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www.ildialogo.org SARA’ DIVERSA L’IRPINIA CHE USCIRA’ DOPO LE ELEZIONI?  ,di Nino Lanzetta

Notizie dall’Irpinia.
SARA’ DIVERSA L’IRPINIA CHE USCIRA’ DOPO LE ELEZIONI?  

di Nino Lanzetta

Vorremmo un’Irpinia diversa dopo le elezioni. Sarà mai possibile? In campo nazionale la campagna elettorale si sta giocando tra novità di rilievo, come la “salita in politica” del prof. Mario Monti con la sua lista civica nella quale non ci saranno posti per ex parlamentari, come il PD che sceglie i suoi candidati con le primarie di collegio, o come il nuovo movimento di Ingroia. Appare evidente che in Italia qualcosa stia finalmente cambiando e, forse, stiamo alla fine del berlusconismo, anche se Berlusconi continua a lanciare nel modo peggiore, i suoi colpi di coda. Anche lo stile sta cambiando. Una volta i partiti di destra erano quelli che volevano conservare i privilegi, oggi – parola di Monti – i partiti riformisti sono quelli che vogliono “riformare “ i diritti. Per cui lui si considera un riformatore e considera Vendola un conservatore.

In Irpinia, invece la solita politica delle pacche sulle spalle, delle promesse, della furbizia e, degli accordi ad excludendum, della difesa degli interessi di parte all’insegna del solito clientelismo. Non si vede nessuna strategia.neanche accennata, nessuna proposta per uscire dal cul de sac nel quale ci siamo avvitati. La battaglia è rivolta esclusivamente alla conquista di una poltrona alla camera o al Senato usando il territorio come mezzo. Ci sono ancora e si utilizzano i “portatori di voti”! Eppure, le premesse per un segno di cambiamento ci sono tutte. Le prossime elezioni politiche sono la cartina di tornasole per accertarci se questa provincia vuole veramente voltare pagina. Le primarie del partito democratico hanno dato un piccolo segnale di cambiamento, non ancora sufficiente, però a ribaltare una situazione radicata. E’ solo l’inizio. L’affermazione del renziano Famiglietti, sindaco di Frigento e delle donne e la contemporanea sconfitta dell’ex sindaco di Avellino Galasso non sono, però, sufficienti a far passare sotto silenzio le lotte fratricide tra i vari esponenti del partito, le recriminazioni degli esclusi, i ventilati abbandoni e soprattutto la considerazione, davvero dura a morire, che i voti siano dati alla persona e solo “prestati” al partito mai al programma o alle idee. Di idee o di proposte sul come uscire dalla crisi e risollevare una provincia finita in povertà neanche l’ombra! Politici che utilizzano il territorio come riserva di caccia per i posti in parlamento, dimettendosi dalle cariche, senza aspettare la fine del turno, sono un esempio deteriore del modo di intendere la politica che gli elettori farebbero bene a bocciare. Del futuro dell’Irpinia, delle sue concrete possibilità, del modo come sfruttare, nel senso dello sviluppo e della crescita, le poche risorse europee, che sono rimaste, si dovrebbe parlare in questa campagna elettorale e su queste chiedere il consenso. La stampa dovrebbe contribuire alla diffusione del dibattito e del confronto delle idee e delle proposte.

“Anziché dilaniarci nelle lotte familiari, perdiamo le nostre notti a trovare la forma come impiegare questi miliardi in maniera che favoriscano la nostra agricoltura intensiva, che promuovano un più intenso traffico, che alimentino una nascente industria” scriveva Fiorentino Sullo in un suo articolo “Ma che vogliamo” sul Corriere dell’Irpinia del 13 luglio 1946! Sono passati più di sessant’anni e siamo ancora al punto di partenza! Dell’agricoltura abbiamo fatto strame e dell’industria abbiamo preferito quella indipendente dal settore agricolo, innaturale nella nostra provincia. Quanto al turismo, poi, nemmeno l’ombra! “sarà veramente meritevole per l’Italia meridionale ( ma il discorso vale anche e soprattutto per l’Irpinia! - n.d. r.) – concludeva Sullo – non tanto chi grida per lei, quanto chi insieme con i suoi conterranei, l’aiuterà a stabilire cosa vuole”.

NINO LANZETTA




Domenica 13 Gennaio,2013 Ore: 06:44
 
 
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