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www.ildialogo.org LA LIBERTA' DEL CRISTIANO E IL CODICE D'ONORE DEL "PADRONE GESU'", IL "PADRINO" DELL'"ORCO-DIO" e di "MAMMONA". Bagnasco contro l'autosufficienza dei «cattolici adulti». Una nota di Roberto Monteforte,a c. di Federico LA Sala

IL MESSAGGIO EVANGELICO E LA COSTITUZIONE NON HANNO NULLA A CHE FARE CON IL "MAGISTERO" della gerarchia cattolico-costantiniana di "Gesù" come "Dominus Iesus" e di Dio come "ricchezza" (Benedetto XVI, Deus caritas est, 2006)! Il cristianesimo non è il cattolicesimo ...
LA LIBERTA' DEL CRISTIANO E IL CODICE D'ONORE DEL "PADRONE GESU'", IL "PADRINO" DELL'"ORCO-DIO" e di "MAMMONA". Bagnasco contro l'autosufficienza dei «cattolici adulti». Una nota di Roberto Monteforte

(...) Non può essere considerato un atto di coraggio «l’esprimersi contro il Magistero », lo è piuttosto il «conformismo della fede». Invita a praticare il «discernimento» con la gerarchia (...)


a c. di Federico LA Sala

 

Materiali sul tema:

IL NOME DI DIO. L’ERRORE FILOLOGICO E TEOLOGICO DI PAPA BENEDETTO XVI, NEL TITOLO DELLA SUA PRIMA ENCICLICA. Nel nome della "Tradizione"

RATZINGER ’A SCUOLA’ DEL VISIONARIO SWEDENBORG. Una nota di Leonard Boff e una di Immanuel Kant

-  LA CHIESA CATTOLICA, IL BERLUSCONISMO, E L’ITALIA: BIBBIA, COSTITUZIONE E SCUOLA. DOPO IL SINODO DEI VESCOVI, L’URGENZA E LA NECESSITA’ DI FARE CHIAREZZA. PER UN DIALOGO VIVO E FECONDO, UNA NOTA (Federico La Sala)

 

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Bagnasco contro l'autosufficienza dei «cattolici adulti»

di Roberto Monteforte (l'Unità, 18 dicembre 2011)

Attenzione all’espressione «cattolici adulti». Quella usata da RomanoProdi per affermare l’autonomia del laicato cattolico nelle scelte politiche nel referendum sulla procreazione assistita del marzo 2005. Quell’espressione potrebbe essere pericolosa se dovesse portare ad atteggiamenti di «autosufficienza e di autonomia verso il Magistero della Chiesa». Lo ribadisce il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco intervenendo alla giornata di studio sulla formazione sociale e politica dei cattolici organizzata dall’associazione «Retinopera».

Non si limita a replicare alle accuse sull’esenzione dall’Ici. «La Chiesa paga il dovuto. La polemica è senza fondamento -afferma -. Tutto è trasparente». «Siamo disponibili – aggiunge - ad alcune precisazioni laddove nella formulazione di qualche punto della legge queste precisazioni si rivelino necessarie». Il presidente della Cei, nella fase politica nuova che si è aperta, proprio quando si stanno ridefinendo le coordinate di un rinnovato impegno dei cattolici in politica, ricorda i vincoli alla loro autonomia: il «rispetto delle indicazioni del Magistero e della Parola di Dio». Non basta l’agire secondo coscienza quando è in crisi l’idea stessa di coscienza.

Questo il suo ragionamento che propone richiamando tutti al rispetto dei valori non negoziabili, dalla sacralità della vita alla centralità della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. È da questi valori fondanti - lo sottolinea - che discendono quelli «sociali» al lavoro, alla sicurezza, all’inclusione, alla pace. Il cardinale mette in riga e rilancia. Invita i cattolici ad «un coraggioso e sereno anticonformismo», che «alla soggezione mondana» privilegia «la coscienza della verità e l’obbedienza ad essa». Cita le parole pronunciate il 29 giugno 2009 da Papa Ratzinger. Non può essere considerato un atto di coraggio «l’esprimersi contro il Magistero », lo è piuttosto il «conformismo della fede». Invita a praticare il «discernimento» con la gerarchia.

Tanto più necessario vista la crisi dell’éthos personale e politico. Troppe le ambiguita, osserva, attorno al concetto «libertà di coscienza». «Viene confusa con la libertà senza limiti». Quella che dovrebbe essere il «crogiuolo discriminante tra il bene e il male», «slitta a sinonimo di individualismo sofisticato». Diventa un «alibi alla propria ostinazione quando la caparbia indisponibilità alla correzione di sè viene giustificata con la fedeltà alla voce interiore». Così la libertà di coscienza finisce per essere «un termine svilito per spiegare situazioni di comodo, di fraintendimento, di disimpegno nei confronti di sé, degli altri, di Dio». Lo presenta come un effetto della postmodernità che avrebbe ripercussioni anche sulla sfera pubblica.
 
Visto che è sulla libertà di coscienza nelle scelte concrete che si fonda l’autonomia del laicato in politica, riconosciuta e valorizzata dal Concilio Vaticano II, con i limiti fissati dalla Congregazione per la Dottrina per la Fede. L’invito al laicato cattolico è a crescere e maturare come «soggetto interiormente coeso e diffuso», ma nel rispetto del Magistero».


Lunedì 19 Dicembre,2011 Ore: 08:24
 
 
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Dottrina della fede secondo Ratzinger

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