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www.ildialogo.org VERSO L’ASSEMBLEA DELLA FCEI: idee, dibattiti, sfide,di Agenzia NEV del 31/10/2012

Schede informative sulla FCEI
VERSO L’ASSEMBLEA DELLA FCEI: idee, dibattiti, sfide

(Pomezia/Roma, 1-4 novembre 2012)


di Agenzia NEV del 31/10/2012

LA FEDERAZIONE DELLE CHIESE EVANGELICHE: CENNI STORICI E STRUTTURA

L’idea di una federazione delle diverse componenti dell'evangelismo italiano risale alla fine dell’Ottocento e fu rilanciata nel 1920 dal primo Congresso evangelico italiano. L'avvento del fascismo, però, e la limitazione della libertà religiosa che ne derivò soprattutto per alcune denominazioni evangeliche, impedirono che quel progetto si realizzasse. Fu solo il secondo Congresso evangelico, svoltosi a Roma dal 26 al 30 maggio 1965, a porre le basi concrete per l’avventura federativa.

La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) si costituì ufficialmente a Milano il 5 novembre 1967 con l'adesione dell'Unione cristiana evangelica battista, della Chiesa valdese, della Chiesa metodista, della Chiesa luterana, della Comunità ecumenica di Ispra-Varese (poi confluita nella Chiesa luterana).

Attualmente le chiese membro della FCEI sono - oltre a quelle originarie - l'Esercito della Salvezza, la Comunione di chiese libere, la Chiesa apostolica d'Italia, la Comunità elvetica di Trieste e la comunità di St Andrew's della Chiesa di Scozia, mentre è membro aderente la Chiesa cristiana di Rho (MI), a capo di un'associazione di più chiese cristiane.

Partecipano alla FCEI come membri osservatori l'Unione delle chiese cristiane avventiste del 7° Giorno (UICCA) e la Federazione delle chiese pentecostali (FCP).

In tal modo la FCEI costituisce un polo di aggregazione che raccoglie attorno a sé una popolazione di circa 150.000 persone aderenti tanto alle chiese protestanti storiche che alle più recenti chiese evangeliche e pentecostali. In anni recenti da segnalare è l'aumento consistente della presenza di evangelici immigrati che contribuiscono attivamente alla vita delle comunità locali e alle diverse strutture di lavoro della FCEI.

Nel suo Statuto la FCEI riconosce la "fondamentale convergenza” delle chiese membro su temi di ordine ecclesiologico, con particolare riferimento alla natura missionaria della chiesa. Altri temi di unità e comunione sono il sacerdozio universale dei credenti; la molteplicità dei doni e dei ministeri; la chiesa locale intesa come elemento ecclesiologico primario. Gli scopi della FCEI, sempre secondo lo Statuto, sono quelli di "manifestare l'unità della fede e ricercare una comune linea di testimonianza nel nostro paese, fondata sullo studio della Parola di Dio"; di "coordinare e potenziare la testimonianza ed il servizio delle Chiese... nel riconoscimento reciproco dei loro doni particolari"; di "vigilare sul rispetto dell'esercizio dei diritti di libertà in tema di religione" e, più in generale, di adoperarsi per la tutela “dei permanenti diritti di libertà e di eguaglianza”; di curare i contatti con altri organismi ecumenici ed infine di offrire i propri servizi anche a chiese e opere che non facciano parte della FCEI stessa.

La FCEI opera attraverso una serie di "servizi", attualmente tre: Servizio stampa, radio e televisione; Servizio istruzione ed educazione; Servizio rifugiati e migranti. Il Consiglio nomina inoltre varie commissioni e gruppi di lavoro su temi specifici. In particolare segnaliamo quella della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM); la Commissione per la promozione dell'integrazione multietnica all'interno delle comunità evangeliche denominata Essere chiesa insieme (ECI); la Commissione studi con il compito di promuovere la riflessione su temi di particolare rilevanza per l’azione e la testimonianza dell’evangelismo; e la Commissione per il dialogo interreligioso.

