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www.ildialogo.org LA MERIDIANA DI BIOGEM,di Michele Zarrella

Ariano Irpino (AV)
LA MERIDIANA DI BIOGEM

di Michele Zarrella

Con l’inaugurazione della Meridiana di Biogem si è realizzata un’avventura umana e scientifica di un gruppo di persone che sono state legate fra loro da una passione: costruire uno strumento di grande precisione che dia conto e unisca tre entità: l’uomo, lo spazio e il tempo.
Tutte le cose esistono perché sono l’aggregazione più o meno complessa di tanti elementi: materiali e immateriali.  Questo è valido anche per la nostra meridiana e il presidente della Biogem, Ortenzio Zecchino, ne è stato il logos. Logos viene dalla radice « lg », che in greco ha generato il  verbo légo, infinito léghein, che significa primariamente « mettere insieme, raccogliere » e poi anche «dire, parlare», perché parlando si mettono insieme le parole. In questo senso quindi  di « mettere insieme, raccogliere » il Presidente è stato il logos perché ha messo insieme e ha raccolto le persone intorno ad un’idea, ad un progetto che si è concretizzato nella realizzazione della meridiana. Egli è stato la forza invisibile che promuove, organizza, crea relazioni, legami, nessi. In questa esperienza ho potuto apprezzare la forza della passione e la forza di tipo relazionale che si esprime negli uomini di buona volontà formando legami e spingendoli a remare tutti nella comune e condivisa direzione.
L’avventura iniziò due anni fa qui a Biogem durante il meeting Le due Culture. Il tema era “Il tempo” e il prof. Vincenzo Favale pensò bene di esporre la meridiana, costruita con gli alunni di Montella. La meridiana era lo strumento che anticamente l’uomo usava per misurare il tempo. Oggi è uno strumento didattico validissimo per prendere coscienza dei moti di rivoluzione e di rotazione della Terra. A tutte le persone che si avvicinavano, indicavamo come lo gnomone, proiettando l'ombra sulla griglia, segna l'ora e spiegavamo come cambiano, nell'arco dell'anno, la lunghezza dell'ombra (declinazione del Sole) e la durata del giorno (dovuta all’orbita ellittica).
La considerazione che la durata del giorno non è mai uguale a quella del giorno precedente sorprendeva la maggior parte della gente. L’uomo moderno, attanagliato da tanti problemi, non si sofferma a fare queste valutazioni e pensa che tutti i giorni hanno durata uguale.
La variazione della durata del giorno rispetto alle 24 ore stabilite convenzionalmente è mostrata nella cosiddetta equazione del tempo (in rosso).

In essa possiamo vedere lo scostamento in anticipo (valori positivi, giorno più lungo fino a quasi 15 minuti) e in ritardo (valori negativi, giorno più corto fino a 16 minuti). Il grafico mostra le componenti dovute all'eccentricità (tratteggio in blu) e all'inclinazione (tratteggio punteggiato in verde).
Quando alcuni secoli fa si prese coscienza della variabilità del moto apparente del Sole gli uomini si dovettero scrollare di dosso tanta incrostazione di conoscenze errate. L’Homo sapiens dopo aver creduto per millenni che il Sole era perfetto e addirittura un dio, dovette prendere coscienza che il moto apparente del Sole, nell’arco dell’anno, varia istante per istante per due motivi: inclinazione dell’asse terrestre e orbita ellittica. L’orbita ellittica, nel rispetto della seconda legge di Keplero: aree uguali in tempi uguali,


comporta che la velocità di rivoluzione non è mai costante. In base a questo moto, in questo momento, tenetevi forte, stiamo correndo intorno al Sole a 107.176,37 km/h di media. Mentre in virtù del moto di rotazione, reggetevi forte alla sedia, qui a Biogem stiamo ruotando a circa 1256,03 km/h. Chi vive all’equatore gira a 1668,91 km/h, mentre chi sta proprio al polo sta fermo. Forse è per questo che a volte ci gira la testa.
Per il calcolo delle suddette velocità mi sono avvalso dei dati pubblicati nel libro di Margherita Hack: Vi racconto l’astronomia. La grande astrofisica ci ha lasciato poco più di un anno fa, il 29/06/2013, ma la sua saggezza rimane presente grazie ai suoi scritti e interviste.
In ricordo dell’astrofisica pubblico le seguenti due frasi:
 L’astronomia ci ha insegnato che non siamo il centro dell’universo, come si è pensato a lungo e come qualcuno ci vuol far pensare anche oggi. Siamo solo un minuscolo pianeta attorno a una stella molto comune. Noi stessi, esseri intelligenti, siamo il risultato dell’evoluzione stellare, siamo fatti della materia degli astri.
Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra.
Quando illustrammo al presidente Zecchino, il funzionamento dello strumento si offrì l’occasione di condividere il proposito concreto di realizzare uno strumento di misura del tempo con una precisione di 30 secondi e che didatticamente faceva evidenziare i moti di rivoluzione e di rotazione della Terra. Avuto il contatto si accese la lampadina. Il presidente Zecchino, persona di altissima cultura e grandi capacità afferrò il concetto, ne vide le prospettive e decise: la meridiana si farà a Biogem.

