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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org Con spirito costruttivo,di Associazione Teologi e Teologhe Giovanni XXIII

Con spirito costruttivo

di Associazione Teologi e Teologhe Giovanni XXIII

Dichiarazione della Giunta Direttiva dell’Associazione di Teologi e Teologhe Giovanni XXIII in occasione del V anniversario del Pontificato di Benedetto XVI. (Traduzione dallo spagnolo di Stefania Salomone)


23.04.10 - MUNDO
Adital -
 
Madrid 21 aprile 2010
 
In occasione del quinto anniversario di pontificato di Benedetto XVI, la Giunta Direttiva dell’Associazione Teologi e Teologhe Giovanni XXIII desidera esprimere il suo sostegno alla “lettera aperta ai vescovi cattolici del mondo” del nostro collega Prof. Hans Küng, nella quale egli considera l’attuale pontificato una delle occasioni perse nei differenti ambiti ecclesiali: il dialogo ecumenico e interreligioso, la riforma della chiesa, l’esercizio della collegialità, la mala gestione dei casi di abusi sessuali da parte di vescovi, preti e religiosi cattolici nei collegi, seminari, parrocchie, il mantenimento del celibato obbligatorio, la proibizione di accesso delle donne al ministero ordinato …
In continuità con la lettera di  Hans Küng, e con spirito costruttivo intendiamo offrire una serie di proposte volte alla trasformazione evangelica della chiesa cattolica:
1.      Consideriamo necessario attivare e svolgere un programma di riforma del concilio Vaticano II, che non si è debitamente messo in pratica e che, durante l’attuale pontificato, non solo è stato congelato, ma ha preso una direzione contraria, ripiegando indietro su posizioni ad esso antecedenti e con interpretazioni di stampo conservatore.
2.      Crediamo che l’attuale organizzazione della chiesa cattolica sia obsoleta e risponda più a una monarchia assoluta che al movimento di Gesù, comunità di eguali. Ci sembra urgente cominciare un processo di democratizzazione della chiesa, con la partecipazione attiva di tutti i credenti cattolici nella elezione delle cariche di responsabilità della stessa chiesa. E’ importante ricordare che, dalle origini del cristianesimo e nei secoli, la chiesa è stata organizzata e governata con la partecipazione del popolo.
3.      I cristiani e le cristiane, così come tutti i leader della chiesa devono collocarsi nel mondo dell’emarginazione e della esclusione sociale e optare decisamente per i poveri, attitudine che porta con sé la lotta per la giustizia come criterio evangelico per eccellenza.
4.      Consideriamo di estrema necessità la difesa e la promozione della libertà di espressione, di studio e di pubblicazione dei teologi e l’eliminazione della censura ecclesiastica, che limita la libertà dei professionisti della teologia e limita la creatività.
5.      Reclamiamo che si riconosca la libertà e il diritto di riunione delle comunità e dei gruppi cristiani, qualunque sia il loro orientamento teologico, e a tutti indistintamente, senza privilegi per alcuni, i più affini alla gerarchia, a scapito ed esclusione degli altri.
6.      Chiediamo che non si identifichi il cristianesimo con i programmi politici e le organizzazioni religiose conservatrici, come accade con frequenza da parte della gerarchia, e che si rispetti il pluralismo politico e religioso nella società e nella chiesa.
7.      Esigiamo che si rimuovano le sanzioni imposte a teologi e teologhe, vescovi e preti, a motivo dell’esercizio della libertà di espressione e per il loro impegno con i poveri.
8.      A dimostrazione del cambiamento di attitudine della chiesa cattolica, consideriamo necessaria la pubblica richiesta di perdono del papa per la copertura e la complicità del vaticano, così come di non pochi episcopati, dei casi di abusi sessuali nei quali erano implicati vescovi, preti e religiosi.
9.      Chiediamo che vengano abrogati immediatamente i decreti del papa e della curia romana che hanno imposto il silenzio per decenni nei casi di abusi sessuali su minori e hanno impedito di affidare questi casi alla giustizia.
10. Ci sembra che il pontificato di Benedetto XVI sia esausto e che il papa non abbia l’età né la mentalità per rispondere adeguatamente ai gravi e urgenti problemi che oggi la chiesa cattolica deve affrontare. Per questo chiediamo, con il dovuto rispetto verso la persona del papa, che presenti le dimissioni dal suo incarico
11. Riteniamo necessario che si faciliti l’accesso delle donne al presbiterato ordinato nei suoi diversi gradi, come accade nella moratoria delle chiese cristiane, per porre fine a secoli di ingiusta discriminazione delle donne nella chiesa cattolica.
12. Ci sembra altrettanto necessaria l’abolizione del celibato obbligatorio per i preti, misura disciplinare che reprime la sessualità, che prescinde da ogni fondamento biblico, teologico e storico e che non risponde ad alcuna esigenza pastorale.
13. Infine, ci permettiamo di ricordare che il criterio determinante per la condotta, nella chiesa di Gesù Cristo, non è l’obbedienza incondizionata al papa, ma la fedeltà al Vangelo.
In nome di detta fedeltà e nell’ottica del dialogo presentiamo le proposte indicate.
 
