Roma (NEV), 11 giugno 2014 - “La Prima guerra mondiale è stata uno spartiacque della storia d'Europa e del mondo intero. Più di ogni altra guerra moderna, rimane nella nostra memoria come il più tragico esempio di discrepanza tra gli obbiettivi e il prezzo pagato per raggiungerli. E' la guerra della 'generazione perduta', sacrificata per una causa che, retrospettivamente, è difficile da individuare”. Inizia così la lettera che il presidente della Conferenza delle chiese europee (KEK), Christopher Hill, ha inviato alle chiese membro dell'organizzazione ecumenica continentale in vista delle commemorazioni dello scoppio della Prima guerra mondiale. La missiva è accompagnata da una dichiarazione approvata dal Comitato direttivo della KEK che dovrà servire da spunto di riflessione per le chiese, e dall'indicazione di eventi e di proposte pratiche per iniziative locali. Ricordando come la missione della KEK consista nell'impegnarsi per “un'Europa umana, sociale e sostenibile in pace con se stessa e con i propri vicini, in cui prevalgano i diritti umani e la solidarietà”, Hill propone tre punti: l'invito a tutte le chiese di organizzare per il prossimo 28 luglio delle veglie di preghiera ecumeniche per la pace con l'obiettivo di riaffermare l'impegno delle chiese ad essere agenti di pace e riconciliazione nell'Europa di oggi; l'organizzazione da parte della KEK nel 2016, Centenario delle sanguinose battaglie di Verdun e della Somme, di una conferenza internazionale sulle tematiche del conflitto e del ruolo delle chiese nel costruire la pace, partendo dalla Grande Guerra ma arrivando fino ad oggi; l'invito rivolto alle chiese a partecipare agli eventi che, nel 2015, ricorderanno il Centenario del genocidio degli armeni, compresa una conferenza internazionale che la KEK, insieme ad altre organizzazioni tra cui il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), organizzerà a Ginevra.