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www.ildialogo.org BERLUSCONI, LA STAMPA CATTOLICA E “IL PONTE”,di Nino Lanzetta

BERLUSCONI, LA STAMPA CATTOLICA E “IL PONTE”

di Nino Lanzetta

Le ultime avventure del cavaliere: i festini di Arcore, l’utilizzo del corpo femminile per guadagni facili e carriere politiche, i ripetuti attacchi alla Magistratura e agli altri poteri dello Stato, in un disegno di crescente pericolosa eversione, ha fatto abbandonare, gli ultimi riserbi che, sulla scia di una palese condiscendenza delle alte gerarchie ecclesiastiche, avevano connaturato la linea editoriale della quasi totalità della stampa cattolica. Per la verità da tempo aveva cominciato a denunciare le magagne del berlusconismo Famiglia cristiana, uno dei più diffusi settimanali cattolici, a cui aveva fatto seguito l’Avvenire, quotidiano della Cei, il cui direttore Boffo era stato fatto oggetto di una violenta campagna di fango dal Giornale, di proprietà della famiglia Berlusconi, fino a farlo dimettere. Era stata, comunque, un’azione limitata e poco incisiva, fino a quando, dopo gli ultimi avvenimenti, ha finito per prevalere la protesta di buona parte della comunità ecclesiastica, con testa moltissimi sacerdoti e molti vescovi, che vedevano disattesi, nei fatti, i valori cattolici, a cominciare dalla solidarietà, dall’accoglienza, dalla difesa degli umili per finire al disprezzo della legalità, al tentativo di minare i principi della democrazia liberale e ad una vera e propria corruzione di costumi incompatibile con la morale cristiana. Non è stata considerata più sufficiente la difesa, spesso strumentale e interessata dei cosiddetti valori etico sensibili se poi, nei comportamenti quotidiani, ci si comporta nel modo esattamente contrario. Da qui l’alzata di scudi di una gran parte della stampa cattolica che è arrivata a chiedere ai cardinali Bertone e Bagnasco di non incontrare Berlusconi. Tra questi periodici si sono distinti La voce del popolo di Torino, Il cittadino di Lodi, La cittadella di Mantova, Il popolo di Pordenone, L’araldo abruzzese di Teramo e numerosi altri. Questi settimanali, fra i più di 150, che sono riuniti nella Federazione italiana dei settimanali cattolici (FISC), che sono diffusi su tutto il territorio nazionale e sono diretta emanazione, seppur in modo libero ed autonomo delle Diocesi e vendono più di un milione di copie, sono l’espressione del territorio e dei cattolici e ne interpretano, raccontandoli, i sentimenti, i bisogni, le aspettative. La loro presa di posizione, perciò, è un fatto da rilevare con molto interesse. Del resto il graduale distacco, che sta avvenendo da parte delle gerarchie, appare evidente da numerosi indizi e da chiari riferimenti di autorevoli esponenti laici del cattolicesimo che si stanno adoperando per un possibile raggruppamento dei cattolici in un partito di centro, che i più vedono nella nuova configurazione che si sta venendo a formare attorno all’on Casini.
Chi scrive è nato, come pubblicista, in uno di questi settimanali cattolici e, già dalla fine degli anni novanta, ha avvertito, raccontandolo ai lettori, i pericoli del berlusconismo. Insieme con un collega, emerito vescovo in pensione, ha settimanalmente descritto i pericoli, prima dei diritti minacciati, e poi della deriva populista che stava prendendo l’avventura berlusconiana. Nei numerosi seminari dei giornalisti cattolici le sue posizioni erano conosciute, anche se di assoluta minoranza e benevolmente tollerate e poco condivise, se non con pochi altri preti coraggiosi direttori di settimanali e da alcuni vescovi come mons. Bregantini o l’emerito arcivescovo di Ivrea mons. Bettazzi, che ci onoravano con la loro presenza e manifestavano riserve verso il berlusconismo in maniera certamente più autorevole e con migliori argomentazioni. Poi, mutato il vento, ho dovuto cambiare aria perché il settimanale, seppur redatto in forma artigianale e con una sconnessa linea editoriale, pur avvalendosi di un’ottima redazione, che ricordo con affetto, si è attestato su posizioni politicamente più neutra, nella convinzione – come fu chiaramente ribadito in più occasioni- che il giornale “faceva troppa politica”. Come se raccontare le cose della gente e della città ( polis) “in forma intellettualmente onesta” non fosse “fare politica”in forma consentita. La verità è che il settimanale ha cambiato pelle e linea editoriale. Noi avremmo voluto che cambiasse solo pelle, aggiornando il modo di fare il giornale e qualificandone, in senso di espressione e voce della comunità dei lettori la sua linea, pur mantenendone la direzione e conservandone l’eccellente redazione. Invece, con il nuovo corso la redazione è stata del tutto azzerata. E lo stesso direttore mortificato ed umiliato. Non il sottoscritto, che è andato via prima del nuovo corso anche se senza un ringraziamento o un saluto. Atteggiamento poco consono ad un ambiente che prima di predicare dovrebbe praticare i valori cristiani. Non è affatto vero come, invece è stato superficialmente scritto che le persone ( cioè i redattori ) ” … sono andate via per libera scelta, dettata probabilmente dalla non condivisione dell’impostazione cattolica del giornale…. E non in linea con i valori e i principi umani (sic!) al cui servizio si pone oggi il Ponte…” Il Ponte n.7 del 19.2.2011). L’affermazione sui valori umani, peraltro è una semplice sciocchezza che non si dovrebbe scrivere se si avesse un po’ più di rispetto del prossimo. E questo non per spirito di polemiche ma per ristabilire la verità. Del resto anche nella nostra regione ci sono state già da tempo, così per dire, posizioni più intransigenti e radicali come quelle che ruotavano attorno ai vescovi emeriti Mons. Acerra e mons. Nogavero alle quali cercavamo di ispirarci nel nostro piccolo e con le nostre forze modeste, senza mai contrabbandare o disattendere i valori “umani” e tantomeno cristiani. Anzi sforzandoci di ispirarci ad essi e non in modo ipocrita o strumentale. L’augurio è che anche Il Ponte, come il resto dei maggiori settimanali cattolici italiani, possa ritrovare la via della denuncia e del racconto della realtà, anche quella civile, proprio della gente umile e comune che non ha altro modo di esprimersi.
NINO LANZETTA  
Nota
Il Ponte è il settimanale della Diocesi di Avellino

 



Sabato 26 Febbraio,2011 Ore: 16:43
 
 
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