- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (262) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Commemorazione ecumenica per le vittime dell'immigrazione a Lampedusa,di Agenzia NEV del 05/10/2016

3 ottobre
Commemorazione ecumenica per le vittime dell'immigrazione a Lampedusa

di Agenzia NEV del 05/10/2016

3 ottobre/1. Commemorazione ecumenica per le vittime dell'immigrazione a Lampedusa
“No ai morti in mare – sì ai corridoi umanitari”. Sottoscritta una dichiarazione d'intenti
Lampedusa, Agrigento (NEV), 5 ottobre 2016 - “Siamo qui per affermare che esistono alternative alle morti in mare e si chiamano corridoi umanitari. Oggi in quest'isola, in questa chiesa e con rinnovato spirito ecumenico e interreligioso ci impegniamo a lanciare un nuovo appello alla comunità internazionale, alle leadership europee e mondiali, alle nostre sorelle e ai nostri fratelli ancora indifferenti o esitanti di fronte alle sofferenze dei migranti e dei profughi”. E' quanto si legge in una Dichiarazione di intenti sottoscritta da diversi esponenti di chiese e di organismi ecumenici internazionali presenti sull'isola, e fatta propria dal Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), in occasione del terzo anniversario del tragico naufragio che costò la vita a 368 migranti. “Siamo qui per chiedere nuove politiche migratorie affinché i nostri governi e le istituzioni europee adottino politiche di accoglienza che mettano fine alle stragi di immigrazione; alla brutalità del traffico umano; all'angoscia e alla paura di migliaia di persone che fuggono disperate da persecuzioni, guerre, violenze e fame”, prosegue la Dichiarazione che è stata letta nel corso della celebrazione ecumenica in memoria delle vittime del mare e di tutte le vittime dell'immigrazione, svoltasi nella chiesa di San Gerlando di Lampedusa, gremita per l'occasione. Co-promossa dalla parrocchia di San Gerlando, dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e dalla Comunità di Sant’Egidio, alla celebrazione era presente anche la sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini, una coppia di rifugiati siriani giunti il 16 giugno in Italia con un regolare volo di linea da Beirut, grazie al progetto ecumenico dei corridoi umanitari, nonché una decina di eritrei sopravvissuti alla tragedia e tornati sull'isola per la Giornata del 3 ottobre. La celebrazione era presieduta dal parroco dell’isola don Mimmo Zambito e dal pastore Luca Maria Negro, presidente FCEI. Nel corso della liturgia è intervenuto anche il sacerdote eritreo don Mussie Zerai, mentre come negli anni precedenti, ha voluto essere presente l'imam di Catania, Abdelhafid Kheit.
“Nel corso della liturgia abbiamo voluto riprendere il rituale delle dodici ‘pietre commemorative’ in un duplice senso: come ricordo delle vittime del 3 ottobre, ma anche, ricordando il passaggio del Giordano (che ovviamente si ispira al passaggio del Mar Rosso e, per la generazione dell’Esilio babilonese, prefigura il ritorno degli esiliati in patria), affermare che un ‘safe passage’, un passaggio sicuro è possibile, e i corridoi umanitari sono la via per rispondere all’emergenza migratoria - ha spiegato Negro -. Ai piedi dell'altare abbiamo quindi messo dodici pietre e abbiamo concluso il momento di raccoglimento con un gesto simbolico fuori dalla chiesa, dove Francesco Piobbichi, operatore del progetto FCEI Mediterranean Hope, sul sagrato aveva disegnato il percorso del migrante: dalla partenza dalle città distrutte alla traversata del deserto fino al mare, rappresentato come un groviglio di filo spinato; disegno poi coperto da un lungo lenzuolo bianco su cui sono state poste le dodici pietre, a simboleggiare il passaggio sicuro, quel 'corridoio umanitario' che porta in salvo i profughi, ricordo delle liberazioni passate e prefigurazione di quelle future, possibili – ha concluso Negro – se noi ci lasciamo usare come strumenti di Dio, che è colui che opera liberazioni non costruendo barriere ma erigendo ponti”. Tutti i partecipanti alla cerimonia, più di 300 persone, sono quindi passati sulla passerella improvvisata, ritrovandosi poi in un grande cerchio sulla piazza antistante la chiesa, per ricordare le vittime del 3 ottobre ma anche per dire che una via d'uscita è possibile. (Vedi in Documentazione il testo della Dichiarazione d'intenti ecumenica).