Riunire un team che progettasse e realizzasse la meridiana, decidere dove localizzarla, decidere i tipi di materiali, la forma della base, le maestranze e ciliegina sulla torta scegliere la frase tipo che l’avrebbe qualificata fu il suo compito e impegno. Pertanto al primitivo terzetto (Favale, Zarrella, Zecchino) si aggiunsero il geom. Pasqualino Miano e l’artista Angelo Rosato da Fontanarosa. Inizialmente si voleva realizzare la meridiana con un piano orizzontale e uno verticale e utilizzare come gnomone la piramide di pietra scolpita sulle quattro facce dall’artista Angelo Rosato che stava già nel prato. Per questo il prof. Favale ed io passammo tutta la giornata dell’equinozio d’autunno (domenica 22 settembre 2013) a fissare sul prato la retta che traccia l’ombra dello gnomone agli equinozi. Ne scaturì una retta lunga oltre 15 metri e quindi un muro che sarebbe stato una “muraglia”. Tale soluzione non piacque. Allora passammo all’altra soluzione: quella della meridiana cilindrica il cui raggio può essere scelto in funzione della precisione che si vuole raggiungere, dello spazio da poter occupare, dei consigli dei progettisti e dei gusti del committente. Con la meridiana cilindrica non ci sarebbe stato più lo gnomone ma l’imago. Non si sarebbe più visto lo spostamento dell’ombra di un’asta lungo delle iperboli, ma lo spostamento dell’immagine del sole, attraverso un piccolissimo foro praticato su una barra gnomonica, lungo delle semicirconferenze. Sopralluoghi, discussioni, prove, scelta dei materiali, localizzazione definitiva, costruzione della base, individuazione dell’asse nord-sud, della Stella Polare, della frase e quant’altro necessario ci hanno impegnato per quasi un anno. La costruzione della meridiana fu affidata alla TMM (Tecniche Meccaniche Moderne) di Rocca San Felice. Una fabbrica che lavora l’acciaio con tecnologie avanzate, con persone di alta professionalità e dotate di un calore umano che ha resi piacevoli i vari incontri e chiarimenti in corso d’opera. A quel punto il team si allargò alle maestranze della TMM: Mario Avagliano, Nicola Ciccone, Edmondo Ferraro, Luigi Fontanarosa, Michele Fontanarosa, Artemide Minichiello, Vittorio Rosamilia, Vito Siconolfi, Nicola Tedeschi e Enrico Villani. Altri due mesi di lavoro: la realizzazione della base in calcestruzzo armato a forma di Luna, tanto per restare in campo astronomico, il trasporto della meridiana, che pesa 201 kg, e il suo preciso posizionamento astronomico sono stati le fasi conclusive. Ciliegina sulla torta la frase, voluta dal presidente Zecchino, che la distingue: “per ogni cosa c’è tempo e giudizio” [Ecclesiaste, 8,6].


Ora inizia la fruizione di quest’opera da parte del pubblico e in particolare delle scolaresche che speriamo siano numerosissime, perché il valore didattico della meridiana è eccellente: riportando tutto in quel puntino luminoso che è l’imago, mette in comunione e fa vedere la simultaneità delle tre entità basilari della nostra vita: l’uomo, lo spazio e il tempo.
Queste tre entità, pur nella loro perenne evoluzione, si uniscono armonicamente nella meridiana che ne fa vedere il loro continuo e ordinato mutamento. Ecco, guardare per pochi minuti la meridiana e vedere l’ordine e l’armonia dell’unione fra l’uomo, lo spazio e il tempo in cui siamo immersi è un tutt’uno. Tutto ciò significa prendere coscienza dell’armonia dell’universo in cui siamo immersi e di cui siamo parte, come le gocce dell’oceano sono l’oceano e ne fanno parte.
Gesualdo, 05/08/2014
Michele Zarrella
Per contatti zarmic@gmail.com

sito web: digilander.libero.it
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Martedì 05 Agosto,2014 Ore: 20:16
 
 
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