Che il partito democratico irpino sia considerato poco più di una consorteria di interessi e di beghe personali è percezione comune che gli ultimi avvenimenti confermano abbondantemente. Le ultime polemiche, con la solita coda di veleno, hanno fatto seguito al rinvio del congresso per l’elezione del segretario cittadino. Dell’argomento si sono interessati i giornali e le televisioni locali. Enzo Venezia, solida figura di militante ed ex sindaco della città di Avellino, aveva offerto il suo impegno per traghettare il partito ad una svolta di cambiamento. E’ lui a sostenerlo e c’è da credergli per il suo passato e per … l’età che spinge alla saggezza. E’ probabile che il tutto rientrasse in un progetto, accarezzato dal senatore Enzo De Luca. Comunque il personaggio avrebbe potuto dare un aiuto al cambiamento. Si sono opposti i coordinatori dei circoli cittadini e, sotto sotto, a quanto lui fa capire, amici che non si sono dimostrati tali e personaggi interessati solo al loro tornaconto. Non se ne è fatto nulla e tutto è stato rinviato a dopo le vacanze. Non c’è stato bisogno di nessun traghettatore e, soprattutto, di nessun dirigente di rilievo, autonomo e non avvezzo a reggere il cerino per altri. Lo sfogo di Venezia è stato amaro e violento. In una lettera e in un’intervista al Mattino si è lasciato andare a giudizi crudi e severi fino all’affermazione che “… nel partito sono ormai troppi coloro che hanno ambizioni non conciliabili con l’interesse generale”, che, in linguaggio più franco, si traduce in “sono molti che stanno nel partito solo per curare i loro interessi”.Nel PD dice- si fronteggiano bande e ambizioni, e lui è stato tradito perché volevo una svolta. E dice ancora di essere stato utilizzato per scontri tra correnti. E’ una fotografia, fatta in casa, che induce al più nero pessimismo.

Non sono i giornalisti ad inventarsi nulla, raccontano la realtà che è purtroppo quella che è. Anche un altro dirigente del partito, già segretario cittadino – Gerardo Adiglietti – in un’intervista successiva al Corriere ci va giù pesante. Parla di scontro sugli uomini e non sulle idee politiche. “… c’è una guerra tra bande nella quale sui dice tutto e il contrario di tutto. Stiamo vivendo un bruttissimo momento sul piano provinciale”. E parla di “… assurdo arroccamento di pseudo dirigenti che presumono di dettare scelte che riguardano più gli uomini che la politica.” “. basta con i capetti! ”… cacciamoli tutti, se non ora quando?” La fibrillazione pare ruotare attorno alle prossime candidature e alle ambizioni che riguardano, a scalare, una serie di occupazione di poltrone. Il Sindaco Galasso è nello sfondo e tutto gira intorno a lui ed a quello che vuol fare … da grande! Quello che succede, ormai da anni, al Consiglio comunale di Avellino denota lo sfascio, morale e culturale, nel quale versa il partito: lotte, beghe, cambi di casacca, parole in libertà. Giochi e giochetti stucchevoli. La situazione locale dell’Irpinia è un esempio di come non deve essere il Pd: un partito di ex, di trasformisti e di opportunisti e soprattutto un partito che non ha idee sullo sviluppo del territorio, su cosa fare e come farla. Un partito dall’esodo facile come stanno a dimostrare le tante vicende che si susseguono nelle amministrazioni locali e nel Consiglio comunale del Capoluogo. Le analisi sul PD non sono difficili. Sarebbe solo più opportuno che si facessero più chiaramente nomi e cognomi e la gente, turlupinata e presa in giro, si indignasse e ne tenesse conto nella cabina elettorale. Questi signori non capiscono che ormai non se ne può più!

NINO LANZETTA

Domenica 22 Luglio,2012 Ore: 22:21