3 ottobre/2. A Lampedusa con Mediterranean Hope partner ecumenici internazionali
La testimonianza di una coppia siriana arrivata a Torino con i corridoi umanitari da Beirut
Lampedusa, Agrigento (NEV), 5 ottobre 2016 – Commemorare i morti e restituire dignità ai vivi: questo il senso della presenza della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) a Lampedusa lo scorso 3 ottobre, triste anniversario del tragico naufragio in cui morirono 368 migranti a poche centinaia di metri dalle coste dell'isola, porta d'Europa. “Il nostro progetto sulle migrazioni 'Mediterranean Hope' nasce proprio qui 3 anni fa”, ha ricordato il pastore Luca Maria Negro, presidente FCEI, in una conferenza stampa svoltasi sull'isola dal titolo: “No alle morti in mare – sì ai corridoi umanitari”. “E l'idea di istituire dei corridoi umanitari, che hanno portato quasi 300 profughi siriani in Italia, è nata qui, scrutando il mare, quando ci siamo chiesti: ci deve pur essere un modo per far arrivare legalmente e in sicurezza chi ha diritto a chiedere asilo”, ha proseguito Negro sottolineando il carattere ecumenico del progetto pilota, portato avanti sin dai primi mesi di quest'anno insieme alla Tavola valdese e alla Comunità di Sant'Egidio, grazie ad un protocollo d'intesa sottoscritto con i Ministeri dell'Interno e degli Esteri il 15 dicembre 2015.
“Il 3 ottobre 2016, da Lampedusa, vogliamo lanciare due appelli – ha aggiunto Paolo Naso, coordinatore di “Mediterranean Hope” (MH) -. Al governo italiano chiediamo di aumentare la quota di mille persone fissata dal protocollo d'Intesa tra i Ministeri dell'Interno e degli Esteri e i promotori del progetto. Insieme abbiamo dimostrato che è possibile, insieme dobbiamo andare avanti. Invece, ai nostri partner ecumenici internazionali, alle chiese sorelle, agli altri paesi europei, diciamo: fatelo anche voi”.
A Lampedusa per l'occasione sono giunti dall'Olanda, dalla Spagna, dalla Germania, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti diversi esponenti di chiese ed organismi ecumenici, invitati a partecipare ad un workshop organizzato da Mediterranean Hope sui corridoi umanitari. Tra i partecipanti anche il vice-moderatore della Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME), pastore Alfredo Abad. Presenti per la FCEI anche la vice-presidente Christiane Groeben, Maria Bonafede e Silvana Ronco. Al workshop hanno preso parte anche due rifugiati siriani arrivati con i corridoi umanitari, Nazem e Waad. La giovane coppia che oggi vive a Torino ha rilasciato la propria testimonianza: “Siamo commossi di essere a Lampedusa per questo triste anniversario, perché al posto di quei naufraghi ci potevamo essere noi. Se non abbiamo preso il largo con il gommone del trafficante di turno è grazie a mia moglie che ha paura della barca – ha spiegato Nazem, aggiungendo: non si può fermare una persona che scappa da morte certa. Non le si può impedire di tentare di tutto pur di riprendersi la propria libertà. Chiudere le frontiere non serve: rende solo più pericolosa e costosa la via di fuga per chi scappa”. Nel pomeriggio del 3 ottobre la folta delegazione FCEI e i partner internazionali hanno partecipato alla celebrazione ecumenica organizzata per commemorare le vittime dell'immigrazione (vedi notizia precedente).
3 ottobre/3. La Casa delle culture di Mediterranean Hope in piazza a Scicli
Esponenti istituzionali e religiosi insieme per dire “no” alle vittime dell’immigrazione
Scicli, Ragusa (NEV), 5 ottobre 2016 - Tra le tante iniziative promosse in occasione del terzo anniversario dell’immane tragedia avvenuta il 3 ottobre 2013 al largo delle coste di Lampedusa, anche quella della “Casa delle Culture” di Scicli (RG) – centro di accoglienza e integrazione di “Mediterranean Hope”, progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) – dal titolo “Note di Speranza”: un momento di riflessione e ricordo per commemorare non solo le vittime di Lampedusa, ma anche le 13 persone che persero la vita, qualche giorno prima, il 30 settembre 2013 a Sampieri, località balneare che dista appena 9 km da Scicli.
