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www.ildialogo.org Notizie dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi,di Agenzia NEV del 02/09/2015

Notizie dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi

di Agenzia NEV del 02/09/2015

Sinodo/1. Eugenio Bernardini riconfermato moderatore della Tavola valdese

L'accoglienza ai migranti e l'ecumenismo i due temi principali dell'assemblea
Roma (NEV), 2 settembre 2015 - “Solo accogliendo chi soffre si può accogliere Dio”. E’ questa l’essenza del discorso pronunciato a Torre Pellice (TO), nell’ultima giornata di lavori del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (23-28 agosto), dal pastore Eugenio Bernardini, confermato per il quarto anno moderatore della Tavola valdese. Prendendo spunto dal versetto biblico di Galati 5:22, Bernardini ha messo l'accento sull’infuocata polemica sull’accoglienza ai profughi: “L’uso strumentale che alcune forze politiche fanno di questo dramma umanitario planetario – dimenticando che tutti noi siamo naturalmente predisposti a sentimenti di pregiudizio, razzismo, nazionalismo – si giudica da sé”. Il “mestiere dei cristiani invece è “scuotere i cuori e le coscienze di coloro che pensano che i drammi sociali e umanitari non ci riguardano e che voltano la testa, chiudono gli occhi, e passano dall’altra parte della strada, come ricorda appunto Gesù nella parabola del buon samaritano (Luca 15)”. Il moderatore si è soffermato anche sulla crisi economica, ricordando che dovremo fare i conti stabilmente con la necessità di uno stile di vita più sobrio, con meno “cose”, meno risorse economiche e più precarietà: “’Meno cose’ non esclude che si possano trovare ‘cose migliori’, ‘meno risorse economiche’ non esclude che si possano trovare ‘più risorse di socialità e di comunità’”.
Il Sinodo si è aperto domenica 23 agosto con un culto presieduto dalla pastora Erika Tomassone, durante il quale è stata consacrata al ministero pastorale Eleonora Natoli. Sempre in apertura del Sinodo, sono giunti i saluti di papa Francesco e del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.  I lavori dell'assemblea - presieduti da Marco Borno e, come vice presidente, dal pastore Peter Ciaccio – hanno visto i 180 deputati – pastori e laici – riflettere sui temi dell'accoglienza dei migranti; l'ecumenismo, in particolare con l'approvazione del testo di una lettera inviata a papa Francesco in risposta alla richiesta di perdono avanzata dal pontefice nella sua visita alla chiesa valdese di Torino lo scorso 22 giugno; il Cinquecentenario della Riforma; i 40 anni del Patto d'integrazione tra metodisti e valdesi; le nuove famiglie.
Le elezioni degli organi esecutivi hanno riconfermato il pastore Luca Anziani vice moderatore della Tavola valdese; la diacona Alessandra Trotta, presidente dell'Opera delle chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI); il professor Fulvio Ferrario, decano della Facoltà valdese di teologia.
Un evento pubblico dal titolo “L'Europa comincia a Lampedusa” si è tenuto, a margine dei lavori sinodali, lunedì 24 agosto presso il tempio valdese di Torre Pellice. Ospiti dell'incontro, introdotto da Paolo Naso, l'onorevole Mario Marazziti, presidente della Commissione Diritti umani della Camera dei Deputati e membro storico della Comunità di Sant'Egidio; il moderatore Eugenio Bernardini; il sindacalista Yvan Sagnet; Marta Bernardini, operatrice del progetto Mediterranean Hope della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) presso l'Osservatorio di Lampedusa (vedi Lo sguardo di Lampedusa in questo numero).
Sinodo/2. Il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella
“Sono certo che il confronto del vostro Sinodo contribuirà al dibattito dell’intera società italiana”
Roma, (NEV), 2 settembre 2015 - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (Torre Pellice, 23-28 agosto) il suo “saluto più cordiale e l’augurio più sincero di buon lavoro”. In un telegramma indirizzato al moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, il presidente Mattarella riflette sui temi della libertà religiosa, della laicità e del dialogo. Di seguito il testo della lettera:
“Il Sinodo annuale della Chiesa valdese è un momento importante di riflessione e di crescita non soltanto per i credenti evangelici – e per il dialogo ecumenico nel quale siete impegnati – ma per l’intera società italiana, per la quale risulta preziosa la vostra azione di diaconia. E’ con questa convinzione che desidero rivolgere alla comunità che si raccoglie in questi giorni a Torre Pellice, e a tutti i partecipanti al Sinodo, il mio saluto più cordiale e l’augurio sincero di buon lavoro.