La FCEI si propone come una struttura aperta, al servizio di tutto l'evangelismo italiano. Uno specifico settore nel quale esprime questa vocazione è quello della tutela della libertà religiosa: allo scopo, sin dal 1985, la FCEI ha promosso la costituzione di una Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS), nella quale siedono una quindicina di realtà dell'evangelismo italiano.

Gli organi della FCEI sono l'Assemblea triennale, costituita dai delegati delle chiese membro in proporzione al loro numero di membri effettivi; il Consiglio (con funzioni esecutive, formato da 7 membri); il Comitato Generale (con funzioni di controllo fra un’Assemblea e l’altra, costituito da 25 membri in rappresentanza di tutte le chiese della FCEI); il Presidente (eletto per un massimo di due trienni).

Le Assemblee della FCEI, dopo quella costitutiva del 1967 a Milano, si sono svolte a Firenze nel 1970, a Bologna nel 1973, a Bari nel 1976, a Torre Pellice (Torino) nel 1979, a Vico Equense (Napoli) nel 1982, a Palermo nel 1985, a Firenze nel 1988, a Santa Severa (Roma) nel 1991 e nel 1994, a Torre Pellice (Torino) nel 1997, a Santa Severa (Roma) nel 2000, a Torre Pellice nel 2003, a Roma (Sassone, Ciampino) nel 2006, e a Firenze nel 2009. La XVI Assemblea si terrà dal 1° al 4 novembre 2012 a Pomezia (RM).

Attualmente è presidente della FCEI il pastore metodista Massimo Aquilante (che per statuto presiede anche la CCERS). Gli altri membri del Consiglio della FCEI sono: la pastora Letizia Tomassone, valdese (vice presidente); Riccardo Bachrach, luterano (tesoriere); Lidia Bruno dell’Esercito della Salvezza, la pastora Gabriela Lio, battista; e i valdesi Adriano Bertolini e Andrea Ribet. (NEV-notizie evangeliche 44/12)

LE CHIESE MEMBRO DELLA FEDERAZIONE DELLE CHIESE EVANGELICHE IN ITALIA

Tra le chiese membro della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) si annoverano le denominazioni "storiche" del protestantesimo italiano e alcune chiese di area pentecostale-carismatica, che insieme rappresentano una popolazione evangelica di circa 60mila persone. Se si considerano anche i membri osservatori della FCEI il numero complessivo sale a circa 150mila.

L'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (UCEBI), fondata nel 1956 conta oggi 5.000 membri adulti effettivi con una popolazione di circa 15.000 persone. L'UCEBI accoglie l'eredità dell'Unione cristiana apostolica battista (UCAB) sorta nel 1884 ad opera delle missioni battiste inglese e americana giunte in Italia negli anni '60 del XIX secolo. I battisti italiani appartengono alla famiglia di chiese evangeliche sorte dalla Riforma e si richiamano alle dottrine fondamentali del protestantesimo, ma praticano soltanto il battesimo dei credenti (non dei bambini) e hanno un'ecclesiologia di tipo congregazionalista (basata sull'autonomia delle comunità locali). L'UCEBI fa parte di organismi internazionali come l'Alleanza battista mondiale, la Federazione battista europea, il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e la Conferenza delle chiese Europee (KEK). I rapporti tra l'UCEBI e lo Stato sono regolati sulla base di un'Intesa in vigore dal 1996 (www.ucebi.it).

La Chiesa evangelica valdese, nata da un movimento popolare di povertà e libera predicazione del XII secolo, nel 1532 aderisce alla Riforma protestante. Attualmente i valdesi in Italia sono circa 30.000. In seguito a sanguinose persecuzioni, dal XVI secolo i valdesi sopravvivono nelle Valli del Piemonte finché, ottenuti i diritti civili nel 1848, si diffondono in tutta Italia. Aderiscono alla Comunione mondiale di chiese riformate (CMCR), al Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), alla Conferenza delle chiese europee (KEK) e alla Comunione delle chiese protestanti europee (CCPE-Concordia di Leuenberg). Dal 1979 valdesi e metodisti sono pienamente integrati all'interno della Chiesa valdese (Unione delle chiese valdesi e metodiste), che dal 1984 regola i suoi rapporti con lo Stato sulla base di un'Intesa ai sensi dell'articolo 8 della Costituzione (www.chiesavaldese.org).

