difficili, il benessere del bambino, ma non solo. La pretesa del padre è stata rigettata perché l’uomo «non ha fornito alcuna specificazione delle ripercussioni negative... dell’ambiente familiare in cui il minore vive presso la madre».

La sentenza afferma quindi l’opportunità di valutare la situazione concreta e di mettere al primo posto l’interesse del figlio, a scapito delle affermazioni di principi generali e astratti, incapaci di cogliere gli aspetti vitali di alcune relazioni parentali.
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 13/1/2013 17.20
Titolo:IL BATTESIMO DI GESU'
Lc 3,15-16.21-22:

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».

Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 13/1/2013 18.41
Titolo:Meglio una famiglia arcobaleno che un solo genitore...
Ma i ragazzi crescono meglio in una famiglia arcobaleno che con un solo genitore

di Massimo Ammaniti (Corriere della Sera, 13 gennaio 2013)

Oggi la famiglia tradizionale, ad esempio quella della Vienna asburgica descritta da Sigmund Freud, non rappresenta più il modello dominante: è sempre più frequente che un genitore single si occupi dell’educazione dei figli o più spesso dell’unico figlio oppure si creino famiglie ricomposte in cui convivono figli di precedenti legami con quelli nati dalla relazione attuale. È evidente che la tradizionale divisione dei ruoli si modifichi sostanzialmente: il genitore singolo può fare da padre e da madre allo stesso tempo oppure nelle famiglie ricomposte non è detto che il nuovo partner del genitore sia disposto a svolgere un ruolo genitoriale.

Questa breve premessa per dire che il mondo della famiglia deve essere visto con occhi nuovi e il dibattito su coppie gay o lesbiche dovrebbe necessariamente tener conto di questi cambiamenti.

Si tratta di un terreno scivoloso, infatti nelle proprie convinzioni intervengono modelli mentali profondamente introiettati durante l’infanzia nella propria famiglia oppure si fa riferimento a teorie psicologiche nate in un contesto culturale e sociale del passato. Come viene ribadito dalla sentenza di questi giorni della Cassazione, il dibattito non può non tenere conto dei dati di ricerche svolte in questo ambito, anche perché in altri Paesi si sono accumulate esperienze consistenti di famiglie di coppie omosessuali con figli.

In un recente articolo del 2011 pubblicato su una rivista francese, «Encephale», viene riferito che in Francia vi sono circa 200-300 mila bambini che vivono in famiglie omosessuali e pertanto servirebbero indagini più approfondite per valutare lo sviluppo dei bambini che crescono in queste famiglie.

Gli studi che sono stati effettuati fino ad ora, soprattutto negli Stati Uniti, mettendo a confronto famiglie di coppie omosessuali con quelle eterosessuali hanno messo in luce che i bambini di coppie omosessuali mostrano uno sviluppo psicologico non diverso dagli altri bambini. E questo non riguarda solo le capacità di socializzazione o il funzionamento affettivo ma anche la costruzione dell’identità di genere, ambito in cui potrebbero emergere maggiori difficoltà.

Gli studi non si fermano solo ai primi anni di vita dei bambini, che sono stati seguiti anche durante l’adolescenza, quando si sviluppa e si stabilizza l’orientamento sessuale e la stessa identità personale dei ragazzi. Anche in questo periodo non emergono differenze rilevanti e non sembrano emergere confusioni dell’identità di genere.

Sicuramente è ancora troppo presto per affermare che i bambini cresciuti in famiglie di coppie omosessuali non abbiano difficoltà in quanto questi studi devono essere replicati anche in gruppi più grandi utilizzando metodiche di indagine più approfondite. Tuttavia emergono fin da ora risultati abbastanza rassicuranti sullo sviluppo dei bambini di coppie omosessuali, che mostrano un funzionamento migliore dei bambini cresciuti in famiglie con un solo genitore.

Da queste osservazioni ci si può chiedere se sia realmente necessaria la presenza di un padre e di una madre in carne ed ossa o se non siano più significativi in famiglia modelli identificativi paterni e materni.

Questo tema era stato sviluppato in passato dallo psicoanalista Franco Fornari che aveva parlato di due codici simbolici, quello paterno e quello materno, che interverrebbero nella costruzione della personalità.

Mentre il codice materno è rappresentato dal principio di appartenenza, ossia la dimensione mentale di cura, di condivisione affettiva e di protezione soprattutto nei momenti di difficoltà, il codice paterno al contrario si basa sul riconoscimento delle capacità e dell’efficienza, sul sostegno dell’autonomia e dell’indipendenza favorendo in questo caso l’esplorazione e l’affermazione personale.

I due codici convivono in ognuno di noi, con una maggiore espressività, ma non sempre, del codice materno nelle donne e di quello paterno negli uomini, anche se ci sono esempi assolutamente contrastanti.

Ritornando alle coppie lesbiche o gay i due codici possono essere maggiormente personificati in uno o nell’altro partner, creando una dinamica di significati simbolici che vengono internalizzati dal bambino. Si tratta evidentemente di un’ipotesi ma che potrebbe spiegare perché i bambini di coppie omosessuali crescono adeguatamente raggiungendo una propria identità sessuale matura.

*Professore di Psicopatologia dello sviluppo all’Università La Sapienza di Roma

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Dottrina della fede secondo Ratzinger

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