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www.ildialogo.org IL VATICANO GRIDA "FORZA ITALIA" E BENEDICE IL GOVERNO IN NOME DELLA BENEDETTINA "CARITAS". Una nota di Marco Politi - con appunti,a c. di Federico La Sala

DIO E’ MAMMONA (Benedetto XVI, "Deus CARITAS est", 2006)!!! SE UN PAPA TEOLOGO SCRIVE LA SUA PRIMA ENCICLICA, TITOLANDOLA "DEUS CARITAS EST" ("CHARITAS", SENZA "H"), E’ ORA CHE TORNI A CASA, DA "MARIA E GIUSEPPE", PER IMPARARE UN PO’ DI CRISTIANESIMO. L’AMORE ("CHARItaS") NON E’ LO ZIMBELLO DEL TEMPO ...
IL VATICANO GRIDA "FORZA ITALIA" E BENEDICE IL GOVERNO IN NOME DELLA BENEDETTINA "CARITAS". Una nota di Marco Politi - con appunti

a c. di Federico La Sala

La Chiesa non stacca la spina a Berlusconi. Nel degrado in cui l’uomo di Arcore ha gettato la credibilità del premierato e della stessa Italia a livello internazionale, le massime gerarchie ecclesiastiche continuano a fornirgli l’appoggio politico.


APPUNTI SUL TEMA:

SE UN PAPA TEOLOGO SCRIVE LA SUA PRIMA ENCICLICA, TITOLANDOLA "DEUS CARITAS EST" ("CHARITAS", SENZA "H"), E’ ORA CHE TORNI A CASA, DA "MARIA E GIUSEPPE", PER IMPARARE UN PO’ DI CRISTIANESIMO. 

LA QUESTIONE MORALE, QUELLA VERA - EPOCALE. AL GOVERNO DELLA CHIESA UN PAPA CHE PREDICA CHE GESU’ E’ IL FIGLIO DEL DIO "MAMMONA" ("Deus caritas est") E AL GOVERNO DELL’ **ITALIA** UN PRESIDENTE DI UN PARTITO (che si camuffa da "Presidente della Repubblica") e canta "Forza Italia", con il suo "Popolo della libertà" (1994-2011).

VIVA L’ITALIA. LA QUESTIONE "CATTOLICA" E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico. (Federico La Sala)

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  Vaticano. Chi predica e chi razzola 
-  La benedizione in nome dell’Ici

-  di Marco Politi (il Fatto, 17.09.2011)

La Chiesa non stacca la spina a Berlusconi. Nel degrado in cui l’uomo di Arcore ha gettato la credibilità del premierato e della stessa Italia a livello internazionale, le massime gerarchie ecclesiastiche continuano a fornirgli l’appoggio politico. Un sostegno vitale per lui e incomprensibile per la maggioranza dei credenti e dei cittadini. L’80% degli italiani (secondo il recente rilevamento di Mannheimer) non ha fiducia in lui. I cattolici hanno partecipato in massa al referendum che ha sconfessato clamorosamente i suoi trucchi per sottrarsi ai giudici. Cos’altro deve succedere perché dalle più alte cupole venga la semplice, evangelica dichiarazione: “Quest’uomo non pretenda di rappresentarsi come amico e difensore della Chiesa”?

Non basta la macchina del fango contro il direttore di “Avvenire” Dino Boffo, non bastano i crocifissi che ballonzolano sulle tette delle ninfette del bunga bunga, non bastano le menzogne istituzionali sulle minorenni, non bastano i commenti osceni su esponenti politici internazionali che spingono il premier a mendicare e minacciare un decreto bavaglio contro giudici e informazione.

Sembra che niente sia abbastanza per smuovere le gerarchie ecclesiastiche. “Piovono guai su Berlusconi”, titola l’“Avvenire” come se si trattasse di improvvise disavventure e non dell’ennesima riprova di indegnità di un capo del governo che si circonda di lestofanti, parla come nemmeno i mitici scaricatori, consuma il tempo tacitando olgettine e consultando avvocati invece di occuparsi del Paese in maniera meno ridicola di quanto sia dimostrato dalle sue cinque manovre. Eppure la Chiesa sa. Proprio sul giornale dei vescovi l’anno è cominciato con il monito che il presidente della conferenza episcopale cardinale Bagnasco aveva ricordato già nel 2010 che l’articolo 54 della Costituzione impone “decoro” a chi occupa le supreme cariche e che per loro risulta inammissibile scindere “ruolo e contegno”. Dunque il metro c’è. È ben presente nei palazzi ecclesiastici. Non è un’invenzione di anti-berlusconiani arrabbiati. È il semplice metro del buon senso, dell’etica civile, dell’attenzione al bene comune.

