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www.ildialogo.org Di fronte, accanto o insieme al papa,di Fulvio Ferrario, decano della Facoltà valdese di teologia di Roma

Di fronte, accanto o insieme al papa

di Fulvio Ferrario, decano della Facoltà valdese di teologia di Roma

Ormai lo sappiamo: Francesco è l'uomo dei gesti simbolici: e un papa che partecipa a una grande assemblea luterana, in occasione dell'inaugurazione di un anno di celebrazioni della Riforma, compie un “gesto”. Naturalmente il pontefice non “celebra” né “festeggia” la Riforma, bensì ne “fa memoria”. Però, intanto, c'è, fratello tra fratelli e anche con qualche sorella. Non può bastare, naturalmente, per passare “Dal conflitto alla comunione”, come recita il titolo del documento luterano-cattolico preparato in vista del 2017, ma è certamente un passo e non il primo, in tale direzione. Le parole dei due interventi papali a Lund e Malmö, invece, pure molto cordiali, non sono parse particolarmente innovative. D'altronde, è sempre difficile, per comuni mortali, lontani dalle centrali dei poteri ecclesiastici, valutare l'impatto anche di discorsi tutt'altro che esplosivi in determinati ambienti. C'è chi è pronto a giurare che la presenza del papa in Svezia sia stata considerata da molti cattolici almeno inopportuna. Qualcuno ha anche manifestato rumorosamente il proprio dissenso, al punto che un frate domenicano (figlio di un pastore luterano) ha pensato bene di chiamare la polizia.
Il protestantesimo internazionale sembra estremamente soddisfatto, il luteranesimo addirittura euforico. Lo sono stati, del resto, anche gli evangelici italiani, quando Francesco ha visitato loro. Non solo ciò è comprensibile, ma anche giusto. Il fatto che steccati di questa portata vengano, se non abbattuti, certamente incrinati, non può essere sottovalutato. Le chiese hanno di fronte a sé una bella occasione di accelerare il cammino verso l'unità. Precisamente in tale prospettiva, tuttavia, può non essere inopportuna qualche osservazione critica: non nei confronti del papa, né del movimento ecumenico come tale, bensì di noi stessi, dei protestanti che celebrano il loro “giubileo”.
La prima riguarda l'ecumenismo tra evangelici. Il papa, a Lund, ha incontrato una tra le chiese protestanti, quella luterana. Anche la Dichiarazione Congiunta sulla Giustificazione è stata sottoscritta da cattolici e luterani, ai quali poi si sono aggiunti altri. Non è solo il Vaticano che “divide per comandare”, sono gli evangelici che restano, se non divisi, certamente non uniti. Dopo cinque secoli, sarebbe ora di andare oltre.
La seconda osservazione riguarda l'euforia per le visite del papa. Mi sbaglierò, ma ho l'impressione che essa abbia a che vedere anche con la grande visibilità che il pontefice procura a chi gli è, per un attimo, vicino. Sia chiaro: nel fatto che, una volta ogni tanto, qualcuno si accorga anche di noi non c'è nulla di male e nemmeno nell'esserne contenti. Va detto, però, che questa luce riflessa, oltre a essere effimera, ha le sue ambiguità. Non è il caso di fuggirla, ma è bene viverla con una certa autoironia.
Infine, una parola sulla vocazione, cioè sulla ragion d'essere, della chiesa evangelica. Il papa, qualsiasi papa, incarna una delle istituzioni più potenti del mondo, sostenuta da una forza mediatica impressionante e ben conscia di se stessa, nonostante tutta la retorica in senso contrario. Francesco (ma anche i suoi predecessori lo hanno fatto, a modo loro) associa a tutto ciò un messaggio spirituale di elevato profilo. Il protestantesimo che lo incontra non si deve vergognare della propria evidente debolezza istituzionale, né stracciarsi le vesti per il fatto di non riuscire a “bucare lo schermo”. Piuttosto, esso ha il compito di mostrare in che senso la propria debolezza sia vissuta, secondo quanto afferma l'apostolo Paolo, al servizio della potenza del messaggio di Cristo, senza compiacimenti da un lato né complessi dall'altro. Nell'incontro, si vedrà se tale testimonianza sarà resa di fronte al papa, accanto a lui o insieme a lui e alla sua chiesa. La Riforma è stata costretta a vivere, con grandi pericoli e sofferenze, la prima situazione. Cinquecento anni dopo, ci sono le premesse per andare oltre alla seconda e iniziare a vivere la terza. (nev/notizie evangeliche 45/2016)
NEV - Notizie Evangeliche, Servizio stampa della Federazione delle chiese evangeliche in Italia - via Firenze 38, 00184 Roma, Italia tel. 064825120/06483768, fax 064828728, e-mail: nev@fcei.it, sito web: http://www.fcei.it .


Giovedì 10 Novembre,2016 Ore: 19:10
 
 
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