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www.ildialogo.org No alla modifica della Costituzione,di Ufficio Stampa Cantiere Caudino-Irpino per la Ricostruzione del Partito Comunista

No alla modifica della Costituzione

di Ufficio Stampa Cantiere Caudino-Irpino per la Ricostruzione del Partito Comunista

Vogliono ricostruire il disciolto partito fascista


  E' scandalosa la proposta dei sei Parlamentari del PDL, Cristiano De Eccher, Fabrizio Di Stefano, Francesco Bevilacqua, Giorgio Bornacin, Achille Totaro, Egidio Digilio. Vogliono, come insegna il loro padrone Berlusconi, prendere la Costituzione, oltre che la storia, e farne ciò che vogliono, modificando la XII disposizione transitoria e finale che cita: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Chiariamo che questa norma fondamentale della nostra Repubblica democratica e antifascista, già non viene rispettata. Altrimenti le varie organizzazioni nazi-fasciste come “forza nuova”, “casapound”, “cuore nero”, e vari altri nuclei, non dovrebbero esistere, mentre sono il braccio armato del padronato. In parlamento vengono spalleggiati da elementi quali per esempio Scillipoti, oltre che da parte della stampa.

Il processo di disinformazione passa anche attraverso questi subdoli giochetti. Ci avevano già provato con la proposta di legge 1360, quella sull’equiparazione tra Partigiani e Repubblichini, come se i combattenti per la libertà e quelli che la reprimevano fossero la stessa cosa. Come se chi si batteva per l’eguaglianza e i fautori della razza ariana fossero la stessa cosa. Come se, chi difendeva i propri paesi, le proprie case, le proprie famiglie dall’oppressore straniero e chi si era svenduto ad esso, fossero la stessa cosa. Allora ci fu una vera sollevazione popolare delle forze democratiche ed antifasciste del nostro paese, ma anche solo delle persone di buonsenso, che rispedì al mittente quella proposta.
Oggi quelle stesse forze reazionarie ci riprovano.
In nome di una presunta libertà , vogliono riportare quel nome che in Italia ha portato: guerra, distruzione, povertà. Senza il generoso contributo dei partigiani tutti, oggi non avremo avuto quel processo storico che ha portato alla conquista di diritti sociali, che purtroppo oggi sembrano sfuggirci di mano. Ma non dimentichiamo, inoltre, il “modus operandi” delle organizzazioni fasciste. Far leva sugli stereotipi (ma negano l'evidenza), inneggiare alla violenza in qualsiasi forma (salvo poi mascherarla sotto il profilo culturale. Cosa palesementa FALSA!), gioire sulle disgrazie per poter ricevere consensi, fare branco. L'addestramento comincia da luoghi comuni. Uno stadio, una sciarpa, un fumogeno e qualche insulto. Passando poi per gesti eclatanti che non riguarda solo un caso isolato delle grandi città, ma prende il sopravvento anche in Irpinia, dove diversi compagni sono stati minacciati e aggrediti fisicamente da qualche guappo nostalgico del duce.

Noi del cantiere Caudino-Irpino per la ricostruzione del partito Comunista/Federazione della Sinistra abbiamo denunciato più volte questo atteggiamento. Ricordiamo, a chi avesse la memoria corta, dei tanti compagni che ci hanno rimesso la vita per aver incontrato questi elementi. Non dimenticheremo mai Davide “DAX” Cesare, ucciso a Milano con 13 coltellate per mano di tre nazi-fascisti, e non negli anni '60, o nel periodo della dittatura fascista. Ma pochi anni fa, nel 2003. Oppure i compagni morti per mano di quel fascismo in divisa, legalizzato a perpetrare violenza. Ricordiamo il compagno Federico Aldrovandi (2006), Stefano Cucchi (2010) e l'elenco può continuare...

Ripudiare il fascismo significa farlo sotto qualsiasi forma. Un Onorevole dello Stato Italiano giura fedeltà alla Costituzione, non viene eletto per modificarla a proprio piacimento. Ma non ci meravigliamo: queste provocazioni fanno parte della cultura della destra italiana che vuole, anche se sotto altre forme, riportare il fascismo.

Per ribadire ancora una volta la nostra sfera di valori, ci basta ricordare un passo di Piero Calamandrei: […] Essi sono morti senza retorica, senza grandi frasi, con semplicità, come se si trattasse di un lavoro quotidiano da compiere: il grande lavoro che occorreva per restituire all’Italia libertà e dignità. Di questo lavoro si sono riservata la parte più dura e più difficile: quella di morire, di testimoniare con la fede e la morte la fede nella giustizia. A noi è rimasto un compito cento volte più agevole: quello di tradurre in leggi chiare, stabili ed oneste il loro sogno di una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini alleati a debellare il dolore. Assai poco, in verità, chiedono a noi i nostri morti. Non dobbiamo tradirli

 

Ufficio Stampa Cantiere Caudino-Irpino per la Ricostruzione del Partito Comunista

 



Sabato 16 Aprile,2011 Ore: 16:17
 
 
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