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www.ildialogo.org NOTE A MARGINE DI UNA CAMPAGNA ELETTORALE INFUOCATA,di NINO LANZETTA

La settimana politica
NOTE A MARGINE DI UNA CAMPAGNA ELETTORALE INFUOCATA

di NINO LANZETTA

In Campania la campagna elettorale è ancora più infuocata che nel resto d’Italia. E ciò per ragioni, per così dire, endogene, nostre del territorio e del contesto, ed esterne, di politica nazionale.
Quanto alle prime: alla ricerca del consenso, basata sul clientelismo, con la chiamata in campo di tutti i “beneficiati”, di coloro che attendono di esserlo nel futuro, di quelli che, ricoprono funzioni od incarichi, che ottengono consulenze o prendono appalti o fanno progetti, direttamente o indirettamente collegati alla politica, c’è da aggiungere – aggravante tipica del male irpino e campano, un’accresciuta corsa al cambio di casacca, al fine di un posto in consiglio regionale che valga ad assicurare una vecchiaia tranquilla. Per l’entità della posta in gioco, la crisi del centro sinistra, le sue divisioni, sembrano acquietarsi e compattarsi intorno al candidato De Luca, figura, per un certo verso, antipolitica e carismatica che potrebbe fare il miracolo. Il centro destra, invece, delineandosi una concreta possibilità di vittoria, sta sfruttando tutti i possibili appigli mediatici e propagandistici per la conquista di palazzo San Giacomo.
Quanto alle ragioni esterne, questa campagna elettorale sembra la più etero diretta. Da Berlusconi in prima persona, tanto per intenderci. E non solo per la scelta del candidato e l’accordo con l’UDC e il forzato silenzio di Cosentino, ma anche per i temi propri della propaganda che trovano nell’aver “tolto la spazzatura dalle strade di Napoli” e “risolto il problema dei rifiuti in Campania il “leit motif ricorrente e già utilizzato con largo anticipo. Le regionali sono fatte, come tutto, del resto, in Italia nel segno e nel nome di Berlusconi. La vicenda del decreto legge “interpretativo” di dubbia costituzionalità e di un’estrema ed arrogante scorrettezza, attraverso il quale vengono, di fatto, modificate norme elettorali per ammettere le proprie liste nel Lazio ed in Lombardia, la dicono lunga sul clima infuocato che ci aspetta.
In Irpinia agli “inconvenienti”, per così dire, esterni, sono da aggiungersi i nostri, che non sono da meno. A chi dovesse tornare, dopo un periodo di assenza, neanche troppo lungo, troverebbe il quadro politico talmente modificato da non raccapezzarsi più. Come spiegargli che De Mita, adesso sta con il centro destra ed è sostanzialmente alleato di Berlusconi? Che Gargani ha lasciato il PDL, perché, si è accorto che non è, poi, quel partito tanto “popolare” che credeva e per nulla democratico? Che Zecchino, anche lui sta con il centro destra ed un suo figliolo è candidato con una lista collaterale? Che il vice segretario in carica del Partito democratico, Mirella Giova, ha di colpo lasciato il partito e si è candidata con l’IDV? Che Salvatore Biazzo, inventato assessore dal PD ed eletto consigliere provinciale, ha anche lui, come alcuni altri, lasciato il partito in attesa di altri lidi? Che la parola “coerenza” è stata abolita dal vocabolario irpino? Che i corifei demitiani, candidati e non, si sono velocemente convertiti al nuovo credo politico e ripetono concetti e ragionamenti con la stessa cadenza e tonalità di quando discettavano di quelli opposti?
Che De Mita continua a dare lezioni politiche da Pietrastornina ( che sembra aver sostituito Nusco nel suo cuore) e tacciare di incompetenza, di dilettantismo e di ignoranza tutti gli altri, anche se prima erano stati suoi amici. Le ultime affermazioni: nella sanità “non ho mai segnalato persone inadeguate…. non mi sono mai speso per un primario che non fosse davvero bravo!” Come ha fatto a giudicare l’adeguatezza di un manager o la bravura di un primario? Con quali competenze e con quali conoscenze. Possiede anche nozioni mediche? La scelta è mai caduta su qualcuno non del suo partito o a lui non fedele? Non è questa, per caso, una delle cause per le quali la classe dirigente della Campania, come quella politica, del resto, è tanto mediocre e sciatta? Non sono, appunto la mediocrità e la fedeltà (usi ad obbedir tacendo!) le uniche caratteristiche richieste per fare carriera?
A proposito tra le liste presenti c’è anche quella dell’Udeur che è collegata, stavolta, con il centro destra, è c’è anche la signora Lonardo in Mastella, che fa campagna elettorale da Roma dove sta in soggiorno obbligato per volere dei giudici! Nel centro sinistra le cose non vanno, poi, mica tanto meglio. Una parte della sinistra va da sola; alcuni hanno cambiato casacca anche loro; alcuni sono rimasti fuori. Dispiace per l’esclusione del prof. Anzalone, uno dei pochi che avevano dimostrato competenza e rigore morale oltre che una dose di autonomia, che forse gli ha nuociuto. In compenso ci saranno più donne per effetto della nuova legge elettorale regionale. Peccato che alcune, oltre alla femminilità, non possono vantare altre qualità. Povero elettore!  
NINO LANZETTA


Mercoledì 10 Marzo,2010 Ore: 13:47
 
 
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