La serata - articolata in due momenti - si è svolta nella prestigiosa via Francesco Mormino Penna, location ormai famosa in tutto il mondo in quanto patrimonio dell’UNESCO e set di svariati film. La prima parte ha visto una serie di interventi di esponenti di varie comunità di fede, la seconda era dedicata alla musica con un concerto jazz.
A portare il proprio messaggio di pace e fratellanza sono saliti sul palco Francesco Sciotto, pastore della chiesa metodista di Scicli; Ziri Salem, imam di Scicli; don Ignazio La China, vicario foraneo di Scicli; il mormone Ernesto Nudo di Palermo; Silvia Rapisarda, pastora delle chiese battista e valdese di Catania. Ognuno ha ribadito fortemente il proprio “no” alle stragi in mare e il convinto “sì” all’apertura di corridoi umanitari attraverso i quali poter raggiungere legalmente e in sicurezza l’Italia e l’Europa. Tra gli interventi istituzionali invece, quello di Rosanna Mallemi, dirigente dell’area immigrazione della Prefettura di Ragusa che, oltre a portare i saluti del prefetto, ha ribadito quanto sia importante il contributo che “Mediterranean Hope-Casa delle Culture” ha dato, e continua a dare, nell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, che nell’ultimo periodo sono in netto aumento.
La seconda parte della serata, pensata dagli organizzatori come un momento di condivisone culturale, ha visto come protagonisti il duo jazz formato da Luigi Bonafede e Massimo Baldioli. Un dialogo costante tra pianoforte e sax tenore. Soddisfazione per la serata, seguita da più di 150 persone, è stata espressa da Giovanna Scifo, responsabile della Casa delle Culture: “Non è un caso se l’abbiamo voluta chiamare ‘Note di speranza’. Con la nostra iniziativa è proprio un messaggio di speranza nel superamento delle barriere che ci auguriamo sia arrivato a chi è stato presente”.
3 ottobre/4. Gentiloni: I corridoi umanitari un buon esempio italiano che si diffonderà  
Il ministro degli Esteri intervistato dalla rubrica televisiva di RAIDUE “Protestantesimo”
Roma (NEV), 5 ottobre 2016 - “I corridoi umanitari sono un buon esempio italiano che, sono fiducioso, si diffonderà altrove”. E’ quanto ha detto il ministro degli esteri Paolo Gentiloni in una intervista realizzata dalla rubrica televisiva “Protestantesimo”, in onda domenica 9 ottobre su RAIDUE attorno all’una di notte. Il progetto pilota promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dalla Tavola valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio in accordo con i Ministeri degli Esteri e dell’Interno, secondo il ministro “lancia il messaggio che il flusso di migranti non è solo irregolarità, minaccia, pericolo, ma può essere anche ben organizzato, non comportare rischi per chi viene in Italia o in altri paesi europei”. Una modalità che “non risolve la grande ondata migratoria” verso l’Italia e l’Europa, ma contribuisce “ad asciugare un po’ l’acqua che fa nuotare organizzazioni criminali nel mondo”, introduce un criterio di legalità, e ottempera all’esigenza umanitaria di ridurre il numero delle vittime di scafisti e naufragi, e di aiutare persone particolarmente vulnerabili. “E’ paradossale che a fare da battistrada a questo progetto sia un paese come l’Italia – ha proseguito Gentiloni – che ha a che fare ogni giorno con l’arrivo di centinaia di migranti e, invece di chiudersi, si inventa un canale per farne arrivare altri”. Il ministro infine non ha escluso che il progetto, che prevede l’ingresso sicuro e legale in Italia di 1000 persone in due anni, possa alla fine riguardare un numero maggiore di profughi.


Venerdì 07 Ottobre,2016 Ore: 19:28
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Notizie Ecumeniche

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info