Firmano:
 
Federico Pastor (Presidente)
Juan José Tamayo (Segretario generale)
Alfredo Tamayo (Vicepresidente)
José María Castillo (Membro)
Máximo García (Membro)
 
 Testo originale
 
23.04.10 - MUNDO

Con espíritu constructivo
Asociación de Teólogos/as Juan XXIII *

Adital -
Declaración de la Junta Directiva de la Asociación de Teólogos y Teólogas Juan XXIII con motivo del V aniversario del pontificado de Benedicto XVI
Madrid, 21/04/10
Con motivo del quinto aniversario del pontificado de Benedicto XVI, la Junta Directiva de la Asociación de Teólogos y Teólogas Juan XXIII desea expresar su apoyo a la "Carta abierta a los obispos católicos del mundo" , de nuestro colega el profesor Hans Küng, en la que considera el actual pontificado una de las ocasiones perdidas en los diferentes ámbitos eclesiales: el diálogo ecuménico e interreligioso, la reforma de la Iglesia, el ejercicio de la colegialidad, la incorrecta gestión de los abusos sexuales cometidos por obispos, sacerdotes y religiosos católicos en colegios, seminarios, parroquias, el mantenimiento del celibato, la prohibición del acceso de las mujeres al ministerio ordenado…
En continuidad con la carta de Hans Küng y con espíritu constructivo queremos ofrecer una serie de propuestas encaminadas a la transformación evangélica de la Iglesia católica:
1. Consideramos necesario activar y desarrollar el programa de reforma del concilio Vaticano II, que no se ha puesto debidamente en práctica y que durante el actual pontificado no sólo se ha paralizado, sino que ha ido en dirección contraria, bien sea volviendo a etapas anteriores al mismo, bien interpretándolo de forma conservadora.
2. Creemos que la actual organización de la Iglesia católica es obsoleta y responde más a una monarquía absoluta que al movimiento de Jesús, comunidad de iguales. Nos parece urgente iniciar un proceso de democratización de la Iglesia, con la participación activa de todos los creyentes católicos en la elección de los cargos de responsabilidad dentro de la misma Iglesia. Es importante recordar que, desde los orígenes del cristianismo y durante varios siglos, la Iglesia estuvo organizada y gobernada con la participación del pueblo.
3. Los cristianos y las cristianas, así como todos los dirigentes de la Iglesia deben ubicarse en el mundo de la marginación y de la exclusión social y optar decididamente por los pobres, actitud que lleva consigo la lucha por la justicia como criterio evangélico por excelencia.
4. Consideramos de imperiosa necesidad la defensa y el fomento de la libertad de expresión, de investigación y de publicación de los teólogos y la eliminación de la censura eclesiástica, que coarta la libertad de los profesionales de la teología y limita la creatividad.
5. Reclamamos que se reconozca la libertad y el derecho de reunión de las comunidades y grupos cristianos, cualquiera sea su orientación ideológica, y a todos por igual, sin privilegios para algunas, las más afines a la jerarquía, en detrimento de la exclusión de otras.
6. Pedimos que no se identifique el cristianismo con los programas políticos y las organizaciones religiosas conservadoras, como con frecuencia sucede por parte de la jerarquía, y que se respete el pluralismo político y religioso en la sociedad y en la Iglesia.
7. Exigimos que se levanten las sanciones impuestas a los teólogos y teólogas, obispos y sacerdotes, motivadas por el ejercicio de la libertad de expresión y por su compromiso con los pobres.
8. Como demostración del cambio de actitud de la Iglesia católica, consideramos necesaria la petición pública de perdón del papa por el encubrimiento y complicidad del Vaticano, así como de no pocos episcopados, en los casos de abusos sexuales en los que están implicados obispos, sacerdotes y religiosos.
9. Pedimos que se deroguen de manera inmediata cuantos decretos del Papa y de la Curia Romana han impuesto silencio durante décadas en los casos de abusos sexuales a menores y han impedido poner dichos casos en manos de la justicia.
10. Nos parece que el pontificado de Benedicto XVI está agotado y que el papa no tiene la edad ni la mentalidad para responder adecuadamente a los graves y urgentes problemas que hoy tiene que afrontar la Iglesia católica. Pedimos por ello, con el debido respeto a la persona del papa, que presente la dimisión de su cargo.
11. Creemos necesario que se facilite el acceso de las mujeres al sacerdocio ordenado en sus diferentes grados, como sucede en la mayoría de las iglesias cristianas, para terminar por fin con siglos de injusta e injustificada discriminación de las mujeres en la Iglesia católica.
12. Nos parece igualmente necesaria la supresión del celibato obligatorio para los sacerdotes, medida disciplinar represiva de la sexualidad, que carece de todo fundamento bíblico, teológico e histórico y que no responde a exigencia pastoral alguna.
13. Por último, nos permitimos recordar que el criterio determinante de conducta, en la Iglesia de Jesucristo, no es la obediencia incondicional al papa, sino la fidelidad al Evangelio. En nombre de dicha fidelidad y en actitud de diálogo presentamos las propuestas indicadas.
Firman:
Federico Pastor (Presidente)
Juan José Tamayo (Secretario general)
Alfredo Tamayo (Vicepresidente)
José María Castillo (Vocal)
Máximo García (Vocal)
[Enviado por Eclesalia.net].

* Junta Directiva de la Asociación de Teólogos y Teólogas Juan XXIII, España
 
23.04.10 - MUNDO
 


Giovedì 29 Aprile,2010 Ore: 16:03
 
 
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Dottrina della fede secondo Ratzinger

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