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www.ildialogo.org IL PARROCO DI COMACCHIO, L'EUCARESTIA(?!), E IL MAGISTERO VATICANO. Don Piergiorgio Zaghi rifiuta la comunione a un bimbo disabile. Una nota di Giacomo Galeazzi,a c. di Federico La Sala

LA GRAZIA, LA CARESTIA, E LA FINE DEL CATTOLICESIMO. Benedetto XVI, il papa teologo, ha gettato via la "pietra" su cui posava l’intera Costruzione....
IL PARROCO DI COMACCHIO, L'EUCARESTIA(?!), E IL MAGISTERO VATICANO. Don Piergiorgio Zaghi rifiuta la comunione a un bimbo disabile. Una nota di Giacomo Galeazzi

Benedetto XVI nell’esortazione apostolica del 2007 «Sacramentum Caritatis» cancella ogni dubbio. «Venga assicurata anche la comunione eucaristica, per quanto possibile, ai disabili mentali, battezzati e cresimati: essi ricevono l’Eucaristia nella fede anche della famiglia o della comunità che li accompagna», chiarisce Joseph Ratzinger, Pontefice teologo e pastore.


a c. di Federico La Sala

PREMESSA SUL TEMA:

 GRAZIA ("CHARIS") E AMORE EVANGELICO ("CHARITAS"). I Padri delle origini chiamavano l’Eucharistia, il "sacramento della misericordia divina", al pari del sacramento stesso della riconciliazione.

"La parola «Eucharistia» deriva dal verbo greco «eu-charistèō/rendo grazie» che a sua volta proviene dall’avverbio augurale «eu-...-bene» e «chàirō-rallegrarsi/essere contento»" (Paolo Farinella, prete).

PER RATZINGER, PER IL PAPA E I CARDINALI, UNA LEZIONE DI GIANNI RODARI. L’Acca in fuga

LA CARESTIA E LA CHIESA CATTOLICO-ROMANA!!! "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST" (1Gv., 4., 1-16). LO SCEMPIO DEL "CORPUS DOMINI". Una nota di don Aldo Antonelli sulla presente carestia, umana e teologica  (Federico La Sala)

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Parroco sotto accusa Ferrara, il Vaticano contro la decisione del sacerdote

di Giacomo Galeazzi (La Stampa, 12 aprile 2012)

Un parroco emiliano rifiuta la comunione a un bimbo disabile ed esplode una polemica così infuocata da rimbalzare subito a Strasburgo e in Vaticano. Il sacramento negato a Pasqua trasforma l’episodio in una controversia internazionale e la protesta in due esposti. Il primo alla Corte europea dei diritti dell’uomo «per violazione della libertà religiosa».

Il secondo alla Santa Sede. Tutto inizia giovedì santo a Comacchio, nel Ferrarese, alla cerimonia propedeutica alle prime comunioni. Don Piergiorgio Zaghi ritiene che il bambino, affetto da un grave ritardo mentale, non sia in grado di «comprendere il mistero dell’Eucarestia». Sconcerto, clamore, raffica di reazioni.

Il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio dei diritti sui minori e consulente della Commissione parlamentare dell’Infanzia, denuncia «un oscurantismo culturale da medioevo». Negando al piccolo la comunione, «il sacerdote ha leso la sua dignità di persona». I parrocchiani si dividono fra chi condivide la scelta e chi dissente richiamando l’appello papale ad assicurare il sacramento, per quanto possibile, anche ai disabili mentali. Al sacerdote scrive una lettera un compagno di classe del bambino: «Se fosse con noi sarebbe una grande gioia per lui e noi avremmo il vero valore della Comunione».

I genitori prendono male il no del parroco e affidano alle carte bollate l’amara sorpresa. Nella Curia romana il cardinale canonista Velasio De Paolis solidarizza con loro e stigmatizza l’eucarestia rifiutata a un bimbo ritenuto incapace di comprendere il sacramento.

