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www.ildialogo.org PIANETA “MUNNEZZA”,di Nino Lanzetta

PIANETA “MUNNEZZA”

di Nino Lanzetta

La nuova emergenza rifiuti a Napoli e la situazione dell’Irpinia.


Sono passati appena due anni e a Napoli è tornato l’incubo dei rifiuti!  Cumuli di immondizia hanno nuovamente invaso le strade e i vicoli. E’ tornata la rabbia e  a Terzigno è scoppiata, violenta, la protesta. I cittadini presidiano la discarica che emana effluvi irrespirabili ed inquina il territorio fino a chilometri di distanza. Molti compattatori sono stati incendiati e la popolazione, esasperata ed incazzata, è scesa nuovamente sul sentiero di guerra e, non fidandosi più delle promesse dei politici, non vuol sentire ragioni fino a quando non venga revocata la legge che impone una seconda maxidiscarica in quella zona già inquinata che è parco nazionale e patrimonio dell’Unesco. Se a ciò si aggiunge la perdita di numerosi posti di lavoro, la minacciata chiusura dei cantieri navali di Castellammare e di altre aziende piccole e grandi, la situazione nel napoletano si avvia a diventare esplosiva. Anche ad Avellino, che riproduce, seppur in sedicesimo, la realtà di Napoli, la situazione , già difficile, può esplodere se arriveranno davvero a Savignano i rifiuti di Napoli e se,come minacciato, si dovesse dar luogo alla costruzione della discarica sul Formicoso.
 Ma Berlusconi non aveva vinto le elezioni cavalcando lo slogan della spazzatura nelle strade di Napoli? Non le aveva liberate in un batter d’occhio, mandando in loco e a tempo pieno, Bertolaso? Non aveva risolto tutto in pochi mesi inaugurando, come se l’avesse fatto lui, l’inceneritore di Acerra, ottenendone un successo mediatico pari a quello della ricostruzione dell’Aquila?  Il Consiglio dei Ministri convocato nella Prefettura di Napoli non aveva sancito urbi et orbi, la concretezza del suo governo del fare? Il 31dicembre 2009 non era stato sancito, con decreto legge, la chiusura dello stato di emergenza e la fine dei commissari governativi? Mai più rifluiti in Campania: cominciava una nuova era. L’inaugurazione dell’inceneritore di Acerra, alla presenza dell’intero establishment della Padania, con in testa la Moratti, fu l’operazione mediatica più ad effetto propagandistico degli ultimi decenni. Un’operazione che coloro che conoscono la situazione campana sospettavano una patacca e i meno informati e più creduloni consideravano un miracolo. Berlusconi: “Lo stato è tornato a fare lo Stato” proclamò tra gli applausi generali!  Ma passata la festa e gabbato lo santo la “favola bella che ieri t’illuse” e che oggi, purtroppo, continua ad illudere ancora chi non vuole aprire gli occhi, si è sgonfiata come un palloncino colorato alla fine della festa.
Quale è la situazione reale dei rifiuti in Campania? Poteva risolversi in qualche mese, con un colpo di bacchetta magica, una situazione complessa, difficile e complicata, che dura, ormai, da oltre mezzo secolo, per la complicità e l’intreccio storico di cause, responsabilità, camorra che ha coinvolto trasversalmente la maggior parte della classe politica e dirigente della regione? Certo che no! Il risveglio dal lungo sonno lascia attoniti e sgomenti, anche in Irpinia, coloro che ancora si illudono che un problema di questa portata storica per la nostra regione, possa essere risolto con l’ordinaria amministrazione . meno che mai con la propaganda o le chiacchiere dalle sole forze della maggioranza, e per giunta, scaricando sempre sugli altri le responsabilità che, purtroppo, sono trasversali e gravi. In effetti, finora, anche nella nostra provincia, si è fatto poco e la gestione integrata della raccolta, dello smaltimento e della riutilizzazione dei rifiuti, è ancora