- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (449) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Chiesa, dov’è tua sorella?,di Adista Contesti n. 25 del 30/06/2012

Chiesa, dov’è tua sorella?

di Adista Contesti n. 25 del 30/06/2012

A un congresso di teologi statunitensi, il gesuita nigeriano Orobator sull’emarginazione delle donne nella Chiesa di Joshua J. McElwee

Tratto dal settimanale statunitense National catholic reporter (8 giugno 2012). Titolo originale: African theologian questions church’s exclusion of women

Problemi di discriminazione e di esclusione sono così evidenti oggi all'interno della comunità cattolica oggi che la Chiesa «vacilla, rischiando di compromettere la sua identità di sacramento di salvezza». Ha parlato con schiettezza ai circa 300 colleghi riuniti per una riunione annuale della Catholic Theological Society of America (Ctsa), il gesuita Agbonkhianmeghe Orobator sottolineando che è di particolare interesse l’emarginazione della donna nella Chiesa.

Affermando che le donne sono spesso il «volto della redenzione visibile» verso coloro che la Chiesa serve, e che troppo spesso sono «confinate oltre i limiti della rilevanza», Orobator ha detto che lo stato della loro partecipazione alla comunità ecclesiale porta ad una domanda scomoda. «Come Chiesa, fin tanto che surrettiziamente, ma con tenacia portiamo avanti una politica di discriminazione ed esclusione, ci troviamo davanti a Dio, come Caino, storditi da una domanda che non possiamo eludere con un colpo di bacchetta magisteriale»: «Chiesa, dov’è tua sorella? Chiesa, dov’è tua madre?».

I commenti di Orobator sono stati espressi in una sessione plenaria nel corso della quattro giorni della convention Ctsa. Il tema di questa 67.ma riunione annuale è “Sacramento/i e la Chiesa globale”. Orobator è un nigeriano che insegna alla Jesuit School of Theology e all’Institute of Peace Studies di Nairobi, in Kenya, ed è anche superiore della provincia gesuita dell’Africa Orientale (che comprende Kenya, Etiopia, Sudan, Tanzania e Uganda).

Con il suo discorso intitolato “Un segno globale di crescita verso l'esterno: la sacramentalità della Chiesa mondiale nell'era della globalizzazione”, Orobator ha affrontato una vasta gamma di argomenti, concentrandosi sul significato dei sacramenti e sulla sacramentalità della Chiesa in un contesto globale. Orobator ha parlato del ruolo delle donne nella Chiesa dopo aver detto che le riforme liturgiche promosse dal Concilio Vaticano II, mentre hanno dato la priorità alla «partecipazione attiva e a un’inclusività ampia» dei laici, sono «in realtà usate da alcuni per giustificare l'esclusione delle donne dal ministero sacramentale e dalla leadership».

Orobator ha anche messo in discussione un certo numero di settori in cui, ha detto, la Chiesa non riflette il suo concetto di sacramentalità. «Sulla base degli eventi attuali, questa comunità 'socialmente costituita', gerarchicamente irreggimentata, dogmaticamente poliziesca e clericalmente asfittica, chiamata Chiesa causa sempre più male e dolore a qualche porzione del popolo di Dio a motivo della sua vulnerabilità, del silenzio e dell'intimidazione cui è costretto l’impegno onesto nell’ammirevole compito della fides quaerens intellectum; e dell’esclusione e dell’emarginazione per molti, moltissimi, a causa di sesso, razza o posizione sociale.

«Io sostengo che questi gradi diversi di esclusione e di polarizzazione vanificano l’affermazione fondamentale del Concilio Vaticano II a proposito della sacramentalità ecclesiale come segno di comunione delle donne e degli uomini con Dio». Concludendo poi il suo discorso con il riferimento ai cambiamenti che la Chiesa sta vivendo, come la Chiesa nel Sud del mondo che sta crescendo, Orobator ha detto che la comunità ecclesiale sta subendo un «cambiamento di paradigma che assomiglia ad una rivoluzione copernicana ecclesiale». «La composizione multidimensionale, multiculturale e multietnica della comunità che si chiama Chiesa ci invita a una festa di celebrazione della diversità e della pluralità, che si esprime come reciprocità, apprezzamento e gratitudine per ogni essere umano comeImago Dei, ha concluso Orobator. «Credo che sia tra le cose possibili trasformare la nostra Chiesa in una trama veramente cattolica e ricca di generi diversi, razze, generazioni, orientamenti, ministeri e tradizioni di fede che indicano la presenza salvifica di Dio in mezzo a noi».