Lo stretto collaboratore di Benedetto XVI ricorda come nelle comunità orientali i bambini ricevano l’eucarestia subito dopo il battesimo, quindi «se il disabile non profana l’ostia, se la accoglie serenamente, nella Chiesa è prassi che gli venga amministrata». E, aggiunge, «io non l’avrei negata», soprattutto per «la forza del sacramento che raggiunge anche chi è malato o in punto di morte». Spera ancora che don Zaghi «ci ripensi», Claudia, la madre del bambino «discriminato senza ragione in quanto è andato regolarmente al catechismo». E aggiunge: «Ci andava volentieri, certo il grado di attenzione non era come quello degli altri bambini, perché mio figlio ha anche un ritardo mentale».

E riguardo al fatto che non possa capire il «mistero del sacramento dell’Eucarestia», alla mamma «sembra che anche un bimbo di 10 anni “normale”, anche se non mi piace la parola, non possa comprenderlo fino in fondo». I legali della famiglia si appellano al fatto che «l’ordinamento giuridico canonico non fa alcun riferimento né all’età né alla capacità di intendere e volere del soggetto che si appresta a ricevere il Sacramento dell’Eucarestia». E sottolineano che «il minore in questione pur se affetto da grave disabilità motoria non è comunque giuridicamente totalmente incapace di comprendere il significato dell’istituto sacramentale».

Interviene la comunità Papa Giovanni XXIII: «Da noi molti cerebrolesi ricevono regolarmente la comunione». Per l’associazione di don Oreste Benzi, «la comunione negata al bambino disabile deve interpellare tutta la comunità cristiana». Nella comunità, anche i ragazzi gravemente disabili ricevono la comunione. «Sono degli angeli crocifissi, come diceva don Benzi, e dobbiamo ripartire dagli ultimi accogliendoli realmente nelle nostre comunità, avvicinando le famiglie che hanno al loro interno i disabili e sostenerle».

La cerimonia della prima comunione si terrà in maggio e coinvolgerà una ventina di ragazzi in totale. C’è abbastanza tempo per la retromarcia in cui la famiglia confida. «Spero che il bambino possa fare la comunione con tutti i suoi compagni, che hanno dimostrato di tenerci: anche loro hanno insistito perché facesse la comunione con loro, sono stati tutti molto solidali con noi», conclude mamma Claudia. Per ora la diocesi ha avallato il no del parroco. Da lì potrebbe partire il ripensamento. Per carità e buon senso.

Il Papa santo Pio X aveva fissato un’età-limite per la prima comunione: può ricevere l’Eucarestia chi è in grado di distinguere il pane di Dio da quello materiale. E quindi è meglio attendere i 9-10 anni per amministrare il sacramento, anche se la Chiesa cattolica non ha mai condannato la prassi consolidata nelle comunità orientali di concedere la comunione subito dopo il battesimo, quindi a bimbi appena nati.

Benedetto XVI nell’esortazione apostolica del 2007 «Sacramentum Caritatis» cancella ogni dubbio. «Venga assicurata anche la comunione eucaristica, per quanto possibile, ai disabili mentali, battezzati e cresimati: essi ricevono l’Eucaristia nella fede anche della famiglia o della comunità che li accompagna», chiarisce Joseph Ratzinger, Pontefice teologo e pastore. E il «quanto possibile» si riferisce ad una possibilità fisica, non mentale (per esempio se i disabili riescano a deglutire e ingerire l’ostia o meno).



Giovedì 12 Aprile,2012 Ore: 22:03
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 13/4/2012 09.05
Titolo:LA "CARITAS" - IL "TESORO" OFFERTO DA DIO, QUELLO DI BENEDETTO XVI (" Deus car...
FERRARA

Comunione negata? Non è vero,
accolto quel bimbo disabile


Una carezza del sacerdote nel giorno della Prima Comunione doveva essere il gesto dell’accoglienza e dell’attenzione speciale di un’intera comunità a un bambino di dieci anni con gravi disabilità psichiche. Invece su molti canali mediatici è diventato l’emblema dell’esclusione della «vita debole» dal banchetto eucaristico. Una barriera che sarebbe stata alzata dal parroco di Porto Garibaldi, nell’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, durante la Messa del Giovedì Santo quando venti ragazzi si sono accostati per la prima volta al sacramento. «Siamo amareggiati, non ce lo aspettavamo», racconta la mamma alle agenzie di stampa.

