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www.ildialogo.org Nuova legge elettorale e ripartizione dei collegi elettorali in Irpinia.,di Nino Lanzetta

NOTIZIE IRPINE.
Nuova legge elettorale e ripartizione dei collegi elettorali in Irpinia.

di Nino Lanzetta

Che la nuova legge elettorale del duo Renzi Berlusconi, che vogliono rassegnare agli italiani, senza il vaglio del Parlamento, sia una pessima legge è stato sostenuto da autorevoli costituzionalisti, indipendenti dal richiamo dei partiti e autonomi nella manifestazione delle loro convinzioni. Alcuni di loro pubblicamente hanno firmato un appello perché il Parlamento apporti modifiche sostanziali. Ma Renzi e Berlusconi non vogliono: è un pacchetto (con le riforme elettorali delle quali si conoscono solo i titoli, ed è tutto al di là da venire!) prendere o lasciare. Ragione per la quale probabilmente avremo un nuovo porcellum, che non a caso chiamano Italicum perché, come tutte le cose italiane è fatta ad uso e consumo di chi le mette in essere. E non c’è dubbio che questa legge, partorita dal duo Verdini/D’Alimonte, per conto dei due committenti, persegue più gli interessi di Berlusconi che quelli di Renzi che vuol fregare il maestro con un alto rischio di riuscita. E D’Alimonte è un professore e poco aduso alle trappole politiche, Verdini, invece, ne è un maestro. ha redatto un articolato che tiene conto anche delle mosse e strategie berlusconiane future. Che il testo di legge sia pensato e scritto ( come il precedente porcellum!) fuori dal parlamento e per esclusiva utilità dei sottoscrittori del patto è evidente; che esso sia il frutto di una grande ricerca delle convenienze, più o meno reciproche ( e qui sta il rischio per uno dei due contraenti) è confermato dalla definizione dei collegi elettorali.
L’Irpinia, per quanto ci riguarda più da vicino, ne esce con le ossa rotte: divisa e impotente, con l’obbiettivo, facilmente individuabile, di una riduzione della sua rappresentanza che è il vero motivo che sta sotto al disegno forza italiota. Infatti, per la Camera dei deputati sono stati disegnati due collegi: il primo con Atripalda, Avellino, San Giuseppe vesuviano e il secondo con Ariano Benevento, Mirabella Eclano. Per il Senato, invece, e fino a che rimane in vita, uno con Ariano, irpino, Benevento Caserta e un altro con Atripalda, Avellino, Battipaglia, Eboli, Mirabella Eclano.Individuare la logica che ha guidato la scelta non è facile, almeno se non si pensa alla furbizia di certi personaggi!
Il professore Barra, nel fondo di domenica “Finis Hirpiniae”, sul Corriere dell’Irpinia ha scritto che: ” Il progetto … è tutt’altro che assurdo, animato com’è dalla logica brutale e spietata che anima e dirige tutta la politica del centralismo napoletano-centrico, camuffato da regionalismo pseudo - campano.” La conclusione del prof Barra è perfettamente condivisibile, con un’aggiunta che ci riporta all’astuzia, maliziosa da parte degli estensori del progetto, che è lontana dal suo carattere signorile di studioso. Infatti, l’articolo, poi, si dilunga sull’analisi storica, nell’appassionato tentativo di preservare i caratteri storico-culturali di una realtà da difendere come quella dell’Irpinia.
Che la definizione dei collegi, che interessano l’Irpinia, sia stata fatta con evidenti scopi politici di favorire Forza Italia e quelle forze, politico-affaristiche che ad essa fanno capo è lecito pensare stante la “natura” delle volpi politiche che stanno gestendo tutta la questione e la trattativa, con in più il non troppo nascosto intento di punire Alfano e i dissidenti del NCD che hanno avuto il coraggio di abbandonare la nave dell’ammiraglio in un momento di difficoltà. E quanto sospettiamo è confermato abbastanza chiaramente da quanto scrive l’onorevole Rotondi sul Corriere dell’Irpinia del 4 febbraio. Sulla definizione dei collegi elettorali “Napoli e le sue pulsioni egemoniche non c’entrano nulla, così come nulla c’entra la politica.” Subito dopo, però, contraddicendosi scrive: ”E’ la prima volta che la Camera provvede direttamente a disegnare i collegi e questa sì è stata una scelta politica: PD e FI non hanno voluto che i collegi fossero disegnati dal Viminale sul presupposto non dichiarato di non fidarsi dell’attuale titolare del Ministero che è anche un leader di partito” Cioè di Alfano.
La logica che ha suggerito la definizione dei collegi – secondo Rotondi – è stato “il bilanciamento demografico”, cioè con numero di abitanti omogeneo. Anche se – aggiungiamo noi – questo numero per Avellino si è andati a prenderlo a San Giuseppe Vesuviano e non molto più vicino a noi come si sarebbe potuto e dovuto fare. E, infine, la chicca finale: in sede di riunione del gruppo di Forza Italia, ha proposto di far coincidere le circoscrizioni elettorali con le vecchie province. Proposta accolta. “.. per cui dovremmo assistere in aula a una riduzione dei collegi elettorali ( la sottolineatura è del redattore!) e a una loro coincidenza a spanne con le vecchie province”. Altro che collegi uninominali o con liste cortissime di candidati. Siamo sempre nella vecchia politica nella quale i partiti la fanno da padrone al di fuori di ogni logica e di interesse generale. Con Renzi o senza Renzi! Forse con Renzi, se possibile, le cose sono addirittura peggiorate. Naturalmente la rappresentanza irpina latita, come sempre, perché di Napoli e della politica napoli-centrica sono succubi.
Nino Lanzetta



Martedì 04 Febbraio,2014 Ore: 14:45
 
 
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