Le chiese evangeliche metodiste nascono nel XVIII secolo in Inghilterra da un movimento di risveglio religioso, diffusosi in seguito in America e in altri paesi. Attualmente i metodisti italiani sono circa 5.000 diffusi in tutto il territorio nazionale. In Italia gruppi metodisti si costituiscono ad opera di predicatori inglesi e americani nel XIX secolo, nel contesto di risveglio culturale del Risorgimento. Durante il ventennio fascista la missione americana, duramente colpita dal regime, viene inglobata da quella britannica. Nel 1961 nasce la Conferenza metodista d'Italia, emancipata dalla Conferenza britannica. Le questioni di natura amministrativa e patrimoniale, nonché le relazioni ecumeniche e internazionali sono oggi a cura dell'Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI). Fanno parte del Consiglio metodista mondiale, che conta circa 70 milioni di fedeli in 130 paesi, del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), della Conferenza delle chiese europee (KEK) e della Comunione delle chiese protestanti europee (CCPE-Concordia di Leuenberg). Dal 1979 valdesi e metodisti sono pienamente integrati all'interno della Chiesa valdese (Unione delle chiese valdesi e metodiste), che dal 1984 regola i suoi rapporti con lo Stato sulla base di un'Intesa ai sensi dell'articolo 8 della Costituzione (www.metodisti.it).

La Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), fondata nel 1949 ha circa 7.000 membri ed è statutariamente bilingue, italiano e tedesco. Nella dottrina, nell'etica e nella vita spirituale la CELI segue le fondamenta gettate da Martin Lutero. La CELI è membro della Federazione luterana mondiale (FLM), della Conferenza delle chiese europee (KEK) e della Comunione delle chiese protestanti europee (CCPE-Concordia di Leuenberg). Ha stretti contatti con la Chiesa evangelica di Germania (EKD) e con le Chiese evangeliche luterane unite in Germania. La comunità più antica è quella di Venezia, la cui origine risale al periodo della Riforma; “storiche” anche le comunità di Trieste e Bolzano, fondate rispettivamente nel 1778 e nel 1889, al tempo dell'impero asburgico. Dal 1995 la CELI regola i suoi rapporti con lo Stato sulla base di un'Intesa ai sensi dell'articolo 8 della Costituzione (www.chiesaluterana.it).

L'Esercito della Salvezza giunge in Italia nel 1887 e conta oggi circa 2.000 fedeli. E' un movimento organizzato di cristiani militanti, impegnati nell'evangelizzazione in 109 paesi, che affiancano alla predicazione della Parola di Dio opere sociali di vario genere (scuole, case per bambini, ostelli per senza fissa dimora, ospedali, programmi di emergenza per i disastri). Come un esercito, il movimento ha una struttura gerarchica con quartier generale internazionale a Londra. Fondato nel 1878 dal pastore inglese William Booth dal precedente movimento chiamato Missione cristiana (a sua volta fondato nel 1865), l'Esercito - che combatte contro il peccato - adotta una terminologia militare, bandiere, distintivi, uniformi e un sistema di gradi militari. Nel 2009 l'Esercito della Salvezza in Italia ha ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica come associazione di culto (www.esercitodellasalvezza.org).

La Chiesa apostolica italiana, con sede a Prato (FI), fa riferimento al movimento indipendente d'ispirazione pentecostale degli apostolici, nato all'inizio del XIX secolo in Galles per ristabilire la purezza della chiesa al tempo degli apostoli. Le comunità apostoliche hanno una base di fede prettamente biblica e i ministeri di apostolo, pastore, profeta e anziano.

