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www.ildialogo.org CAMPAGNA ELETTORALE: note a margine.,di Nino Lanzetta

La settimana politica
CAMPAGNA ELETTORALE: note a margine.

di Nino Lanzetta

Le migliaia di manifesti, le numerose telefonate, i molti incontri politici e le venute dei big, l’improvviso riaccendersi di vecchie amicizie, la chiamata a raccolta di beneficiati e beneficianti fanno somigliare questa campagna elettorale a tutte le precedenti nelle quali è sempre prevalso l’elemento personalistico e clientelare su tutto il resto, facendo passare in sordina la vera posta in gioco che, stavolta, è davvero altissima. Non si tratta, come una certa propaganda vorrebbe lasciar intendere, di una democratica e fisiologica alternanza tra partiti che hanno governato malissimo (il centrosinistra) e partiti ( il centrodestra) che si accingono a prendere il testimone all’insegna del buon governo e del sicuro sviluppo della regione, già vantando grandi risultati nella soluzione – dicono- dei rifiuti e promettendo di fare altrettanto nella sanità, nella lotta alla camorra ed alla disoccupazione. Sono temi, questi, che vengono sempre sbandierati, spesso strumentalmente, e trattati con molta superficialità. Quasi per slogan. Il vero obbiettivo è, invece, la conquista del potere, la sostituzione di partiti, che indubbiamente hanno mal amministrato con altri che non promettono nulla di buono. “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” diceva il Principe di Salina nel Gattopardo. E’ solo la sostituzione di gruppi ad altri gruppi. Anzi quelli che si dicono nuovi sono, per lo più, espressione di vecchi partiti, trasformatisi nelle sigle e non nella gestione del potere nella quale, in passato, sono stati maestri. I mali di Napoli e della Campania sono antichi e non si risolvono con un colpo di bacchetta magica o grazie agli uomini della provvidenza, né tanto meno per l’alternanza di partiti che – almeno in Campania - sembrano più o meno uguali. Molti ex democristiani ed ex socialisti, che per decenni hanno goduto dei privilegi del potere, sono opportunamente, alcuni molto di recente, saltati sul carro del presunto vincitore per continuare a goderne. Non a caso con loro troviamo ancora gli intramontabili De Mita e Mastella! Allora che cosa cambierà? Certamente la colpa dei partiti del centro sinistra, e di Bassolino in particolare, è immensa ed il verdetto popolare potrebbe dimostrarsi impietoso. Ma sarà sufficiente a cambiare veramente registro? Basteranno le promesse berlusconiane ed i molti ministri e big piombati ad Avellino ad assicurare un futuro meno disastrato? Certo il PD, che in gran parte dell’area napoletana, ha finito per identificarsi in Bassolino, in questi ultimi anni si è “doroteizzato” abbastanza ed ha finito per immedesimarsi con il vecchio potere gavianeo e demitiano nella gestione del potere inteso quasi esclusivamente nell’acquisizione e mantenimento del consenso elettorale attraverso le clientele, determinando un fallimento della politica intesa come soluzione dei problemi e proposte di sviluppo e di buon governo. L’alternativa propone un diverso modo di governo della regione? E soprattutto offre maggiore credibilità? Gli uomini sono gli stessi di sempre, o i loro eredi diretti anche se appaiono più spregiudicati e meno autonomi dal potere centrale. Le loro liste sono piene di personaggi chiacchierati, fedeli sudditi, inquisiti e perfino qualche condannato. Non presentano il loro candidato naturale, quel Cosentino del quale è stato richiesto, invano, al Parlamento il mandato di cattura solo per motivi di decente opportunità. Ma l’apparato è lo stesso. Non sembrano nemici dichiarati della camorra né danno l’impressione di cambiare le cose. Paradossalmente uno spiraglio di insofferenza verso il vecchio e collaudato sistema, sembra venire proprio dalla candidatura del sindaco di Salerno, che ha operato una vera rivoluzione contro gli apparati dei partiti: frutto più di fortunate circostanze che di un’autocritica approfondita e di una scelta politica seria, anche se sofferta. Se dovesse verificarsi il miracolo, cosa assai difficile perché i miracoli non sono mai dietro l’angolo, sarà la nuova classe politica in grado di fare quella rivoluzione che De Luca promette? E soprattutto i partiti della coalizione gliela lasceranno fare? Assisteremo a scintille e sconquassi? Il personaggio invita al rischio. Sarà sufficiente? Per cambiare pagina, specie con il federalismo che incombe, dovrebbe esserci un movimento di popolo ed una rivoluzione morale e culturale, prima che politica. Del resto bisogna pur cominciare. Avellino e Napoli potrebbero risultare alla fine l’ago della bilancia. A Napoli Bassolino avrebbe tutto l’interesse a dare una mano che potrebbe riuscire preziosa. Ad Avellino ed in Irpinia si consuma amaramente la vendetta di De Mita verso il suo ex partito. Deve essere tanto assaporata da non sentire minimamente i disagi di trovarsi, persino faccia a faccia con Berlusconi e, magari, stargli accanto. Quanti elettori lo seguiranno? Il futuro parte da queste elezioni ed il voto è solo un inizio?
NINO LANZETTA


Venerd́ 19 Marzo,2010 Ore: 17:44
 
 
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