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www.ildialogo.org E per favore non chiamatela giustizia.,di Giovanni Sarubbi

Avellino - Processo amianto
E per favore non chiamatela giustizia.

di Giovanni Sarubbi

Avellino, 24 febbario 2017, seconda udienza del processo Isochimica[1]. L’aula è la più grande del tribunale ma 270 parti civili, 27 imputati e la quarantina di avvocati che li rappresentano non riescono a trovare posto. I microfoni funzionano male, si capisce poco o nulla di quello che viene detto. Gli avvocati protestano, il procuratore si associa, ma la presidente dice che non ci sono soldi per fare il processo in un luogo diverso. Bisogna arrangiarsi. Fra gli ex lavoratori gira la notizia che i morti accertati sono oramai 23. Ma di questo non si parla in un processo destinato a finire in un nulla di fatto.
La prescrizione infatti incombe, anzi è già operante per la maggioranza degli ex lavoratori. Tutto dipende dalla data di accertamento per ognuno di loro delle lesioni. Il processo potrà durare, solo per il primo grado e se fila tutto liscio, anche tre-quattro anni. Qualche pessimista dice sei anni. Non faranno una udienza al giorno e neppure una alla settimana. Per ogni udienza un paio di mesi. E poi l’inevitabile appello e poi la Cassazione. Tutto finirà in una bolla di sapone.
Il sistema giudiziario italiano è finalizzato alla prescrizione. Basta avere i soldi e gli avvocati adatti. È strutturalmente così. E a pagare sono solo i poveri cristi. Basta guardare chi sono i carcerati. Solo ladri di polli con una giustizia fortissima con i deboli e debolissima con i forti.
Nel frattempo il mesotelioma, che è solo uno dei tanti tumori provocati dall’amianto, la sua strage la sta già facendo e non solo fra la specie umana. Sono tantissimi gli animali domestici, soprattutto cani, che si stanno ammalando e morendo di tumori polmonari. La sanno bene i veterinari che li curano. È cominciato dai paesi ad est dell’Isochimica e poi ha interessato Atripalda e Avellino. Qualche veterinario, una decina di anni fa, tentò di fare uno screening di queste morti che sono indicativi dello stato di salute dell’ambiente. Gli animali muoiono prima poi tocca alla specie umana. Ma tutto è stato messo a tacere.
Qualche soldo coprirà le responsabilità. La scorsa legge finanziaria ha stanziato dei fondi per le vittime dell’amianto che sono per lo più inutilizzati. Pochi sanno la notizia. Forse difficile è l’iter per ottenerli. Dopo il danno anche le beffe. E la politica? Per lo più complice o silente.
E per favore non chiamatela giustizia.
Giovanni Sarubbi
NOTE
1Azienda di Avellino, di proprietà di Elio Graziano, che negli anni ‘80 del secolo scorso ha scoibentato l’amianto presente nelle carrozze ferroviarie delle Ferrovie dello Stato producendo un disastro ambientale. Vedi il seguente link che riassume tutta la storia link



Sabato 25 Febbraio,2017 Ore: 19:03
 
 
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