Tra le preoccupazioni: il "patto di cittadinanza", la liberà religiosa e i diritti dei migranti

Roma (NEV), 4 febbraio 2015 - "A nome degli evangelici raccolti nella Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Le rivolgo un sincero augurio per la Sua elezione a Capo dello Stato. E' nota la Sua alta considerazione per i principi di giustizia e democrazia che sono alla base della Repubblica. Il nostro paese è oggi martoriato certamente dalla crisi economica, ma anche da un profondo smarrimento culturale e morale, che mina alla base lo sforzo di convivenza. Tanto più si rende necessario il rafforzamento di quel 'patto di cittadinanza' che garantisce e restituisce il senso delle istituzioni e dello Stato", così si è espresso il pastore Massimo Aquilante, presidente della FCEI, in un messaggio rivolto a Sergio Mattarella, nuovo Presidente della Repubblica, inviato alla vigilia del suo insediamento al Quirinale avvenuto ieri, 3 febbraio.

Aquilante inoltre, ha invitato il Presidente Mattarella a vigliare su altri due temi molto cari agli evangelici italiani: quello della libertà religiosa e di coscienza che "nonostante le parole nitide e chiare della nostra Carta fondamentale, incontra ostacoli e persino opposizioni, ad esempio in materia di luoghi da adibire al culto", e quello dei diritti dei migranti, e in particolare "di quanti fuggendo da violenze e persecuzioni tentano la via disperata della traversata del Mediterraneo". E conclude: "Nel giorno del Suo giuramento di fronte al Parlamento riceva anche l'augurio e le preghiere del popolo evangelico italiano per lo sconvolgimento del Suo mandato e il bene del Paese".

Roma (NEV), 4 febbraio 2015 - Tra i messaggi di auguri dell'evangelismo italiano al neopresidente della Repubblica Sergio Mattarella insediatosi ieri al Quirinale, oltre a quello del presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) pastore Massimo Aquilante (vedi notizia precedente), anche quelli del presidente dell'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (UCEBI), pastore Raffaele Volpe, e del moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini.

Volpe, che ieri ha partecipato in rappresentanza dei battisti italiani alla cerimonia di insediamento a Palazzo del Quirinale, in un messaggio al nuovo capo dello Stato ha scritto: "Lo Spirito la guidi nel servizio che è chiamato a svolgere per il bene di tutto il Paese e di quanti in essi vivono: italiani e stranieri, credenti di diverse confessioni e non credenti. Siamo certi che nel suo settennato troveranno piena applicazione i principi fondamentali di libertà, giustizia e uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione, affinché l’Italia sia un paese rispettoso di tutti i diritti".

Sulla stessa linea l'augurio di Bernardini trasmesso a nome della Chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi): "Come credenti evangelici, espressione della più antica presenza della Riforma protestante in Italia, pregheremo per lei, per il servizio che renderà al paese in una contingenza difficile. Come cittadini italiani - prosegue la lettera - ci rivolgiamo a Lei nella consapevolezza che sarà difensore fermo e appassionato di quel supremo principio di laicità che orienta l'ordinamento italiano e che oggi consente a comunità a lungo perseguitate come la nostra di vivere liberamente la nostra fede e di testimoniarla pubblicamente".

Che il nuovo presidente della Repubblica sarà attento al tema della libertà religiosa è convinto il pastore Domenico Maselli, già presidente della FCEI, deputato per due legislature, che a Riforma.it ha ricordato un episodio avvenuto l’11 maggio del 1995. “Alla Camera si discuteva la legge di approvazione dell’Intesa con la Chiesa evangelica luterana, di cui ero relatore. Nel mio discorso ricordai tra l’altro il cinquantesimo anniversario della morte del teologo luterano Dietrich Bonhoeffer (9 aprile 1945) e sottolineai l’importanza dell’approvazione delle Intese tra lo Stato e le varie confessioni religiose. Il primo intervento, nel dibattito che seguì, fu proprio quello di Sergio Mattarella: ricordo che espresse piena consonanza con la mia relazione e sottolineò l’importanza della libertà religiosa di tutti e della separazione tra Stato e chiese. Mi rallegro dunque per la sua elezione a Presidente della Repubblica".