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www.ildialogo.org CEDIMENTO STRUTTURALE DEL VATICANO: UN MODELLO CLERICALE DI CHIESA DIVENUTO INSOSTENIBILE. Un'analisi di Giancarlo Zizola,a cura di Federico La Sala

VERITA' E RICONCILIAZIONE: IN PRINCIPIO ERA IL LOGOS ("CHARITAS"), NON IL "LOGO" DELLA RATZINGERIANA "CARITAS"!!! Per la critica dell'economia politica e della teologia "mammonica" ("caritas") ... e il buon-uso della parola e della teologia evangelica ("charitas")!!!
CEDIMENTO STRUTTURALE DEL VATICANO: UN MODELLO CLERICALE DI CHIESA DIVENUTO INSOSTENIBILE. Un'analisi di Giancarlo Zizola

(...) E´ possibile che anche questa crisi, se recepita in modo appropriato, possa accelerare col tempo la trasformazione di un modello di Chiesa rimasto troppo attaccato alla figura regale e politica della cristianità (...)


a cura di Federico La Sala

 La rottura nella Chiesa

di GIANCARLO ZIZOLA (la Repubblica, 9 maggio 2010)

   

La critica pubblica indirizzata dal cardinale Christoph Schoenborn all´ex segretario di Stato cardinale Angelo Sodano rompe il costume apologetico che copre di nebbie d´incenso i vertici della Chiesa e rivela i contraccolpi profondi della bufera della pedofilia nel clero sugli equilibri interni del sistema centrale della Chiesa cattolica.

Il cardinale di Vienna mette in gioco la sua vicinanza teologica e umana con Papa Ratzinger, fin da quando lavoravano fianco a fianco sul Catechismo della Chiesa cattolica. E dà voce a quella corrente di pensieri nella Chiesa che interpreta l´attuale crisi come strumento necessario di liberazione del male oscuro, a lungo rimosso, passaggio doloroso ma necessario per recuperare la prospettiva della riforma ecclesiale. Egli si schiera con quanti sono convinti che subire questa crisi aspettando che la nuvola nera passi e tornare anzi all´idea di una Chiesa «società perfetta» sia una strategia perdente.

Contrariamente al messaggio trionfalista lanciato da Sodano a Pasqua, che denigrava come «chiacchiericcio» il ruolo dei media mondiali nelle indagini sullo scandalo, Shoenborn ritiene che sia erroneo accusare i media o la cultura permissiva. Egli mostra di apprezzare la copertura mediatica degli abusi clericali come un aiuto offerto alla Chiesa nella ricerca della verità dei fatti, e dunque un implicito alleato all´azione purificatrice intrapresa da Ratzinger, che ha smantellato il sistema organizzato dell´omertà: misura decisiva per avviare il radicale risanamento istituzionale e interiore del sistema ecclesiastico. È la stessa convinzione che ha portato il cardinale Carlo Maria Martini a salutare «con favore» il fatto che la società esiga che venga fatta piena luce su questi fatti delittuosi e che le vittime abbiano avuto il coraggio «di denunciare tali crimini secondo verità».

Più che in altre congiunture drammatiche, la prova attuale mette a nudo il carattere sistemico della crisi della pedofilia e indica che la guarigione, per essere radicale, non può che essere cercata in una ripresa dell´autoriforma della Chiesa, non nella sua sepoltura. La crisi trova infatti la sua chiave di lettura pertinente se ricondotta alle resistenze istituzionali alle spinte innovatrici del Concilio Vaticano II. Non a caso si moltiplicano i segnali del coinvolgimento di esponenti di alto rango del governo centrale della Chiesa nel sistema omertoso invalso. E lo stesso, celebrato sistema di selezione centralista dei candidati all´episcopato si sta dimostrando al di sotto della sua fama.

Il caso del cardinale Groer, citato dal suo successore a Vienna, è tipico del grado di opacità istituzionale, misto alla presunzione di certi esponenti ecclesiastici: egli resistette a lungo alle ingiunzioni di Giovanni Paolo II che esigeva le sue dimissioni, e rifiutò di aderire alla rinuncia alla porpora, che pure gli era stata richiesta. 

