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www.ildialogo.org Oltre alle semplici dichiarazioni di cordoglio.,di Cantiere Caudino e Irpino per la ricostruzione del PARTITO COMUNISTA

Avellino
Oltre alle semplici dichiarazioni di cordoglio.

di Cantiere Caudino e Irpino per la ricostruzione del PARTITO COMUNISTA

Il suicidio di un operaio della FMA(FIAT) delegato della FIOM-CGIL


Comunicato stampa

L’atto estremo del suicidio rappresenta una sconfitta per tutti coloro che nell’agire politico di lotta, non rinunciano a costruire una società di liberi e uguali e a guidare la lotta degli uomini e delle donne per migliorare le proprie condizioni di vita. Al susseguirsi delle dichiarazioni di cordoglio e alle affermazioni: “È l’ora del silenzio e non delle riflessioni”, noi diciamo basta. Il silenzio è un’altra offesa a quell’uomo e alla sua famiglia.

Queste ore devono rappresentare, per le istituzioni, una chiamata ad assumersi le proprie responsabilità per non aver risposto alle urgenze che vive quotidianamente il mondo del lavoro. Il mondo operaio, invece, deve prendere la coscienza del desiderio di passaggio da “classe in sé” a “classe per sé”. Il suicidio di questo compagno di lotta, rappresenta il vero volto del nano-capitalismo italiano, reazionario e incapace d’investire in innovazione e nuove tecnologie, vissuto di bassi salari, supersfruttamento, lavoro sempre più precarizzato e nero. È il momento di trasformare in una forza di mutamento politico il sentimento d’ingiustizia sociale. Si parla, oggi, di proletariato come se non esistesse più, sembra una parola che appartiene a un passato lontano che mai esisterà più, fortunatamente, non ci siamo mai fermati a pensare come mai in questo periodo, nonostante sia passato un secolo di lotte, si parla ancora di condizioni lavorative disumane, diritti non riconosciuti, lavoro nero, morti bianche e salari bassi.

La politica deve assumersi le proprie responsabilità; l’ultimo ventennio berlusconiano e di centro sinistra è stato, fondamentalmente, solidale nel condividere il disastroso e antipopolare processo di privatizzazioni; che la fase attuale – segnata dalla dura egemonia capitalista, iperliberista e dalle altrettanto dure imposizioni liberiste dell’Unione europea – spinge pesantemente a “ terminare il lavoro sporco” volto alla destrutturazione completa del pubblico e del lavoro.

Accettare la “tesi della fine del lavoro”, ideologia servita a distogliere l’attenzione dal massacro sociale nei confronti della classe lavoratrice e la ripresa del conflitto che ha riproposto la persistente centralità della contraddizione capitale-lavoro, porta a ricordare l’affermazione di Edoardo Sanguineti: “Restaurare l’odio di classe”.

Sanguineti diceva: “Perché loro ci odiano, dobbiamo ricambiare. Loro sono i capitalisti, noi siamo i proletari del mondo d’oggi: non più gli operai di Marx o i contadini di Mao, ma “tutti coloro che lavorano per un capitalista, chi in qualche modo sta dove c’è un capitalista che sfrutta il suo lavoro”. A me sta a cuore un punto. Vedo che oggi si rinuncia a parlare di proletariato. Credo invece che non c’è nulla da vergognarsi a riproporre la questione. È il segreto di pulcinella: il proletariato esiste. È un male che la coscienza di classe sia lasciata alla destra mentre la sinistra via via si sproletarizza. Bisogna invece restaurare l’odio di classe, perché loro ci odiano e noi dobbiamo ricambiare. Loro fanno la lotta di classe, perché chi lavora, non deve farla proprio in una fase in cui la merce dell’uomo è la più deprezzata e svenduta in assoluto? Recuperare la coscienza di una classe del proletariato di oggi, è essenziale. E importante riaffermare l’esistenza del proletariato. Oggi i proletari sono pure gli ingegneri, i laureati, i lavoratori precari, i pensionati. Poi c’è il sottoproletariato, che ha problemi di sopravvivenza e al quale la destra propone con successo un libro dei sogni”.

Cantiere Caudino e Irpino per la ricostruzione del PARTITO COMUNISTA

 



Giovedì 17 Febbraio,2011 Ore: 16:29
 
 
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