La libertà è radice e prolungamento di ogni fede religiosa e la libertà religiosa è alla radice delle libertà civili. Il percorso che ha portato all’affermazione di questo principio è stato lungo e travagliato. Ora esso è sancito dalla Costituzione Repubblicana e tocca alla comunità italiana nella sua interezza implementarlo, renderlo sempre vivo e operante.
Nella città dell’uomo, nella dimensione della laicità, tutti i cittadini sono chiamati a realizzare le loro vocazioni, a esprimere le loro convinzioni e la loro passione in modo che ne tragga beneficio l’intera società. Il segno del dialogo e della riconciliazione si trasforma in valore sociale, culturale, educativo, oltre i confini delle comunità religiose: di esso è stato segno la storica visita di papa Francesco nel giugno scorso al tempio valdese di Torino. Un evento di cui è molto alto il riflesso civile oltre che religioso.
La Chiesa valdese si muove da tempo nella società italiana aderendo ai caratteri di una cultura democratica basata sulle idee di libertà ed uguaglianza e promuovendo opere sociali di grande valore, nell’accoglienza agli immigrati, nel sostegno alle persone anziane e a quelle bisognose, nel contrasto alla dispersione scolastica, nell’azione formativa all’interno delle carceri, nell’aiuto ai disabili e ai loro percorsi di integrazione, nell’impegno per la legalità e il bene comune.
Sono certo che il confronto del vostro Sinodo contribuirà a far crescere anche il dibattito pubblico culturale e civile dell’intera società italiana”.
Sinodo/3. Il Sinodo accoglie la richiesta di perdono di papa Francesco
Una lettera aperta al pontefice: “iniziamo una nuova storia, posta sotto il perdono di Dio”
Roma (NEV), 2 settembre 2015 - Il Sinodo metodista e valdese “riceve con profondo rispetto, e non senza commozione, la richiesta di perdono da Lei rivolta”. Così esordisce la lettera aperta indirizzata a papa Francesco, approvata dai 180 deputati – pastori e laici – riunitisi a Torre Pellice dal 23 al 28 agosto scorsi. La missiva è la risposta da parte del massimo organo decisionale delle chiese valdesi e metodiste alle parole con le quali il pontefice, lo scorso 22 giugno nella sua visita alla chiesa valdese di Torino, aveva chiesto, “da parte della chiesa cattolica, perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi”. Un testo che esprime, in modo articolato e ragionato, un chiaro “sì” alle parole di pentimento del pontefice. Come ha confermato nel corso di una conferenza stampa il professor Fulvio Ferrario, decano della Facoltà valdese di teologia: è l'affermazione della volontà di “percorrere insieme una storia nuova, diversa da quella conflittuale del passato, posta sotto il perdono di Dio”. Di seguito il testo integrale della lettera.
“Caro fratello in Cristo Gesù,
il Sinodo della Chiesa Evangelica Valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi) riceve con profondo rispetto, e non senza commozione, la richiesta di perdono da Lei rivolta, a nome della sua Chiesa, per quelli che Lei ha definito «gli atteggiamenti non cristiani, persino non umani» assunti in passato nei confronti delle nostre madri e dei nostri padri nella fede evangelica.
Desideriamo in primo luogo unirci a Lei e alla Chiesa cattolica romana nella gratitudine a Dio, la cui fedeltà è più grande di ogni nostro peccato e le cui «compassioni non sono esaurite, ma si rinnovano ogni mattina» (Lamentazioni 3:22s.). Il dialogo fraterno che oggi conduciamo è dono della misericordia di Dio, che molte volte ha perdonato, e ancora perdona, la sua e la nostra Chiesa, invitandole al pentimento, alla conversione e a novità di vita, permettendo loro così di assumere ogni giorno di nuovo il compito di servirlo.