E´ possibile che anche questa crisi, se recepita in modo appropriato, possa accelerare col tempo la trasformazione di un modello di Chiesa rimasto troppo attaccato alla figura regale e politica della cristianità avvitata intorno alla casa clericale e alla curia romana, in un modello più spoglio, meno privilegiato e patriarcale, più egualitario e fraterno, meno autoritario e centralista.

 

È opinione di molti vescovi che misure repressive o di tipo poliziesco non siano sufficienti. Benvenute le innovazioni annunciate come l´avvento della psicologia nei seminari, la messa in valore della sessualità umana, la ricezione della figura della donna in quell´universo monosessuale che è la struttura del clero. Nelle analisi più lungimiranti la crisi della pedofilia è causata meno da perversioni individuali che da un modello clericale di Chiesa divenuto insostenibile. Dopotutto, le perversioni di potere, i compromessi del clero con il regno del denaro non ricevono un rilievo comparabile a quello ottenuto dagli abusi clericali sui minori. Eppure è in questione, in entrambi i casi, la struttura di potere della Chiesa. Tipico il caso di Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo recentemente inquisiti: ai crimini di pedofilia congiungeva la sua stretta alleanza con i grandi poteri finanziari del Messico, ben felici della sua lauta lotta contro la Teologia della Liberazione. 

Prova quasi apologetica che se la Chiesa non fosse così strettamente associata al clero, se fosse una reale comunità, con ministeri anche laicali, a uomini e donne e se tornasse alla «Chiesa dei poveri» dimenticata, probabilmente neanche queste deviazioni sarebbero state possibili né avrebbero scatenato la disaffezione che la Chiesa sta subendo. Sembra dunque plausibile la tesi di Martini, Schoenborn e altri secondo i quali la purificazione deve venire associata a misure di trasformazione del modello di Chiesa, un modello più umile, più interiore e meglio adatto alla situazione diminoranza dei cristiani nel mondo .

____________________________

Sul tema, in rete, si cfr.:

PER UNA SVOLTA ANTROPOLOGICO-TEOLOGICA... 
 ALLE RADICI DELLA BELLICOSA POLITICA DEL VATICANO. LA GUERRA NELLA TESTA DELLA GERARCHIA DELLA CHIESA CATTOLICO-ROMANA E L’INDICAZIONE ’DIMENTICATA’ DI GIOVANNI PAOLO II.

LA CHIESA DEL SILENZIO E DEL "LATINORUM". Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno ne sollecita la correzione del titolo. Che lapsus!!! O, meglio, che progetto!!!



Domenica 09 Maggio,2010 Ore: 16:21
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 09/5/2010 21.59
Titolo:La Chiesa cattolica ha bisogno di riforma totale ...
La Chiesa cattolica ha bisogno di riforma totale

di mons. Pat Power, vescovo ausiliare di Camberra

in “Koinonia-Forum” - n. 204 del 9 maggio 2010

originariamente pubblicato in “The Times Camberra” del 23 aprile 2010

L’attuale crisi che affronta la Chiesa cattolica, e che deriva dall’abuso sessuale, è probabilmente la sfida più grave che la Chiesa deve affrontare dopo la Riforma del 16° secolo. La risposta in primo luogo deve essere chiaramente concentrata sulle vittime di tali abusi, le loro famiglie e le altre vittime secondarie. Il fatto che reca danni incalcolabili alle persone innocenti e ha conseguenze di lungo termine in molti casi deve essere chiaramente ed onestamente riconosciuto. Io sono contento che ogni sforzo sia fatto a riguardo della giustizia per le vittime e che siano state adottate tutte le misure possibili per ottenere la guarigione e per la riparazione alle vittime.

Nel rispondere alle forme di abuso sessuale all’interno della Chiesa non è sufficiente concentrarsi sul peccato e il fallimento dei colpevoli di abuso. Non è solo una questione del pentimento individuale, ma è necessaria una riforma sistemico-totale delle strutture della Chiesa. Un ambiente ecclesiastico che ha consentito tale comportamento aberrante non può più essere tollerato.