La Comunità evangelica di confessione elvetica di Trieste prende il nome dalla Confessio Helvetica Posterior del 1566, uno dei più importanti documenti della fede riformata svizzera. Dopo l'arrivo dei primi svizzeri a Trieste nel 1751, la comunità elvetica viene ufficialmente costituita nel 1782. Per tutto il XIX secolo la comunità è molto attiva in ambito culturale e filantropico, ma dopo la prima guerra mondiale subisce una forte diminuzione dei propri membri a causa dei trasferimenti di commercianti e finanzieri in seguito alla diminuita importanza della funzione imprenditoriale di Trieste con il suo passaggio all'Italia. Dopo la morte dell'ultimo pastore elvetico, nel 1927 viene stipulata una convenzione (tuttora vigente) con la Chiesa valdese, per cui il pastore valdese cura anche la comunità elvetica.

La St. Andrew's Church of Scotland di Roma è una chiesa presbiteriana di lingua inglese, fondata dalla missione scozzese nel 1862, alle origini dell'evangelizzazione in Italia. Attorno a questa storica chiesa, da tanto tempo testimone del protestantesimo nel cuore di Roma, si sono aggregati moltissimi nuovi immigrati di lingua inglese, che si uniscono al nucleo scozzese originario (www.presbyterianchurchrome.org).

L'Associazione delle chiese cristiane facente capo alla Comunità cristiana di Rho (MI) partecipa alla vita della FCEI come membro aderente.

L'Unione delle chiese cristiane avventiste del 7° Giorno (UICCA) e la Federazione delle chiese pentecostali (FCP) sono membri osservatori.

La UICCA ha 9.100 membri adulti battezzati e 25.000 simpatizzanti. Nel 1864 giunge dagli Stati Uniti d'America in Italia dove inizia a predicare nelle Valli Valdesi del Piemonte. Dal 1988 regola i suoi rapporti con lo Stato sulla base di un'Intesa (www.avventisti.it).

La FCP, costituitasi formalmente nel 2000 a conclusione di un lungo processo iniziato nel 1993 e teso a promuovere la comunione tra chiese dell'area pentecostale, ha oltre 50mila membri (www.fcpitalia.org). (NEV-notizie evangeliche 44/12)

Essere chiesa insieme (ECI)

Nel quadro degli importanti processi migratori che interessano l’Italia, negli ultimi due decenni è notevolmente cresciuta la presenza di evangelici provenienti dall’Africa, dall’Asia e dall’Europa dell’est: secondo alcune fonti, si tratta di 300.000 credenti di tradizione pentecostale, metodista, presbiteriana, avventista ma anche di evangelici “indipendenti”, non collegati cioè ad alcuna famiglia denominazionale o membri delle cosiddette African Initiated Churches, chiese indigene africane.

Secondo i primi dati di una ricerca condotta dal programma "Essere chiesa insieme” (ECI) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), a livello nazionale all’interno delle chiese valdesi, metodiste e battiste - Valli valdesi del Piemonte escluse - il 58% delle comunità registra una significativa presenza di immigrati, vale a dire statisticamente percepibile e costante. La percentuale arriva al 76% per le chiese battiste: il 50% delle chiese avventiste del Nord Italia registra una presenza di immigrati superiore al 60% della loro consistenza. Siamo insomma di fronte a un fenomeno di grandi proporzioni destinato a modificare sensibilmente il profilo dell’evangelismo italiano, anche di quello “storico”.

Diversamente da quanto è accaduto in altri paesi europei e di quanto accade in altre chiese, quelle aderenti alla FCEI hanno ritenuto di non incoraggiare la nascita di comunità “etniche” ma, al contrario, di promuovere l’integrazione degli evangelici immigrati all’interno delle chiese già costituite. Già nel 1989, pertanto, all’interno del Servizio rifugiati e migranti (SRM) della FCEI, fu avviato un percorso denominato “Essere chiesa insieme” che giunse a organizzare alcuni convegni – decisivo quello svoltosi a Santa Severa (RM) nel 1998 - ai quali parteciparono numerosi immigrati. La conclusione di questa fase preparatoria fu la costituzione nel 2001 di uno specifico gruppo di lavoro, indipendente dal SRM denominato “Essere chiesa insieme”. Più recentemente, l’Assemblea FCEI di Firenze del 2009 ha approvato la riorganizzazione di questo settore, istituendo una Commissione ed affidandole il mandato di coordinare attività formative e di sensibilizzazione nel settore della interculturalità all’interno delle chiese evangeliche in Italia.

