- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (276) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org   Setri Nyomi: uniti per predicare il vangelo e sostenere la giustizia  ,a cura di Luca Baratto

INTERVISTA
  Setri Nyomi: uniti per predicare il vangelo e sostenere la giustizia  

a cura di Luca Baratto

Roma (NEV), 18 settembre 2013 – Tra gli ospiti internazionali che hanno partecipato al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, tenutosi a Torre Pellice (TO) dal 25 al 30 agosto scorso, figurava anche il pastore presbiteriano Setri Nyomi. Originario del Ghana, Nyomi è segretario generale della Comunione mondiale delle chiese riformate (CMCR), un raggruppamento che comprende 226 chiese di ogni continente in rappresentanza di 80 milioni di fedeli, tra cui anche la chiesa valdese. A un anno dalla fine del suo mandato gli abbiamo chiesto un bilancio dei suoi 13 anni al servizio dei riformati mondiali.
Pastore Nyomi, lei è stato eletto segretario generale dei riformati mondiali nell'anno 2000. Quali ritiene siano stati gli elementi significativi della testimonianza dei cristiani riformati in questo inizio di secolo?
Le linee fondamentali della testimonianza delle chiese riformate in questi anni sono state tre: rimanere fedeli alla parola dell'evangelo predicandola nel nostro tempo; sostenere la giustizia; ricercare l'unità. Ognuno di questi elementi ha trovato una sua concretizzazione nell'ultimo decennio. Il tema della giustizia è stato affermato in modo molto netto nel 2004 con la “Confessione di Accra” che propone un patto per la giustizia economica ed ecologica. La novità di quel testo, approvato dall'assemblea generale dell'Alleanza riformata mondiale (ARM) tenutasi in Ghana in quell'anno, è l'affermazione che la giustizia non è una semplice questione etica, ma teologica: riguarda l'essenza della fede cristiana. Davanti a un sistema economico che crea povertà, sofferenza e distruzione in gran parte del mondo un cristiano non può rimanere in silenzio. Deve sentirsi messo in questione direttamente, toccato nel profondo della propria fede.
Tra le priorità dei riformati mondiali lei ha citato la ricerca dell'unità, anche questo aspetto ha avuto una sua concretizzazione?
In questo inizio di secolo la ricerca dell'unità è stata vissuta molto intensamente all'interno della famiglia riformata mondiale. Fino a qualche anno fa infatti esistevano due organizzazioni riformate mondiali: l'Alleanza riformata mondiale (ARM) che raccoglieva la maggior parte delle chiese, e il Consiglio ecumenico riformato (REC), a cui aderivano le chiese potremmo dire più teologicamente conservatrici. Nel 2010 questi due raggruppamenti si sono uniti dando vita alla Comunione mondiale delle chiese riformate (CMCR). Sono davvero contento di aver iniziato il mio mandato come segretario generale dell'ARM e di terminarlo come segretario generale della CMCR. E' un risultato davvero importante: nel mondo protestante è più facile sperimentare divisioni e scissioni. Questa volta siamo stati capaci di una forte tensione all'unità in vista di una testimonianza evangelica che speriamo fruttuosa.
Nella scorsa primavera è stato eletto papa Francesco che, nel suo primo discorso, ha definito se stesso come qualcuno “venuto dalla fine del mondo”. Un riferimento al fatto che oggi il cristianesimo sembra essere più vitale nel sud del mondo che non in Europa. Come si vive questa tensione tra nord e sud all'interno delle chiese riformate?
E' ormai da alcuni decenni che la famiglia riformata mondiale è ben consapevole che il baricentro del cristianesimo è passato dal nord al sud del mondo. Un segno di questa consapevolezza è stata la mia elezione - pastore presbiteriano ghanese – a segretario generale nel 2000. Un altro esempio è il fatto che nel Comitato esecutivo della CMCR sieda una maggioranza di consiglieri provenienti dalle chiese riformate del sud, rispecchiando la proporzione e consistenza numerica delle chiese. Bisogna poi ricordare che il tema della giustizia è venuto dalle chiese del sud del mondo, dove lo sfruttamento economico e la devastazione ambientale sono evidenti. Dunque, una consapevolezza che si esprime nel riconoscimento della leadership e nella definizione dell'agenda teologica. Il nostro obbiettivo, comunque, è di dare valore ai doni di ogni chiesa, a qualunque emisfero appartenga.
La CMCR ha deciso recentemente di spostare i suoi uffici centrali da Ginevra, in Svizzera, ad Hannover, in Germania. C'è chi ritiene che questo spostamento potrebbe indebolire il Centro ecumenico della città elvetica, dove ha sede il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC). Pensa che questo rischio sia concreto?