Il Vescovo Geoffrey Robinson, nel suo libro “Confronting Power and Sex in the Catholic Church” del 2007, è giunto alla convinzione incrollabile che all’interno della Chiesa cattolica ci deve essere assolutamente un profondo e duraturo cambiamento. Difficilmente passa un giorno senza che senta un grido dal cuore per tale cambiamento dal popolo che ama veramente la Chiesa, giovani e vecchi, uomini e donne, laici, sacerdoti e religiosi. Durante questo Anno Sacerdotale, molti dei miei colleghi in tutta l’Australia chiedono a gran voce una leadership credibile da parte della gerarchia che si senta coinvolta coinvolge al di là di semplici parole. Sono certo che tali richieste si sentiranno ripetere quando il Consiglio Nazionale dei Sacerdoti si riunirà a Parramatta il prossimo luglio.

Eppure, spesso le persone sentono che nessuno ascolta le loro preoccupazioni. I Gruppi che invocano la riforma sono regolarmente respinti come fomentatori di disordini con poco amore per la Chiesa, mentre in realtà i loro cuori sono spezzati per la Chiesa, perché vedono che la Chiesa si sta allontanando sempre più dal messaggio di Gesù. Forse questa crisi che ci ha portato tutti noi di rinvenire ai nostri sensi.

Nel 1996, ho tenuto un discorso nel quale ho espresso le mie speranze per la Chiesa Cattolica.
Erano :
una Chiesa più umana
una Chiesa più umile
una Chiesa meno clericale
una Chiesa più inclusiva (e quindi veramente più cattolica)
una Chiesa più aperta
una Chiesa che trova l’unità nella diversità
una Chiesa che scopre la sua intera tradizione
una Chiesa che riflette realmente la persona di Gesù e dei Suoi valori.

Ho ribadito queste speranze molte volte, anche al Sinodo dei Vescovi dell’Oceania a Roma nel 1998 alla presenza di Papa Giovanni Paolo II, del futuro Papa Benedetto XVI e dei miei fratelli vescovi. Certamente tali aspirazioni sono ancora più urgente oggi.

Il Concilio Vaticano II (1962-65) chiamato da Papa Giovanni XXIII ha fornito molte opportunità di riforma dando importanza ai laici come parte del popolo di Dio, impegnandosi con il mondo contemporaneo, le altre Chiese e le Religioni non-cristiane, promuovendo la libertà religiosa, incoraggiando una maggiore partecipazione alla liturgia, consentendo a tutti di avere un rapporto più profondo con Dio. Purtroppo, in questi giorni noi siamo probabilmente più circospetti quanto agli “eccessi che derivano dal Concilio Vaticano II" e avvertiti quanto alla necessità di una "riforma della riforma" riguardo alla liturgia o alla “re-interpretazione del Concilio Vaticano II”.

La riforma di cui la Chiesa ha bisogno oggi richiederà molto di più che contentarsi di "ritoccare i bordi". Le questioni che riguardono la natura autoritaria della Chiesa, il celibato obbligatorio per il clero, la partecipazione delle donne nella Chiesa, l’insegnamento sulla sessualità in tutti gli aspetti non possono essere ignorati (messi da parte).

L’ascolto deve essere un elemento chiave della riforma e, alle volte, ciò richiederà ascoltare verità sgradevoli. Occorre riconoscere che tutta la saggezza non risiede esclusivamente nell’odierna leadership tutta maschile della Chiesa e che la voce dei fedeli deve essere ascoltata.

A Pasqua ho fatto notare che erano in gran parte i discepoli di Gesu’ di sesso femminile che stavano presso di lui al Calvario, che Maria Maddalena è stata la prima testimone della risurrezione e che avrebbe potuto legittimamente essere chiamata apostolo, essendo lei incaricata di portare la buona novella ai altri seguaci di Gesù.

Mi sono domandato ad alta voce se la Chiesa sarebbe nel suo stato attuale di crisi se le donne avessero fatto parte del processo di decisione nella vita della Chiesa. Ci possono essere delle persone pronte a discutere il mio punto di vista, ma vorrei riaffermare che vi è un intero corpo di fedeli cattolici che dicono "ne ho abbastanza" e che tutti noi dobbiamo cogliere questa occasione per permettere alla Chiesa di essere al meglio di sé nel portare il messaggio di Gesù ai suoi membri e al resto della società.

Pat Power

Vescovo ausiliare di Canberra-Goulburn/Australia


tradotto da P.Claudio Saldanha op.

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Dottrina della fede secondo Ratzinger

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