Dopo le osservazioni di Orobator è stata la volta del gesuita p. William O’Neill, professore associato di Etica sociale presso la Scuola dei Gesuiti di Teologia a Berkeley. Commentando la natura dei sacramenti, come cose che «producono una riconciliazione» tra Dio e il popolo di Dio, O’Neill ha dichiarato che affinché la riconciliazione possa avvenire, la Chiesa «deve prima riconciliarsi con» le proprie mancanze, in particolare quelle che ha chiamato «peccati di hybris ecclesiale». Il primo tra i peccati che hanno bisogno di riconciliazione, ha detto O’Neill, è la crisi degli abusi sessuali del clero. Tra i peccati, ha detto O’Neill, vi sono poi le recenti mosse del Vaticano contro l'organizzazione ombrello che rappresenta la maggior parte delle religiose degli Stati Uniti e contro suor Margaret Farley, una teologa morale, il cui importante libro Just love è stato aspramente criticato dalla Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede. Citando un passaggio dall’opera di Farley - «Da quanto tempo sono con voi e ancora non mi conoscete?» - O’Neill ha detto che la Chiesa ha bisogno di una «buona dose di magistero ispirato dalle donne».

Le relazioni di Orobator e O’Neill sono state pronunciate nella seconda delle quattro sessioni plenarie previste al raduno della Ctsa. C’è stata poi la relazione del gesuita Bruce Morrill, della cattedra di studi cattolici Edward A. Malloy presso la Vanderbilt University. Le osservazioni di Morrill sono seguite a una liturgia di apertura nella quale i teologi hanno ricordato colleghi scomparsi nel corso dell’anno passato. Mentre Mary Jane Ponyik, direttore esecutivo della società, suonava semplici refrain al piano, i teologi che erano stati abbinati agli scomparsi si avvicendavano per ricordarli.

Il primo a essere menzionato è stato il gesuita Dean Brackley, un sacerdote che si è trasferito da New York a El Salvador nel 1990 per lavorare presso la University of Central America dopo l'uccisione dei sei gesuiti e delle due collaboratrici da parte delle forze militari governative nel 1989. Ricordando Brackley, morto di cancro lo scorso ottobre, un collega ha detto che il sacerdote «ha lavorato da una scrivania, ma mai dal punto di vista di una scrivania». Un altro è stato Joseph Colombo, professore di teologia presso l'Università di San Diego, scomparso in gennaio, il primo professore apertamente gay a presiedere una facoltà di teologia in una università cattolica romana degli Stati Uniti.

È stata ricordata anche Ada Maria Isasi-Diaz, ampiamente considerata come la fondatrice della teologia “mujerista”, che include specificamente nelle discussioni teologiche l’esperienza delle donne latine negli Stati Uniti. A ricordare Isasi-Diaz, scomparsa a maggio, è stata suor Elizabeth Johnson. Isasi-Diaz, ha detto Johnson, ha ascoltato le donne latine e «ha portato le loro esperienze al tavolo della discussione teologica». Dopo ogni ricordo, i teologi riuniti hanno pregato: «L’eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua».

Articolo tratto da
ADISTA
La redazione di ADISTA si trova in via Acciaioli n.7 - 00186 Roma Telefono +39 06 686.86.92 +39 06 688.019.24 Fax +39 06 686.58.98 E-mail info@adista.it Sito www.adista.it



Mercoledì 27 Giugno,2012 Ore: 20:11
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Dottrina della fede secondo Ratzinger

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info