alle prime battute. I rifiuti, sostanzialmente, si continuano a raccogliere pressoché in maniera indifferenziata e portati nelle discariche come nel passato e con la camorra. L’inceneritore di Acerra, che secondo il sen. Tommaso Sodano, è un “catorcio”, funziona a scartamento molto ridotto (una linea su tre) e produce emanazioni tossiche in quantità infinitamente superiori alla norma, in 250 giorni su 500. Le eco balle, che non hanno nulla di “eco” e tutto di ”balle” semplicemente non possono essere incenerite. Le strutture che dovrebbero produrre CDR (combustibili da rifiuti) non funzionano e si limitano solo a triturare ed a compattare, senza differenziarla, la spazzatura che dovrebbero “trattare”.
Napoli è piena di discariche e non ce la fa più. La rivolta popolare di Terzigno e dei paesi limitrofi è scoppiata all’apertura di una nuova maxi discarica ( la più grande d’Europa!) che, con tutte le altre ha fatto scempio del territorio e dell’ambiente. Noi fortunatamente abbiamo ancora Savignano! Ma fino a quando può durare? Se poi Napoli scoppia e l’Irpinia dovrà accollarsi parte dei suoi rifiuti, la crisi coglierà anche noi. Il governo ha dovuto proclamare nuovamente lo stato di emergenza e rimandare Bertolaso, come so la gente credesse ancora ai miracoli e alle affermazioni del premier che, con la solita faccia tosta, anche se stavolta non sorridente per tutti i suoi guai, ha affermato solennemente che in dieci giorni la crisi sarà superata. Naturalmente la colpa , ora che Bassolino non c’è più, è di Rosa Russo Iervolino!
In Irpinia come siamo messi? Il piano industriale provinciale ( il secondo, dopo quello della De Simone) presentato il 7 sett. 2010, fotografa una realtà tranquilla sulla carta; si pone obbiettivi, che ritiene raggiungibili e in grado di garantire, entro un paio di anni, un normale svolgimento del ciclo integrato. La raccolta differenziata dovrebbe passare dal 35% del corrente anno fino al 75% del 2013.  Si dovrà procedere al completamento delle strutture: CDR di Pianodardine (da modificare profondamente riconvertendolo ad un moderno metodo di bioessiccazione e selezione di materiale di qualità); Impianto di compostaggio di Teora ( insufficiente, da ristrutturare ed ampliare); Stazione di trasferenza di Flumeri ( da adeguare e ristrutturare); Impianto di valorizzazione raccolta differenziata – materiale d’imballaggio-di Montella – ( da costruire ex novo); Isole ecologiche di Ariano e di Grottaminarda ( alle quali se ne dovrebbe aggiungere una terza); una discarica, quella di Savignano, nella quale è in costruzione una quarta vasca. Gli investimenti ed i costi dell’intera operazione dovrebbero essere all’incirca di 14 miliardi di euro per il 2011, 30 per il 2012 e 25 per il 2013. La provincializzazione dei rifiuti prevista dalla legge, prevede anche l’accentramento dell’esazione della tassa, da parte della provincia, che dovrebbe essere destinata a scomparire secondo il programma dell’attuale maggioranza ed i desideri di tutti. Questo creerebbe nuovi problemi e troverebbe da sistemare nuovi carrozzoni, come la vicenda della nuova società di gestione provinciale insegna. Il presidente Sibilia parla di una svolta, che francamente non si vede. Importante, invece, è non abbassare la guardia, seguire il processo di sviluppo del ciclo e del completamento delle strutture con ogni possibile attenzione, monitorandone i risultati parziali e correggendone le deviazioni. E’ un lavoro duro, faticoso ed umile, senza il quale non si sortiranno risultati e al termine del quale non ci saranno né vincitori né vinti, se non la Comunità. Il resto è vuota chiacchiera.
NINO LANZETTA   


Lunedì 25 Ottobre,2010 Ore: 14:29
 
 
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