Accogliamo le Sue parole come ripudio non solo dalle tante iniquità compiute ma anche del modo di vivere la dottrina che le ha ispirate. Nella Sua richiesta di perdono cogliamo inoltre la chiara volontà di iniziare con la nostra Chiesa una storia nuova, diversa da quella che sta alle nostre spalle in vista di quella “diversità riconciliata” che ci consenta una testimonianza comune al nostro comune Signore Gesù Cristo. Le nostre Chiese sono disposte a cominciare a scrivere insieme questa storia, nuova anche per noi.
La nostra comune fede in Cristo ci rende fratelli nel Suo Nome, e questa fraternità noi già la sperimentiamo e viviamo in tante occasioni con sorelle e fratelli cattolici: è un grande dono che ci viene fatto e che speriamo possa essere condiviso da un numero crescente di membri delle due Chiese. Questa nuova situazione non ci autorizza però a sostituirci a quanti hanno pagato col sangue o con altri patimenti la loro testimonianza alla fede evangelica e perdonare al posto loro. La grazia di Dio, però, «è sovrabbondata, là dove il peccato è abbondato» (Romani 5,20), e questo noi crediamo e confessiamo, certi che Dio vorrà attuare questa sua parola anche nella costruzione di nuove relazioni tra le nostre Chiese, ispirata alla parola evangelica: “Ecco, io faccio ogni cosa nuova” (Apocalisse 21:5). La ricordiamo, caro fratello Francesco, nell'intercessione e Le chiediamo di pregare per noi, invocando su di Lei, sul Suo servizio e sulla Sua chiesa, la benedizione del nostro Dio”.
Il papa inoltre aveva fatto arrivare (come lo scorso anno) il suo “cordiale e fraterno saluto, quale segno della sua spirituale vicinanza” ai partecipanti al Sinodo.
Sinodo/4. Lettera del Sinodo al papa fraintesa da alcuni organi di stampa
Accolta positivamente dalla stampa cattolica
Roma (NEV), 2 settembre 2015 – La lettera con cui il Sinodo metodista e valdese (Torre Pellice, 23-28 agosto) ha risposto ed accolto la richiesta di perdono pronunciata da papa Francesco nella sua visita al tempio valdese di Torino il 22 giugno scorso (vedi notizia precedente), è stata al centro di un piccolo caso mediatico. Alcuni organi d'informazione ne hanno infatti travisato il senso diffondendo la notizia, su cartaceo e sulla rete, che i valdesi avrebbero rimandato al mittente le scuse del pontefice. “I valdesi al papa: non possiamo perdonare”, titolava, per esempio, La Stampa dello scorso 25 agosto. Un fraintendimento che nasce da una frase del testo, contenuta nel quarto ed ultimo paragrafo della lettera, che afferma: “Questa nuova situazione non ci autorizza però a sostituirci a quanti hanno pagato col sangue o con altri patimenti la loro testimonianza alla fede evangelica e perdonare al posto loro. La grazia di Dio, però, ‘è sovrabbondata, là dove il peccato è abbondato’ [Romani, 5,20], e questo noi crediamo e confessiamo”. Un'affermazione che voleva ricordare come, nel concedere il perdono, non ci si possa sostituire alle vittime del passato: il perdono non cancella il passato, ma si esprime nella disponibilità a immaginare insieme un futuro diverso. Un'affermazione che il mondo cattolico, a differenza di quello laico, ha compreso senza equivoci ed ha interpretato alla luce del contesto ampiamente positivo dell'intera lettera. In questo senso si è espresso mons. Bruno Forte, presidente dell'Ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI) della CEI, che nel suo discorso al Sinodo valdese – al quale è intervenuto accompagnato da mons. Pier Giorgio Debernardi, vescovo di Pinerolo, e da don Cristiano Bettega, direttore dell'UNEDI – ha definito la lettera “vera, aperta e onesta”, invitando valdesi e metodisti a “camminare insieme al servizio del Vangelo”. Sulla stessa lunghezza d'onda si è espresso Enzo Bianchi, il priore della Comunità di Bose, con un'editoriale sulla prima pagina de “La Repubblica” del 26 agosto, nel quale ha esaminato la risposta del Sinodo alla luce del significato biblico del perdono. “Certamente – ha scritto Bianchi – la chiesa valdese di oggi non può concedere il perdono a nome dei valdesi dei secoli passati ma, accettando la confessione e il pentimento da parte della ‘voce’ della chiesa cattolica può accoglierne la sincerità, l’affetto, il riconoscimento per un cammino verso la comunione non più segnata da ostilità e accuse”. Sulla prima pagina di “Avvenire” del 26 agosto Marco Impagliazzo ha ricordato come la lettera del Sinodo sia “il segno di una comunicazione fraterna che, se non cancella come un colpo di spugna la storia, mostra il livello di fiducia tra cattolici e valdesi”, pronti a iniziare una storia nuova, basata sul perdono e la fraternità reciproca.
