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www.ildialogo.org La settimana politica irpina.,di NINO LANZETTA

La settimana politica irpina.

di NINO LANZETTA

LA NUOVA GIUNTA CALDORO. PIANO SANITARIO. FRASI CELEBRI.


LA NUOVA GIUNTA CALDORO.
Buon ultima, finalmente, è stata varata la nuova Giunta regionale Caldoro. Che dire? C’è qualche novità ma non la rivoluzione che ci si aspettava.  Ad Avellino, Caserta e Benevento è insorta una vera e propria insurrezione per la mancata rappresentanza in Giunta. Ad Avellino i consiglieri provinciali del PDL si sono simbolicamente dimessi dal partito. Caldoro, nel discorso di insediamento, ha già prefigurato futuri possibili ritocchi, portando a 14 il numero degli assessori, naturalmente, previa modifica dello Statuto. La ministra Carfagna e i finiani non sono stati teneri nelle critiche. Dicono che la Giunta è stata fortemente condizionata dal trio Cosentino, De Mita, Mastella, anche se quest’ultimo per interposta persona, cioè dallo stesso Berlusconi. Ciò a dimostrare che in Campania è sempre ….  il vecchio che avanza. Cosa ci facciano i professori universitari (tecnici esterni) e un generale della Guardia di finanza in Giunta è presto per giudicare. Se saranno in grado di lavorare in piena autonomia, forse si sarà fatto un passo avanti. Si vedrà subito, specie nell’opera del generale. Preposto ad un bilancio regionale disastrato che ha sicuramente bisogno di un uomo d’ordine… meglio se della Finanza. Per il resto l’impressione generale è che il vecchio si ricicla e il trasformismo è all’insegna anche di questa Giunta, con uomini che vengono da un passato di centro sinistra a cominciare dal prof. Trombetti, per finire agli assessori Sica, Sommese e De Mita. Non c’è che dire: la politica, in Campania, è sempre quella di sempre con l’aggravante che al clientelismo e all’assistenzialismo si è aggiunto il nepotismo. Dicono che il cognome De Mita abbia fatto venir meno il sorriso a Berlusconi, ma il vecchio Ciriaco è troppo importante a Napoli per farne a meno. Per Mastella, poi, c’era un vecchio debito di riconoscenza da saldare.  La composizione della Giunta ha penalizzato completamente le zone interne: nessun assessore di Avellino, di Benevento o di Caserta, tre di Salerno e nove di Napoli. Ad Avellino minacciano sfracelli. Il vice coordinatore Cusano inveisce contro la Ruggiero che, pure, è rimasta fuori dalla Giunta; forse anche per questo, poiché non gli ha permesso di subentrale in Consiglio regionale. Anche Noi Sud, la nuova compagine di Arturo Iannaccone, e l’MPA sono fortemente critici verso una Giunta, per la quale è stato coniato un nuovo vocabolo: “ napolicentrica”. Tutta la politica locale ruota all’insegna della conquista di una poltrona, che all’inizio può anche essere uno strapuntino, ma, poi, sempre poltrona dovrà diventare, perché, occupandola, si amministra denaro pubblico e si fanno clientele e voti. Le dimissioni del neo presidente della provincia di Caserta on.le Zinzi sono istruttive al riguardo. Non riesce a fare la Giunta perché le richieste, a suo parere, sono eccessive. Il suo predecessore del centro sinistra si dimise per lo stesso motivo. Altro che programmi! Non sarebbe meglio abolirle queste province? Tanto servono poco o nulla.
PIANO SANITARIO.
Tremonti ha fatto orecchie da mercante alle pressioni dei nuovi governatori della maggioranza, ed ha obbligato le regioni che hanno un grosso buco nella sanità ( Lazio, Campania, Calabria e Molise) a ripianarlo ricorrendo anche all’aumento delle tasse regionali ( irpef e irap). In mancanza non potranno utilizzare i fondi fas, quelli che dovrebbero essere riservati allo sviluppo delle aree depresse, ma che in passato non sono stati mai utilizzati al loro scopo. La Campania ha già aumentato le sue tariffe nel 2008 e nel 2009, senza apprezzabili risultati. Ora dovrà riprovarci. I cittadini, come succede ormai da cinquant’anni in Campania, pagano due volte: i costi e l’inefficienza. Oggi a ripianare i deficit sono preposti gli eredi di coloro che li hanno causati. Ci si augura solo che non ci faranno rimpiangere un Montemarano, demitiano di ferro, ed ex assessore alla sanità,  e storico amministratore di quell’ASL n. Uno di Napoli, che, ora, non ha neanche i soldi per pagare gli stipendi, e una sua infermiera, letteralmente svenatasi per protesta, ne è morta. Secondo il piano sanitario Zuccatelli, bisogna tagliare mille posti letto negli ospedali per poter rientrare nei conti e riorganizzare tutta la sanità campana disboscando e tagliando gli sprechi e i doppioni, le spese improduttive e clientelari. Inutile fare la guerra o lo sciopero della fame. Non si può fare una battaglia campale, per la chiusura di qualche reparto o la riconversione di ospedali mangiasoldi e non funzionali, creati e tenuti in piedi solo per motivi clientelari, con la falsa pretesa di lesa maestà nei confronti delle zone interne e disagiate. Quello che si deve pretendere è che le regole e i metodi valgano per tutti a cominciare dalle città e innanzitutto da Napoli. Le battaglie si fanno all’insegna della chiarezza, dell’equità e della trasparenza e mai a difesa di potentati politici o di caste professionali od economiche. E quanto a chiarezza e trasparenza, siamo indietro anni luce. I nostri politici o politicanti parlano ancora il politichese come i preti dicevano messa in latino per non farsi capire dai popolani!
FRASI CELEBRI.
Quella dell’on.le Pionati, letta sul Corriere dell’Irpinia di qualche giorno fa, è davvero una chicca: ”La linea di Berlusconi è perfetta. Per evitare interferenze pilotate tra politica e vicende giudiziarie, l’unica strada è tutelare fino a sentenza definitiva chi è coinvolto, ma non dare alcuna copertura a chi risultasse colpevole”, naturalmente dopo oltre dieci anni quando ci sarebbe la sentenza della Cassazione se non viene prima la prescrizione…breve! E pensare che Pionati faceva il giornalista! Davvero bravo! Con queste norme Berlusconi poteva aspirare perfino di diventare Santo…con regolare processo canonico! E Arturo Iannaccone, altro politico convertito sulla strada di Arcore, di rincalzo: ” Nel nostro ordinamento è scomparso il segreto istruttorio, un istituto che dovrebbe costituire una garanzia per tutti i cittadini” Naturalmente più per quelli che non hanno problemi con la giustizia. Per i vari Cosentino, Bertolaso, Scajola, invece, la tutela del segreto deve essere massima. L’importante è sedersi alla televisione e tra una performance di Minzolini ed una di Vespa continuare a deliziarsi con le veline e le innumerevoli maggiorate. Altra frase, che ci sentiamo di sottolineare a riprova dell’ipocrisia e della faccia tosta dei politici,è l’ultima attribuita ad Antonio Bassolino: “Parlare, scrivere dei problemi del Sud guardandoli in faccia con doveroso spirito critico: questa è l’operazione verità che, come fondazione Sudd, vogliamo promuovere nelle sedi del dibattito pubblico nell’interesse delle regioni e dei cittadini meridionali”. Peccato che nei lunghi anni della presidenza della Regione guardasse dall’altra parte!
NINO LANZETTA


Sabato 22 Maggio,2010 Ore: 19:48
 
 
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