Ma quando è il momento di misurare definitivamente Silvio Berlusconi, l’istituzione ecclesiastica si rimette il metro in tasca, esprime un rimbrottino e poi volta la testa dall’altra parte e tace. Giunti al dunque, non conta l’etica civile, non conta il bene comune, non conta che questo governo nulla stia facendo contro quei mali che pure la gerarchia ecclesiastica denuncia: la corruzione, l’evasione fiscale, il precariato, la disattenzione permanente ai problemi vitali delle famiglie. Quasi si trattasse di un dogma, i vertici supremi ecclesiastici continuano a fare da sostegno a Berlusconi. Incuranti del fatto che il 70% dei vescovi la pensi diversamente. Tra i presuli, in effetti, il 40% è filo-centrista e il 30 ha una sensibilità sociale di centro-sinistra. Anche tra i vescovi Berlusconi è ormai in minoranza. E più che mai in minoranza è tra il popolo delle parrocchie indignato, arrabbiato, rattristato per i “baccanali” di Arcore e la trascuratezza con cui (non) viene seguita la situazione economica delle normali famiglie.

Oltretevere, però, ci si gingilla con l’ipotesi di rifondare un nuovo partito cattolico. Ci si accontenta dei privilegi fiscali, dei soldi alle scuole confessionali, delle leggi civili bloccate da una maggioranza prona. L’Italia va a rotoli? Sopire, troncare... 



Sabato 17 Settembre,2011 Ore: 11:36
 
 
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Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 17/9/2011 12.47
Titolo:COSTITUZIONE E PROSTITUZIONE
Costituzione e prostituzione

di Antonio Padellaro (il Fatto, 17.09.2011)

A chi ancora domanda (gli sbalorditi giornalisti stranieri e tanti comuni cittadini) come sia possibile che un tipo accusato di essere un puttaniere patentato e ricattato resti inamovibile e protervo a Palazzo Chigi, e cosa si possa fare per lavare questa vergogna nazionale non si può che rispondere: troppo tardi, bisognava pensarci prima.

Chi è infatti il personaggio che, parlando di ragazze come se fossero agnelli da scuoiare, dice a Gianpi “chi mi porti stasera?” e che versa centinaia di migliaia di euro a Tarantini e ai suoi degni compari perché tengano la bocca chiusa? È lo stesso che più di tre lustri fa ribaltò, grazie a una montagna di quattrini, il già poco virtuoso tavolo della politica italiana e che ora, disponendo di un patrimonio di quasi 6 miliardi di euro, si è comprato un governo, una maggioranza e tutte le leggi di cui ha bisogno. E dunque può fare solo rabbia il fatto che ora, nell’opposizione guidata dal Pd, si levino alti i lamenti sul “Berlusconi che ci porta alla rovina” quando per ben due volte (1996 e 2006) la sinistra di lotta e di governo si guardò bene dal varare una seria norma sul conflitto d’interessi per impedire che un miliardario senza scrupoli facesse banco, come poi ha fatto.

E che dire della grande stampa d’informazione? Siamo convinti che il galantuomo Ferruccio de Bortoli prima o poi darà voce sulla prima pagina del Corriere della Sera allo sdegno della grande borghesia produttiva, che quel grande giornale rappresenta, per lo spettacolo vergognoso di un premier che vuole trasformare la Costituzione in prostituzione.

Mentre i giornali di Arcore si coprono di ridicolo sostenendo che il padrone non paga le ragazze, ma fa beneficenza (non sposarono festosamente anche la balla suprema di Ruby nipote di Mubarak?), ciò che resta della libera informazione, con poche eccezioni, si limita a commentare il “troiaio” con timide giaculatorie che lasciano il tempo che trovano. Del resto i loro editori, palazzinari, banchieri o industriali dell’auto, hanno un maledetto bisogno del governo di Papi e si adeguano.

Una prece infine sui silenzi vaticani. Sì, quelle purpuree gerarchie che insorgono appena si osi parlare di coppie di fatto, tacciono imperturbabili di fronte allo scempio morale: decine di giovani donne vendute e comprate per il sollazzo di un vecchio. Il quale sa di non temere nulla, finché i mercanti continueranno a bivaccare nel tempio in cambio di un’esenzione Ici.

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Dottrina della fede secondo Ratzinger

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