Roma (NEV), 13 agosto 2014 – Dal 27 luglio al 2 agosto si è tenuta la consueta (51esima) sessione di formazione ecumenica del Segretariato per le attività ecumeniche (SAE), a Paderno del Grappa (TV), dal titolo La vita in relazione: prospettive etiche. Presso l'Istituto Filippin, che ha ospitato i lavori, i duecento partecipanti da tutta Italia, cristiani di diverse denominazioni, ebrei, musulmani, hanno svolto attività di studio, di dialogo, di preghiera e di approfondimento.

“Oggi all'interno del movimento ecumenico si è tutti concordi nel ritenere che ulteriori divisioni tra le chiese potrebbero essere motivate proprio da questioni etiche e non più, come in passato, da questioni teologiche-dogmatiche”, ha affermato Marianita Montresor, presidente del SAE, in apertura dei lavori, per poi concludere, “sta a noi evitare che le divergenze significhino rottura di comunione”.

Come di consueto la sessione di formazione SAE ha affrontato il tema durante le cinque giornate di lavoro ospitando interventi e laboratori di professori, sacerdoti e laici esperti della materia, provenienti dal cristianesimo – riformato, cattolico e ortodosso – dall'ebraismo e dall'islam; non solo contributi di teologia, ma anche di pedagogia, di filosofia e di psicoterapia hanno arricchito la riflessione sul tema. I momenti liturgici, studiati per permettere una comunione ampia ed ecumenica, hanno cadenzato le giornate di lavoro. Nel complesso la settimana di formazione SAE ha permesso di vivere la dimensione ecumenica in ogni momento della giornata, da quello di studio in plenaria e in gruppo, a quello di comunione nei pasti, nelle serate, e nelle liturgie. “L'ecumenismo è prima di tutto una dimensione del cuore - ha affermato infatti la Montresor - è un modo di vivere la fede che coinvolge tutta la persona, nei pensieri, nei sentimenti, negli affetti, ed è perciò il mondo delle relazioni, la quotidianità, il luogo privilegiato di apprendimento e di crescita”.