Lo spostamento del nostro ufficio è motivato da ragioni esclusivamente economiche e non vuole essere una presa di distanza dal CEC che continua ad essere uno strumento prezioso al servizio delle chiese. Purtroppo in un tempo di crisi abbiamo il dovere di essere dei buoni amministratori delle nostre risorse. E da questo punto di vista la Svizzera è troppo cara. Stiamo comunque studiando dei modi per mantenere forte il legame con il CEC, presso il quale terremo comunque aperto un “ufficio antenna”, e con la Svizzera. E' proprio dalla Svizzera, con le figure di Calvino, Zwingli e Bullinger, che inizia la nostra storia di riformati.
Nel luglio dell'anno prossimo scadrà il suo mandato. Quali saranno i suoi nuovi impegni?
Ritornerò nel mio paese, il Ghana, al servizio della chiesa presbiteriana. Sono contento di tornare a casa e di servire la mia gente. Il lavoro che ho svolto nella Comunione riformata rimarrà sempre nel mio cuore. A chi mi sostituirà, auguro ogni benedizione: in questi anni la famiglia riformata mondiale ha raggiunto alcuni traguardi ma molti di più sono quelli che ancora stanno davanti a noi.
Diritti. L'impegno del CEC a favore della protezione delle minoranze religiose nel mondo
Roma (NEV), 18 settembre 2013 - Non si può parlare delle minoranze religiose senza mettere al centro la riflessione sui diritti umani. Lo ha affermato ieri Heiner Bielefeldt, relatore speciale delle Nazioni Unite per la libertà religiosa e di coscienza, intervenendo alla consultazione internazionale promossa dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) sul tema "Politicizzazione della religione e diritti delle minoranze religiose".
Scopo dell'incontro svoltosi a Ginevra (Svizzera) dal 16 all'18 settembre e organizzato dalla Commissione CEC per gli affari internazionali, è la definizione di un documento ad hoc sul tema delle minoranze religiose da presentare ai delegati delle 345 chiese membro del CEC che dal 30 ottobre all'8 novembre si riuniranno a Busan (Corea del Sud) in Assemblea, perché, come ha spiegato il segretario generale del CEC, Olav Fykse Tveit, questo particolare tema riguarda quotidianamente tutte le chiese del mondo. Quello della promozione della libertà religiosa e della protezione delle minoranze religiose è un impegno a lungo termine del CEC, ha spiegato Tveit, che va portato avanti insieme alle istituzioni, alla società civile e alle organizzazioni religiose.
"Esistono regioni del mondo dove semplicemente la diversità religiosa non è un tema, o addirittura un tabù, ha esordito Bielefeldt -. E allora come garantire uguali diritti e libertà a chi crede diversamente o non crede? Come fare per promuovere la diversità religiosa? Innanzitutto ascoltando le persone, perché non si possono definire le minoranze dall'esterno, ma va data loro la libertà di autodefinirsi, di dire chi sono e di cosa hanno bisogno. Il rispetto dei diritti umani e della dignità della persona comincia da qui. Pertanto l'approccio al tema delle minoranze non può che essere di tipo empirico, mai prettamente teologico. A farci da guida in questo processo sono i diritti umani universali, come la libertà religiosa, certo, ma anche la libertà di cambiare religione!". Bielfeldt ha quindi sottolineato l'importanza di creare spazi per la diversità religiosa evitando tuttavia divisioni o, peggio, l'esacerbazione di frammentazioni già preesistenti: "Si tratta senz'altro di progetti a lungo termine, ma attraverso il dialogo e la comunicazione interreligiosa e con il sostegno delle istituzioni pubbliche, si possono ottenere risultati". E mettendo l'accento sulla laicità dello Stato Bielefeldt ha detto: "Le istituzioni pubbliche sono necessarie per garantire l'uguaglianza nella diversità, ma devono essere distaccate dalle stesse religioni. Non c'è nulla di sbagliato nella presenza delle religioni nello spazio pubblico e quindi della loro partecipazione al discorso politico. Quello che conta è che lo Stato sia in grado di garantire questa partecipazione a tutti, senza privilegiare nessuno. Altrimenti il rischio è appunto la politicizzazione delle religioni, le cui prime vittime sono giocoforza le minoranze religiose". E concludendo ha ammonito: "Non dimentichiamo mai che le discriminazioni contro minoranze religiose non sono più o meno gravi a seconda dell'appartenenza religiosa o numerica delle stesse".
NEV - Notizie Evangeliche, Servizio stampa della Federazione delle chiese evangeliche in Italia - via Firenze 38, 00184 Roma, Italia tel. 064825120/06483768, fax 064828728, e-mail: nev@fcei.it, sito web: http://www.fcei.it .


Giovedì 19 Settembre,2013 Ore: 12:46
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Notizie Ecumeniche

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info