Sinodo/5. Migranti: L'Italia sia una casa ospitale, pronta a difendere diritti e dignità umana
Il sostegno del Sinodo al progetto di corridoi umanitari promosso da Mediterranean Hope
Roma (NEV), 2 settembre 2015 – “A chi afferma di non volere i migranti 'in casa nostra', il Sinodo risponde con forza che questo Paese è 'casa nostra' e che vogliamo che la nostra casa sia ospitale, capace di compassione e pronta a difendere la dignità umana e i diritti laddove essi vengano offesi e annullati”. E' quanto afferma un ordine del giorno sul tema delle migrazioni approvato dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (Torre Pellice, 23-28 agosto). Il documento sottolinea come le migrazioni abbiano accompagnato l'intera storia dell'umanità e ne ravvisa le cause attuali nella “corruzione, conflitti armati, ingiustizia economica e sociale, persecuzioni, rispetto ai quali non sono trascurabili le responsabilità della parte ricca del globo”. In questo quadro, il fenomeno migratorio “è posto alla nostra attenzione come una vocazione all'accoglienza, secondo il dettato evangelico del sostegno e della cura degli afflitti, degli assetati, degli affamati, dei prigionieri, degli stranieri”. Non solo; il Sinodo invita i valdesi e i metodisti italiani a considerare la situazione di chi oggi fugge da guerre, fame e violenza, alla luce della storia passata delle loro chiese, fatta di persecuzione ed esilio – come la deportazione di cui nel 1686 furono vittime i valdesi del Piemonte: “nel volto del migrante – afferma il testo -, oltre a riconoscere i tratti di Nostro Signore, riconosciamo espressioni e sofferenze dei nostri padri e delle nostre madri, sottoposti/e a persecuzioni e massacri”. L'ordine del giorno dà pertanto mandato alla Tavola valdese “di farsi portavoce presso le istituzioni della Repubblica affinché operino in modo che quanti/e si mettono in viaggio, per motivi di sopravvivenza o per cercare una vita migliore, possano essere accolti/e e accompagnati/e nei loro progetti di vita, perché il denaro investito dallo Stato venga speso effettivamente a favore dell'integrazione e dell'inclusione sociale dei migranti; e affinché si moltiplichino gli sforzi per affrancare i migranti dalle mafie”.
Il Sinodo ha inoltre approvato un ordine del giorno a favore di Mediterranean Hope (MH), il progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), finanziato con l'8 per mille delle chiese metodiste e valdesi. I 180 deputati si sono rallegrati dei buoni risultati raggiunti dalle prime tre fasi del programma – un Osservatorio sulle migrazioni a Lampedusa, la Casa delle culture a Scicli (RG), il relocation desk di Roma - e incoraggiano “la Tavola valdese a continuare a sostenere questa iniziativa e gli sforzi della FCEI tesi a riorganizzare il proprio impegno a favore dei migranti”. In particolare, il Sinodo “sostiene con forza” il progetto pilota – intrapreso dalla FCEI in collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio - di costituire dei corridoi umanitari che garantiscano ai migranti richiedenti asilo la possibilità di compiere viaggi sicuri, chiedendo alla Tavola valdese “di rappresentare con forza alle istituzioni della Repubblica l'esigenza di moltiplicare le iniziative in questa direzione”.
