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www.ildialogo.org SE VINCE DE LUCA LA POLITICA DELLA REGIONE SARA’ RIVOLUZIONATA.,

LA FINE DELLA POLITICA DI BASSOLINO.
SE VINCE DE LUCA LA POLITICA DELLA REGIONE SARA’ RIVOLUZIONATA.

In Campania, con la defezione prima di Cascetta e  poi di Maroni, bassoliniani di ferro che non hanno presentato la propria candidatura alle primarie del Pd per la presidenza della Regione, si è definitivamente chiuso un ciclo. E’ finita l’era Bassolino. Quest’ultimo aveva tentato il tutto per tutto per impedire la candidatura di Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, suo fiero avversario da un decennio. Non c’è riuscito. Le primarie sono saltate per mancanza di concorrenti e De Luca, per il momento, a meno di improbabili sorprese, resta l’unico candidato del PD, che non è riuscito, in mesi di discussioni e veti reciproci, a trovarne un altro gradito a tutte le correnti e spendibile in una campagna elettorale che si annuncia dai toni accesi. Intanto le sinistre (da Ferrero a Vendola) e l’IDV di Di Pietro non vogliono De Luca, in quanto sindaco “sceriffo” e rinviato a giudizio per un’irregolarità nella delocalizzazione delle ex cotoniere meridionali. 
Tre brevissime riflessioni preliminari. La prima sulla fine di un personaggio politico della caratura di Bassolino; la seconda sul gioco al massacro delle sinistre italiana; la terza sul giustizialismo un po’ tranchant di Di Pietro e De Magistris, alfieri di una moderna inquisizione politica.
Bassolino è stato un protagonista, nel bene e nel male, della politica regionale degli ultimi quindici anni. Su di lui sono stati espressi pareri contrastanti. La sua è stata una sconfitta personale o di un’intera classe dirigente del PD? Nella seconda ipotesi la soluzione De Luca, che è scaturita dalla forza dei fatti e dal territorio, e non dall’apparato, può essere risolutiva. Traumatica sicuramente ma anche positiva.  Solo se si fa piazza pulita nel partito, e non solo a Napoli ( ad Avellino le ultimissimi dimissioni di Biazzo e Romano sono un ulteriore segnale inquietante che viene continuamente sottovalutato !), forse si riesce a risalire la china e a ritrovare quel feling con la gente che sembra irrimediabilmente perduto. E forse De Luca è, in questo momento, il solo politico che può fare il miracolo alla Regione, in attesa che nel partito vengano fuori analoghi innovatori. All’indubbio carisma per quanto ha realizzato a Salerno aggiunge sicure qualità di autonomia e di indipendenza dagli apparati dei partiti, compreso il suo, dagli equilibri gestionali e da un sistema di potere lottizzato. Né può essere accusato di clientelismo o di affarismo. Ha un carattere per niente accomodante, piuttosto scomodo. E’ intransigente nei principi e perseverante nei comportamenti. Forse farà sfracelli, se resisterà  nelle ovattate sale del potere napoletano. E’, appunto, quello che ci vuole se veramente si desidera cambiare pagina e se nessuno rema contro e davvero si vuol farlo vincere. Lui ce la metterà tutta, ma non sarà sufficiente.
Non si comprende la sinistra che, nonostante le continue batoste elettorali, si ostina a mantenere la testa sotto la sabbia e a non capire che deve cambiare, come la società che le sta intorno. Invece continua a lavorare per il re di Prussia.
Quanto a Di Pietro e De Magistris, nel mentre si comprende e si apprezza la lotta per la legalità e la trasparenza in politica, si fa fatica a non rilevare che, a volte, l’uso indiscriminato e non meditato, con valutazioni generiche e non riferite  a caso per caso, finisce per assumere valenza di propaganda politica persino ingenerosa.
Come non capire che in questo momento, in Campania, per la situazione che si è venuta a creare, occorre una scossa e De Luca, per i suoi meriti ed  anche per i suoi difetti, è il meglio che c’è in circolazione. I rettori Trombetti e Pasquino, nomi degnissimi, non hanno la capacità di richiamo di De Luca ed i partiti, compreso l’IDV, sono semplicemente sopportati. De Luca, poi, solamente rinviato a giudizio e non condannato, sostiene di aver agito per interessi della città e in difesa di lavoratori licenziati e non personali ( non ho messo soldi in tasca!). Aggiunge che rifarebbe quanto ha fatto e di essere stato sempre vicino ai più deboli ed ai lavoratori. Gli elettori di Salerno gli hanno creduto e lo hanno rieletto sindaco in maniera plebiscitaria. Perché crocifiggerlo prima della sentenza che potrebbe essere non di condanna? Il centrosinistra con De Luca ha una chance in più. Perché sprecarla?        
NINO LANZETTA
                                                                                                                                      
 
 


Giovedě 04 Febbraio,2010 Ore: 16:26
 
 
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