La Curia, invece, non parla di sorprese: il percorso era stato concordato con la famiglia che aveva avuto anche un lungo incontro con un sacerdote nel palazzo vescovile. E l’arcidiocesi tiene a sottolineare che non c’è stato alcun rifiuto dell’Eucaristia, che nessuna discriminazione è stata compiuta dal parroco e che il cammino di preparazione continuerà in modo che il ragazzo possa accedere al Sacramento nei tempi opportuni.

E i tempi contano per capire ciò che è accaduto. Spiega la Curia che a fine febbraio i genitori del disabile – una coppia di conviventi – si presentano dal parroco di Porto Garibaldi (che non è quello del paese dove vivono) per chiedere che il figlio possa ricevere la Comunione. Come faranno i compagni di classe, riferiscono. Il sacerdote prende a cuore fin da subito la situazione. Coinvolge i catechisti, sente le insegnanti di sostegno del bambino, acquista dvd e sussidi per una preparazione a misura di portatore di handicap.La Curia segue con attenzione il caso, mentre si constata che il ragazzo interagisce quando viene sollecitato dalle carezze. La «teologia dell’affetto» viene adottata dalla parrocchia che mette a punto una proposta con un approccio molto graduale e senza scadenze prefissate. Ai genitori viene chiesto di portare il figlio negli ambienti parrocchiali: cosa che avviene, seppur con l’intermezzo di un ricovero ospedaliero. L’intento è farlo sentire parte della comunità.

All’inizio di aprile avviene l’incontro in Curia. Durante il colloquio il sacerdote offre al ragazzo un’ostia non consacrata che lui respinge bruscamente. Ecco allora il suggerimento ai genitori: alla Messa della Prima Comunione il bambino sarà nelle panche insieme con i coetanei; però non riceverà il Santissimo Sacramento ma una carezza del parroco e la benedizione. Secondo l’arcidiocesi, è la via per mostrare che la disabilità interpella la Chiesa, che ciascun portatore di handicap è «persona prediletta» e partecipa come tutti i credenti alla celebrazione, che la parrocchia lo sostiene nella promozione integrale. In attesa che il percorso possa proseguire e compiersi.

Il Giovedì Santo il bambino è in mezzo ai compagni. Vicino ha la madre. E la carezza con la benedizione c’è.
A distanza di qualche giorno, quanto accaduto in quella chiesa sui lidi ferraresi si trasforma in un caso mediatico con tanto di presunto esposto alla Corte europea dei diritti dell’uomo «per violazione della libertà religiosa» (poi rivelatosi una patacca) mentre la madre nega di aver dato mandato a un legale. L’arcidiocesi intanto continua a tendere la mano: nel rispetto della natura del Sacramento, il bambino sarà accompagnato per condividere il «tesoro offerto da Dio» sulla mensa eucaristica.

Giacomo Gambassi


* Avvenir, 12 aprile 2012
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 13/4/2012 11.52
Titolo:I VESCOVI APPROVANO LA PAROLA DI BENEDETTO XVI ....
EV-ANGELO, BUONA-NOTIZIA


"CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST". «Et nos credidimus Charitati...»(1 Gv., 4. 1-16) !!!!


SINODO DEI VESCOVI, 2008. L’ANNO DELLA PAROLA DI DIO: AMORE ("CHARITAS") O MAMMONA ("CARITAS")?!


I VESCOVI APPROVANO LA PAROLA DI BENEDETTO XVI: "Deus caritas est" (2006(!!!!


Fatto sta che la prima enciclica di Papa Benedetto XVI (Deus caritas est, 2006) è per Mammona!


Federico La Sala
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 13/4/2012 13.55
Titolo:BRUNO FORTE. IL VATICANO GESTISCE LA GRAZIA DI DIO ...
LA GRAZIA DEL DIO DI GESU’ E’ "BENE COMUNE" DELL’INTERA UMANITA’, MA IL VATICANO LA GESTISCE COME SE FOSSE UNA SUA PROPRIETA’. Bruno Forte fa una ’predica’ ai politici, ma non ancora a se stesso e ai suoi colleghi della gerarchia. Una sua nota, con appunti:

http://www.ildialogo.org/Ratzinger/Interventi_1290959038.htm

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Indice completo articoli sezione:
Dottrina della fede secondo Ratzinger

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