L'appoggio alla costituzione di corridoi umanitari nel Mediterraneo era stata già espressa dal Sinodo in un ordine del giorno nel quale i 180 deputati metodisti e valdesi hanno espresso il loro “sgomento e cordoglio” per la morte di 51 persone nella stiva di un barcone, lo scorso 26 agosto – purtroppo solo una delle tante tragedie che hanno funestato l'estate. (Vedi in Documentazione i testi degli ordini del giorno).
Sinodo/6. Il documento sulle nuove famiglie e la liturgia per benedizioni di coppie gay
Il Cinquecentenario della Riforma e il Patto d'Integrazione tra gli altri temi in discussione
Roma (NEV), 2 settembre 2015 - Il dibattito del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (Torre Pellice, 23-28 agosto), ha affrontato il tema delle nuove famiglie. I 180 deputati hanno infatti ricevuto e inviato alle chiese locali affinché lo studino e lo valutino, un ampio documento redatto dalla Commissione famiglie delle chiese metodiste e valdesi. “Nel documento, la famiglia fondata sul matrimonio rimane rilevante ma non può essere più considerata forma privilegiata o addirittura unica. Si tratta di includere altre forme di unioni”, ha spiegato in una conferenza stampa Paola Schellenbaum, membro della Commissione famiglie.  L'argomento delle famiglie e delle forme di unione viene affrontato a partire dalle prospettive biblica, teologica, giuridica e liturgica. Le chiese locali dovranno far pervenire le loro osservazioni sul testo che verrà posto in discussione e votazione nel Sinodo 2016.
Sempre nello stesso ambito, il Sinodo ha approvato il testo di una liturgia per la benedizione di coppie dello stesso sesso. “Nel 2010 il Sinodo aveva introdotto la possibilità, per le chiese locali che abbiano fatto un opportuno percorso, di celebrare benedizioni di unioni di coppie dello stesso sesso. Oggi offre anche una liturgia ufficiale da utilizzare per tali occasioni”, ha spiegato la pastora Mirella Manocchio, coordinatrice della Commissione culto e liturgie delle chiese battiste, metodiste e valdesi.
Il Sinodo ha dedicato attenzione a due importanti anniversari. Nel 2017 cadrà il Cinquecentesimo anniversario dell'affissione sul portale della Schloßkirche di Wittenberg delle 95 tesi di Lutero contro le indulgenze, evento con cui si fa coincidere convenzionalmente l'inizio della Riforma protestante. Una ricorrenza che metodisti e valdesi italiani, in base al principio protestante della continua riforma della chiesa (“Ecclesia reformata semper reformanda”), vogliono cogliere “come richiamo per la chiesa tutta alla continua riforma di se stessa per rispondere alle sempre mutate sfide del mondo moderno”. Il Cinquecentenario sarà anche un'occasione per “mettersi in dialogo con tutte le chiese cristiane” e aprire “un rinnovato dibattito teologico” nell'ecumene cristiana fondato “sulla sempre attuale affermazione della salvezza donata per grazia da Dio in Gesù Cristo e accolta dagli esseri umani per fede”.
L'altro anniversario significativo ricordato dal Sinodo riguarda i 40 anni del Patto d'integrazione tra valdesi e metodisti. Nel 1975 veniva infatti sottoscritto l'accordo che avrebbe portato nel 1979 alla costituzione di un unico Sinodo e di un'unica chiesa. Un’esperienza molto concreta di “unità nella diversità”, in cui due chiese sono diventate una, mantenendo ciascuna la propria identità. (vedi Scheda: www.nev.it).
Infine, sul tema dell'8 per mille, il Sinodo ha deciso di rendere più flessibile la ripartizione tra le quote destinate all'estero e quelle all'Italia, fino ad oggi fissata equamente al 50%: da ora in poi ciascuna dovrà corrispondere a un minimo del 40% del budget totale, lasciando il restante 20% a disposizione delle necessità che di volta in volta si presenteranno. Com'è noto le chiese metodiste e valdesi destinano il loro 8 per mille esclusivamente a progetti assistenziali, culturali e sociali.
NEV - Notizie Evangeliche, Servizio stampa della Federazione delle chiese evangeliche in Italia - via Firenze 38, 00184 Roma, Italia tel. 064825120/06483768, fax 064828728, e-mail: nev@fcei.it, sito web: http://www.fcei.it .


Sabato 05 Settembre,2015 Ore: 15:54
 
 
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