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www.ildialogo.org Divorziati risposati: una questione ecumenica,di Elio Cirimbelli

Divorziati risposati: una questione ecumenica

di Elio Cirimbelli

Il 15 settembre del 2001 scrivevo al card. Joseph Ratzinger «affinché, in occasione del prossimo Sinodo dei Vescovi, possa trovare uno spazio per affrontare il tema dei divorziati risposati e dare ascolto alla loro sofferenza». Mi rivolgevo all'allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede al fine di sollecitare un dibattito sulle richieste che più stanno a cuore ai cristiani divorziati e risposati: la somministrazione dei sacramenti della riconciliazione e della comunione. Ratzinger allora affermava: «I fedeli divorziati risposati rimangono membri del popolo di Dio (...). Devono sperimentare l'amore di Cristo e la vicinanza materna della Chiesa. (...) Essi non sono esclusi dalla comunità ecclesiale».

Nel 2005 mi incontravo a Roma con il card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, al quale facevo presente la necessità di fare un «salto di qualità» nel dibattito, di non fermarsi sempre alla questione comunione sì/comunione no ai divorziati risposati, ma di aiutarci a capire che cosa significhi per un cristiano cattolico divorziato risposato «appartenere» alla vita della Chiesa cattolica.

Ora il card. Ratzinger è papa Benedetto XVI. In occasione della Giornata mondiale per la famiglia di inizio giugno ci ha incoraggiato ad andare avanti nelle «nostre fatiche» e, per la prima volta, non ha ricordato il divieto alla comunione eucaristica, dicendoci di confidare nella comunione spirituale. In queste sue affermazioni vedo finalmente una Chiesa che è madre che accoglie e non madre che punisce e ti ricorda in ogni momento che in qualche modo hai sbagliato.

Forse però si potrebbe riaprire la discussione sull'indissolubilità del matrimonio. Sappiamo che è un comandamento evangelico fondato sulla parola di Gesù, ma credo che una discussione sulla sua indissolubilità non metta in discussione la sua sacramentalità. Nel Magistero si dice: «Il matrimonio sacramentale, se valido, dal punto di vista canonico, è indissolubile». Né la Chiesa, né il papa hanno la potestà di cambiare questa legge che appunto deriva dagli ipsissima verba del Signore.

Potremmo riflettere sui matrimoni sacramentali e porci delle domande sulla loro eventuale nullità? Se ci si unisce in matrimonio con rito religioso esclusivamente per tradizione o per altre ragioni (per la festa, l'abito bianco, la bella chiesetta in montagna, ecc.) siamo sicuri che si è realizzato il sacramento? Ricordo un vecchio parroco che diceva: «Guardate ragazzi, che c'è una bella differenza tra lo sposarsi in chiesa e lo sposarsi nella Chiesa».

In un suo documento lo stesso papa Ratzinger scriveva: «Se la fede è parte dell'essenza del sacramento, cosa succede se questa fede non c'è?». Io mi chiedo quanti matrimoni siano veramente sacramento. In Italia circa il 70% dei matrimoni viene celebrato con rito religioso ed i credenti praticanti sono circa il 30% della popolazione. Viene spontaneo pensare che centinaia di coppie si sposano in chiesa anche senza essere praticanti e credenti.

Possiamo confrontarci con le altre Chiese? Sono più che mai convinto che la famiglia è cambiata anche nella vita delle Chiese cristiane, ed è proprio per questo che la questione delle separazioni e dei divorzi dovrebbe essere una tematica di rilevanza ecumenica, nel senso che diverso è il pensiero della Chiesa cattolica dalla Chiesa ortodossa e da quella protestante. La tradizione orientale, rifacendosi al principio della oikonomia (la prevalenza della misericordia sulla rigida applicazione della legge), ammette la possibilità di una benedizione delle seconde nozze e, dopo un cammino penitenziale, la riammissione ai sacramenti. Questo è quanto tanti di noi auspicano. Le Chiese della Riforma sostengono, in linea di principio, l'indissolubilità del matrimonio, ma rispettano la coscienza dei fedeli, consentendo ai divorziati di risposarsi in Chiesa e di accostarsi all'Eucarestia.

Mi piace ricordare ciò che è scritto nella Gaudium et Spes (n. 16): «La cosienza è il nucleo segreto, il sacrario dell'uomo dove egli è solo con Dio la cui voce risuona nell'intimità».

* Direttore responsabile del Centro di mediazione familiare Asdi (Associazioni separati e divorziati) di Bolzano

Articolo tratto da
ADISTA
La redazione di ADISTA si trova in via Acciaioli n.7 - 00186 Roma Telefono +39 06 686.86.92 +39 06 688.019.24 Fax +39 06 686.58.98 E-mail info@adista.it Sito www.adista.it



Marted́ 10 Luglio,2012 Ore: 17:12
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
giovanna bonan montegrotto terme 17/9/2012 05.59
Titolo:
ci sono delle piccole inesattezze,per quanto riguarda il matrimonio protestante.

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