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www.ildialogo.org ALL’ ASL di AVELLINO TIMBRAVANO I CARTELLINI E … ANDAVANO IN CHIESA!,di Nino Lanzetta

I FURBETTI DEL CARTELLINO!
ALL’ ASL di AVELLINO TIMBRAVANO I CARTELLINI E … ANDAVANO IN CHIESA!

di Nino Lanzetta

La bella notizia della diciassettenne studentessa Valentina Bevilacqua, campionessa nazionale di italiano, la cui fotografia è finita in prima pagina su Repubblica, è durata lo spazio di un mattino, subito sostituita dallo scandalo dei “furbetti del cartellino” ripreso da tutta la stampa nazionale e dalle televisioni. Di colpo siamo tornati alla “normalità”, quella che ci vede al fondo della classifica per le cose vituperevoli e per il pessimo funzionamento della Pubblica Amministrazione.
All’ l’ASL di Avellino, da mesi, funzionari, dirigenti, medici ed infermieri timbravano il cartellino (o se lo facevano timbrare) e si allontanavano dalla sede senza prendere servizio presso gli uffici se non dopo aver sbrigato proprie incombenza. Qualcuno si è giustificato dicendo di essere andato in Chiesa, qualcuno si è scusato … del disagio causato agli utenti; i più hanno fatto scena muta di fronte al magistrato, che li interrogava, avvalendosi della facoltà di non rispondere. E’ del tutto inspiegabile, con la logica del classico buon padre di famiglia, come sia stato possibile un fenomeno –dicono prolungato- di così palese violazione di norme regolamentari e del codice penale, che configurano un vero e proprio reato di truffa nei confronti dello Stato, che, se accertato giudizialmente, porta al licenziamento e alla comminazione di pene detentive. Non si capisce come tutto questo sia potuto accadere sotto l’occhio delle telecamere, che tutti sapevano essere in funzione da mesi, e che – se sono vere le notizie circolate anche in video- qualcuno ha addirittura beffeggiato con il classico dito medio alzato. La gravità non si ferma qui perché era noto in azienda che era in corso un’inchiesta giudiziaria e che erano installate le telecamere che, a quanto si legge sui giornali, qualcuno, indagato, è stato ripreso nell’atto di scardinarle. Il tutto a pochi mesi di distanza dai video, messi in onda dalle televisioni per settimane e settimane, di vigili ed impiegati comunali di San Remo -qualcuno ripreso perfino in mutande- per un analogo comportamento del quale si è parlato per mesi e le cui conseguenze hanno portato a numerosi licenziamenti. Con la maggiore predisposizione d’animo possibile non si riesce proprio a comprendere l’animus operandi se non con una diffusa percezione di impunità, anche di fronte all’evidenza dei fatti e ad un contesto, in gran parte, inquinato e moralmente deprecabile. Qui non si tratta di “chi ha sbagliato è giusto che paghi” perché non si tratta di errori ma di veri e propri reati e non si capisce come la dirigenza dell’Ente sia potuta venir meno, così palesemente, ai suoi obblighi funzionali! Quanto ai furbetti del cartellino, “Colpisce che atteggiamenti così protervi, ai limiti della delinquenza abituale, provengano da soggetti normali” dice il procuratore aggiunto, dottor D’Onofrio!
Altra considerazione è il dover constatare quanto poco risalto abbiano dato all’accaduto gli organi di stampa e come se ne parli poco, quasi a voler rimuovere dalla coscienza e dagli occhi, una fastidiosa visione. Eppure – come ha scritto Gianni Festa sul Quotidiano del Sud, alcuni hanno protestato che il giornale abbia pubblicato i nomi degli indagati! Ma tant’è non a caso siamo tra gli ultimi anche e, forse soprattutto, per la scarsa presenza di senso civico nella popolazione e per l’innato comportamento del tirare a campare, tanto “così fan tutti!”. Altro silenzio assordante è quello dei cosiddetti politici nostrani i quali non hanno visto, non sanno, e, se proprio tirati per i capelli, biascicano le solite giustificazioni che ci sono anche gli onesti che tutto non è marcio e che delle cose positive nessuno parla. Si arriva a giustificare persino l’ASL in un momento come questo, magnificandone le virtù. A scanso di equivoci riteniamo anche noi che molti, anzi, la gran parte dei funzionari, infermieri, medici ed impiegati siano onesti, competenti e si dedicano al loro lavoro con professionalità e serietà. Ciò non toglie, tuttavia, che essi sono i primi a subire un tale stato di fatto e sono costretti ad operare in un contesto disorganizzato, gestito male, nel quale ognuno che può, cerca di trarre il maggior vantaggio personale possibile, sotto gli occhi assenti di una dirigenza, espressione clientelare di una classe politica che asservisce la Pubblica Amministrazione a fine di catturare il consenso elettorale e non solo, come dimostrano i continui episodi di corruzione, da ultimo nella sanità della Regione Lombardia dove un politico ed una imprenditrice sono in galera per essere stati trovati … con le mani nella marmellata. Purtroppo le cause di questo fallimento sono note da anni a tutti e costituiscono il motivo principale del distacco di molti cittadini dai politici e dai partiti che ha finito per condizionare la stessa politica. Togliere ai partiti ed ai politici la facoltà di nomina negli Enti pubblici, economici e non, e soprattutto nella Sanità sarebbe stata una delle riforme che avrebbe dovuto connaturare la politica della “rottamazione” che ha portato Renzi alla guida del Governo!
Campa cavallo! Dopo i tornelli di Brunetta le nuove norme, più restrittive della Madia, non risolvono il problema, come ampiamente viene dimostrato dagli episodi che si susseguono giorno dopo giorno. Di tagli netti e di vere riforme (separare la sanità pubblica da quella privata, provando a metterla in concorrenza, abolire il tempo definito dagli ospedali, abrogare l’intra moenia, come sostiene anche il governatore della Toscana, Rossi del PD) manco a parlarne! “Siamo fessi?” sembrano dire in coro i politici di tutti i partiti!
 Non resta che accontentarsi di quello che passa il convento. ovvero di una pessima sanità. L’Ufficio studi della CGIA di Mestre, noto per le sue ricerche rigorose e serie, sostiene che la qualità della P.A italiana è pessima. “Rispetto ai 206 territori interessati il sud d’Italia compare sette volte nel rank dei peggiori con la Campania che si classifica al 202° posto per la burocrazia!
NINO LANZETTA

 

 



Giovedì 24 Marzo,2016 Ore: 22:17
 
 
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