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www.ildialogo.org La sconfitta di Obama e la resurrezione della Destra religiosa,di Paolo Naso, politologo, coordinatore Commissioni studi della FCEI

La sconfitta di Obama e la resurrezione della Destra religiosa

di Paolo Naso, politologo, coordinatore Commissioni studi della FCEI

EDITORIALE AGENZIA NEV DEL 5/11/2014
Nel giorno più difficile per Barack Obama, che da oggi e per i prossimi due anni si troverà a fronteggiare un congresso ostile e controllato dai repubblicani, risorge la Destra religiosa: uno strano Giano bifronte, un po’ partito e un po’ chiesa che ormai da oltre trent’anni condiziona la scena pubblica degli USA, alternando grande visibilità ad altri periodi in cui la sua incidenza si è notevolmente ridotta.
Diversamente che nella vecchia Europa, negli USA riferimenti e valori religiosi sono ancora importanti per un alto numero di elettori che al momento di votare sono sensibili anche a temi di ordine spirituale e morale: secondo un sondaggio del Pew Forum on Religion and Public life, oggi arriva al 49% la percentuale degli americani che ritengono che chiese e istituzioni religiose debbano esprimersi anche su temi sociali e politici; solo qualche anno fa questa convinzione non superava la soglia del 43% del campione. Per quanto a noi europei risulti incomprensibile, questa predisposizione alla religione costituisce un aspetto originale e peculiare dell’American lifestyle, radicato a tal punto da avere effetti politici misurabili e importanti.
Uno dei punti di forza di Obama, forse quello che ne aveva decretato il successo rispetto a Romney, era che diversamente da altre personalità democratiche egli interpretava una specifica sensibilità religiosa e affermava la piena legittimità di un discorso pubblico delle religioni. Con i discorsi sapientemente arricchiti da citazioni bibliche e riferimenti spirituali, i riferimenti alla conversione al cristianesimo, l’esplicitato debito nei confronti della teologia di grandi personalità del protestantesimo nordamericano come Reinhold Niebuhr, Obama ha privato la Destra religiosa di uno dei suoi classici cavalli di battaglia ovvero la denuncia di una politica secolarizzata, priva di valori e di riferimenti morali, al fondo estranea alla tradizione culturale e spirituale degli Stati Uniti.
Accettando di dialogare con personalità evangelical come Rick Warren - pastore di una mega-church californiana e autore di best-seller su come far crescere una comunità cristiana – o nominando un consigliere spirituale come Jim Wallis, ovvero un pacifista cristiano di matrice teologicamente “conservative”, il candidato prima e presidente dopo si era accreditato come un politico attento alla religione e ancorato alla tradizione religiosa mainstream degli USA. Molti americani avevano apprezzato e lo avevano votato anche per questo. E così per la Destra religiosa, finita la rendita del monopolio dei “religious values”, iniziava una fase difficile, di riorganizzazione e di riposizionamento.
I risultati delle elezioni di mid term attestano che questa fase si è conclusa o che, quanto meno, ha raggiunto una tappa importante. Quali sono, allora, gli elementi di novità?
Innanzitutto emerge una “nuova” Destra religiosa, meno ideologica e più pragmatica di quella conosciuta negli anni ’80 e ‘90, consapevole che per vincere qualche battaglia servono alleati e talora si deve persino arretrare. Tramontato il sogno di trasformare il Partito Repubblicano in una lobby cristiana fondamentalista come era accaduto negli anni di George W. Bush, questa nuova Destra religiosa ha capito a sue spese che il Grand Old Party, come ogni partito USA, è una coalizione di interessi diversi la cui direzione è la risultante di spinte contraddittorie: gruppi industriali e settori popolari, protezionisti e liberalisti, isolazionisti e interventisti, fondamentalisti antigay e “elefanti rosa” che invece rivendicano la possibilità di essere conservatori e omosessuali. La nuova Destra religiosa sa di non poter fare a meno del rapporto con un grande partito e ha capito che non può piegarlo alla propria visione del mondo e dell’etica. Ma è anche consapevole che è più redditizio un rapporto dialettico con i conservatori che un’autosufficienza purista ma politicamente sterile.
La nuova Destra religiosa – secondo elemento di novità – sa di non poter battere un unico tasto, quello dell’etica sessuale ovvero del no alle coppie gay o dell’opposizione alle leggi sull’aborto. E infatti questa volta ha recuperato la china intervenendo anche su temi politici come la politica estera, le gestione della crisi per l’ebola, la debolezza della ripresa economica. Non è una novità ma è un fatto che in questa campagna elettorale l’agenda “etica” non sia stata prioritaria.
Il terzo elemento che segna lo scenario del dopo elezioni è la crisi che si apre all’interno del Partito democratico nel momento in cui, di fatto, si apre la stagione delle primarie. Dopo un giudizio delle urne così severo, i Democrats saranno spinti a una rapida de-obamizzazione ma, come sempre, se è chiara la strada che si lascia, è confusa e indefinita quella che si intende iniziare a percorrere. Discussione politica, certo, ma che avrà inevitabili ripercussioni nelle chiese e nelle comunità di fede che dovranno interrogarsi su come difendere le loro piattaforme in materia di salvaguardia del creato, diritti umani, welfare.
Comunque si mettano le cose, a novembre del 2014 si è chiusa una fase politica e culturale nella quale milioni di americani hanno concepito il sogno di una politica nuova e diversa, più orientata alla pace che all’intervento militare, più attenta all’ambiente che agli interessi delle corporazioni, più impegnata a difendere i diritti delle classi svantaggiate che a garantire i gruppi dominanti. Inutile, quindi, aspettarsi grandi novità dalla Casa Bianca che non potrà fare altro che barcamenarsi tra equilibri politici precari e fluidi. Più interessante sarà capire gli effetti di questa sconfitta nel “popolo di Obama”, in quei giovani, in quegli afroamericani e in quei gruppi religiosi che lo hanno sostenuto e accompagnato in questi anni. Duri e difficilissimi come pochi altri. (nev-notizie evangeliche, 45/2014)
NEV - Notizie Evangeliche, Servizio stampa della Federazione delle chiese evangeliche in Italia - via Firenze 38, 00184 Roma, Italia tel. 064825120/06483768, fax 064828728, e-mail: nev@fcei.it, sito web: http://www.fcei.it .


Giovedì 06 Novembre,2014 Ore: 12:08
 
 
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