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www.ildialogo.org Una bomba di carta,di Paolo Naso, coordinatore della Commissione studi FCEI

Una bomba di carta

di Paolo Naso, coordinatore della Commissione studi FCEI

EDITORIALE AGENZIA NEV DEL 3/12/2014
La notizia di una Deliberazione della Corte dei Conti sulla gestione dell’8 per mille ha fatto un grande rumore, e non solo tra gli addetti ai lavori che seguono costantemente la delicata e complessa materia dei rapporti tra lo Stato e le confessioni religiose. Da oltre vent’anni, infatti, il meccanismo dell’8 per mille movimenta rilevanti somme, cresciute negli anni sino a raggiungere nel 2014 la cifra di 1,27 miliardi di euro: il bilancio di una città medio grande come Palermo. Eppure mai era stato possibile raccogliere e sistematizzare i dati relativi alle somme percepite dai vari competitor: come rileva il Rapporto, infatti, alcune confessioni che percepiscono quote dell’8 per mille non hanno reso pubblico alcun dato sulle somme ricevute e sull’utilizzo che ne hanno fatto. Il Rapporto, pertanto, consegna finalmente all’opinione pubblica uno strumento utile a conoscere nel dettaglio quanti soldi circolano nel sistema, chi li gestisce e con quali finalità: richiesta per altro avanzata dalla Tavola valdese – e con una insistente ripetitività annotata dalla Corte – ma sin qui mai pienamente accolta.
Ma se è corretto denunciare la carenza dell’informazione istituzionale, il Rapporto non sottolinea abbastanza il fatto che le mucche non sono tutte grigie e che se, alcune confessioni danno informazioni scarse e frammentarie sulla gestione dei fondi ricevuti, altre hanno fatto della trasparenza e quindi della minuziosa rendicontazione la loro bandiera. E non per esaltare le proprie virtù ma per riaffermare un principio di democrazia e di etica pubblica.
Ma la Corte si spinge oltre ed esprime giudizi di carattere più generale: critica cioè l’impianto del meccanismo, caratterizzato da un “pluralismo confessionale imperfetto” in cui il ricorso alla “bilateralità pattizia permette l’affermazione di uno status privilegiato” per alcune confessioni religiose e non per altre. Osservazione giusta in sé ma che attiene a una sfera che non è nella competenza della Corte dei conti. E’ ben noto, infatti, che anche il sistema dell’8 per mille risente dell’impianto legislativo in materia di libertà religiosa: una struttura piramidale al cui vertice sta lo strumento forte e potente del Concordato; nella fascia sottostante le intese che consentono, tra l’altro, l’accesso alla ripartizione dei fondi 8 per mille; in quella successiva le confessioni i cui enti di rappresentanza hanno ottenuto il riconoscimento giuridico ai sensi delle vetuste norme di epoca fascista sui “culti ammessi"; nelle fasce più basse troviamo le confessioni che operano nel quadro della legislazione generale sulla libertà religiosa e, infine, le comunità di fede degli immigrati che sommano le criticità derivate dal fatto che sono composte da persone che in assoluta maggioranza non hanno la cittadinanza a quelle connesse alla debolezza delle norme in materia di libertà religiosa. E questo è tema squisitamente politico la cui sede propria non è l’aula di un tribunale ma quella del Parlamento. Ed è qui che la bomba si rileva di carta, molto rumorosa ma poco o nulla efficace.
Come è politico un altro giudizio contenuto nel Rapporto della Corte che lamenta che, a fronte della “riduzione delle spese sociali” e dell’incremento dei fondi dell’8 per mille, lo Stato “non abbia provveduto ad attivare le procedure di revisione di un sistema che diviene sempre più gravoso per l’erario”. L’osservazione ha un suo fondamento ma è di natura politica, non tecnica: fa rumore e fumo ma, superato l’effetto sorpresa, resta ben poco. Il moderatore Bernardini ha reagito alla Deliberazione affermando che la Tavola valdese è pronta a confrontarsi sulle criticità del sistema e a discutere la possibilità di una riduzione della percentuale al 7 o al 6 per mille. Altre confessioni hanno assecondato questa linea, altre hanno taciuto. Ma il dibattito è aperto e sarebbe una buona cosa che trovasse una sede appropriata per proseguire. Insomma, se la bomba ha fatto rumore, affinché qualcosa accada occorre un intervento direttamente politico.
Da quando fu avviato il meccanismo dell’8 per mille sono cambiate molte cose nel sistema del welfare in Italia; è cambiata anche la logica complessiva dell’azione sociale delle confessioni religiose che in qualche caso si sono distinte nel campo dell’accoglienza e dell'integrazione degli immigrati, del contrasto alle nuove povertà e alla marginalità sociale, della cooperazione allo sviluppo. L’ 8 per mille è stato un volano importante per attivare progetti sociali che non sarebbero mai partiti, per stimolare l’azione pubblica e per testare buone pratiche. Non è quindi solo un costo, è anche un beneficio sociale. Può e deve esserlo ancora di più, con più trasparenza, più rigore, più creatività. (nev-notizie evangeliche 49/2014)
NEV - Notizie Evangeliche, Servizio stampa della Federazione delle chiese evangeliche in Italia - via Firenze 38, 00184 Roma, Italia tel. 064825120/06483768, fax 064828728, e-mail: nev@fcei.it, sito web: http://www.fcei.it .


Sabato 06 Dicembre,2014 Ore: 16:11
 
 
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