In questa cornice sono notevolmente cresciuti i rapporti tra ECI da una parte e la Federazione delle chiese pentecostali (FCP) e l’Unione delle chiese cristiane avventiste (UICCA) dall’altra. Segnaliamo a questo riguardo che ECI sta conducendo una ricerca/azione anche all’interno delle chiese avventiste che si sono mostrate molto interessate a un’attiva collaborazione con questa struttura di lavoro della FCEI.

Nel corso del triennio le attività di ECI si sono indirizzate lungo tre direttrici. In primo luogo sono stati organizzati corsi di formazione interculturale rivolti a pastori e laici, sia italiani che immigrati, impegnati in chiese multietniche o prevalentemente - in qualche caso esclusivamente - composte da “immigrati”: in particolare i partecipanti hanno acquisito strumenti per la predicazione, l’animazione comunitaria di gruppi giovanili o di approfondimento biblico, la Scuola domenicale. Una seconda direttrice del lavoro è quella dell’accompagnamento di realtà locali che vogliano aprirsi in una prospettiva interculturale e multietnica e che cercano strumenti e strategie idonee. Oppure, all’opposto, di chiese “etniche” che le varie denominazioni nazionali stimolano ad aprirsi e a cercare di costruire relazioni di scambio e dialogo interculturale sia con le chiese sorelle - siano esse “italiane o interculturali” - sia con la realtà sociale che le circonda. La terza, infine, è quella dell’analisi e del monitoraggio di questo processo di integrazione interculturale, della sua consistenza numerica, delle sue potenzialità e delle sue criticità.

L’idea guida che anima ECI è che le chiese possano essere un prezioso laboratorio di integrazione in una società che invece fatica a porsi in una prospettiva multiculturale e multietnica. Non è un processo facile né lineare e perché possa svilupparsi occorre un intenso lavoro di mediazione sul piano culturale, teologico, ecclesiologico che deve riguardare tanto gli immigrati che gli italiani. Anche nelle chiese evangeliche, insomma, l’integrazione non deve essere assimilazione ma un processo bilaterale di incontro, conoscenza e lavoro comune. (NEV-notizie evangeliche 44/12)

Commissione chiese evangeliche per il dialogo interreligioso (CCEDI)

La Commissione delle chiese evangeliche per il dialogo interreligioso (CCEDI) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) raccoglie l’eredità di un analogo gruppo voluto dalla XIII Assemblea della FCEI del 2003 che però poneva specifica attenzione all’islam.

In una società multiculturale in rapida evoluzione, la FCEI ha ritenuto di doversi dotare di un gruppo di lavoro che da una parte stimolasse le comunità evangeliche a prendere coscienza di un “nuovo pluralismo religioso” e dall’altra garantisse la presenza della FCEI nelle varie sedi di confronto e dialogo tra le comunità di fede presenti in Italia.

La Commissione ha quindi mantenuto viva la collaborazione con il mensile "Confronti", che ormai da decenni costituisce un laboratorio privilegiato e sostanzialmente unico di dialogo di base tra credenti di diverse tradizioni religiose, collaborando alle attività redazionali e partecipando ad alcuni dei numerosi eventi organizzati dalla testata. Altre collaborazioni si sono realizzate con "CEM mondialità".

Tra gli strumenti predisposti dalla Commissione, il volume "Dialoghi in cammino. Protestanti e musulmani in Italia oggi", curato da Giuseppe La Torre e Letizia Tomassone (Claudiana 2009), che resta un utile e originale strumento di informazione e di orientamento sulla tematica del dialogo cristiano islamico da un punto di vista protestante.

La CCEDI collabora attivamente all’organizzazione della Giornata ecumenica di dialogo cristiano islamico, ormai giunta alla sua XI edizione, che viene celebrata il 27 ottobre di ogni anno. (NEV-notizie evangeliche 44/12)



Sabato 03 Novembre,2012 Ore: 17:01
 
 
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